Io, sacchetto di immondizia

L’articolo pubblicato su la Repubblica Palermo.

Salve, sono un vecchio sacchetto di immondizia. Non vi rivelo la mia età – noi sacchetti siamo molto attenti a non farci scalfire dal tempo – ma vi dico solo che c’ero quando ancora non c’erano la differenziata, il porta a porta, quelle cose lì. Diciamo che sono il sacchetto zero. E dall’alto della mia lezzosa età vi rassicuro: gli assembramenti di miei simili che tanto vi indignano oggi, sono sempre esistiti, magari in forme diverse. Insomma nulla di nuovo a marcire sotto il sole. Siamo figli di tanti padri, ma di una sola madre. I padri sono la malagestione delle aziende deputate al nostro smaltimento, i comitati d’affari, i delinquenti che su di noi hanno lucrato, le colpevoli distrazioni della politica. La madre è la sciatteria incivile. Perché da qualunque parte si guardi quella che voi oggi chiamate emergenza, c’è sempre stata una vostra mano, sciatta e incivile, a principiare tutto. La mia storia ne è l’esempio. Sono nato per strada, da solo, lontano da un cassonetto. Mi hanno abbandonato dove nessuno si sognava di trovarmi, in pieno centro, mica in un vicolo di periferia. Mi sono guardato intorno e non ho avuto il tempo di avvertire la solitudine, che altre mani hanno fatto sì che mi sentissi circondato da altri sacchetti. Di minuto in minuto, dove nulla c’era, è cresciuta una comunità di immondizia. Come un seme gettato nella nuda terra, ho generato una ramificazione di prodotti di scarto, moltiplicandomi negli effetti (miasmi in primis) e negli affetti (noi sacchetti di immondizia siamo legati da un sentimento di affetto, per questo quando ci accatastano ci apriamo, è il nostro modo di abbracciarci). Quindi quello che vedete oggi è il trionfo dell’amore, il nostro per noialtri. Per il resto sono sacchi vostri.

Scatto d’accusa

L’articolo pubblicato su la Repubblica.

Se anche si trattasse di spie, ben vengano. La nuova campagna del Comune – ultimo atto che sa anche di disperazione – per arginare il fenomeno dell’abbandono irregolare dei rifiuti prevede il coinvolgimento di cittadini volontari armati di cellulare e una sorta di inconfessato slogan tipo “lottate e fotografate insieme a noi”. Non sono in grado di abbozzare sull’efficacia di un tale metodo, ma di certo non si può non salutarlo con favore. E non solo per l’ambizioso obiettivo, convincere l’incivile palermitano che la città non è una discarica anche se lui si meriterebbe di viverci da cittadino onorario, ma anche per la felice declinazione dell’uso del mezzo telefonico. Pensate, in mezzo a mille scatti pensati e realizzati a uso social ce ne sarà qualcuno pensato e realizzato a uso sociale. Non saranno solo labbra a cuore, tette, piedi, pornfood e tramonti a giustificare l’esistenza di smartphone che costano quanto un’utilitaria e montano ottiche da telescopio Hubble. Ci sarà anche, e finalmente, l’immagine dell’incivile che abbandona rifiuti dove non dovrebbe e sarà un clic a suo modo glamour nel trasmetterci un’eleganza solo anelata ma possibile, se solo il mondo si affrancasse da quel lestofante. Nessuna tentazione di giustizia sommaria, niente pulsioni delatorie: la munnizza a Palermo non si presta a strumentalizzazioni nella sua endemica essenza trasversale. Lambisce il ricco e il povero allo stesso modo, non ha colore politico al contrario di quella romana (che notoriamente è stata inventata per mettere in crisi la sindaca Raggi e il suo partito). La munnizza di Palermo diventa un’esca per stanare il predatore di igiene, l’accaparratore di sogni altrui… e cos’è una città pulita se non un sogno eterno e lontano?

Mai come oggi a Palermo serve uno scatto. Che sia di fotocamera o di orgoglio, ma scatto sia.

I poteri forti dei frigoriferi

Dalla doppia pagina dedicata oggi da Repubblica al sindaco di Roma Virginia Raggi emerge quello che passerà alla storia come “il complotto dei frigoriferi”.

fullsizerender

In realtà che il servizio raccolta dei rifiuti ingombranti a domicilio è sospeso dall’estate scorsa perché c’è un contratto scaduto, a Roma lo sanno tutti. Tutti tranne il sindaco.

Panorami nostrani

immondizia a palermo

Via Instragram.