Barbara D’Urso, le ginocchia del potere


Dell’uso spregiudicato che Berlusconi ha fatto delle sue televisioni è stato detto e non c’è novità nel vedere il Caimano fare capolino dal salotto di Domenica Live per sproloquiare di promesse, cene eleganti, zoccole, Imu, comunismo, Monti, pater familias e diritto internazionale.
Il dato fondamentale è invece la definitiva consacrazione di un personaggio che irrompe nell’harem politico-mediatico del Cavaliere col ruolo di scendiletto protagonista.
Barbara D’Urso è stata infatti, in un sol colpo, spalla, ventre, schiena, testa, ginocchia e fegato in un evento destinato a rimanere indelebile negli orrori della televisione italiana.
Aveva mille domande, lo ha detto lei, e non ne ha fatta nessuna.
Si è prostrata dinanzi alle noiosissime argomentazioni del padrone calpestando, ancor prima della dignità, le esigenze dei tempi televisivi. Perché quello della D’Urso non è stato soltanto un programma scorretto, ma un programma tecnicamente sbagliato.
Con un personaggio come Berlusconi se anche ci si vuole esercitare con il leccaculismo ci vogliono fior di professionisti della lingua (intesa come parte del corpo). La D’Urso voleva blandire, accarezzare, sedurre ostentandosi sedotta in partenza, ma si è mostrata sdraiata prima ancora di cominciare. E ciò ha intorpidito il Caimano che infatti, per buona parte del suo comizio, ha discettato di Casini, Monti, delle minchiate dell’Imu e ha annoiato persino il pubblico dei fanatici in studio.
Barbara D’Urso è rimasta imbalsamata davanti a lui. Creando assist indecenti e aprendo una voragine sul senso deontologico del suo ruolo. Giornalista? Conduttrice? Testimone giudiziaria? Amica di famiglia? Dipendente? Sostenitrice? In che veste si è presentata, ammiccante, davanti a qualche milione di telespettatori? In quali panni ha recitato questa tragedia grottesca?
E soprattutto, è giusto che una persona così compromessa gestisca un potere mediatico così ampio?
Davanti a tanti interrogativi, una sola certezza: Vespa è un moscerino al confronto.