Dei delitti e delle iene

Non voglio scomodare le antiche teorie lombrosiane (che tornano puntualmente ad ogni crimine/criminale scoperto) ma questa foto presa dal Corriere racconta tutta la storia in un attimo. C’è la cosiddetta pasionaria, che è un modo per dare della rompipalle a una senza offenderla e senza giudicare il suo operato, c’è il vecchio capo, rimbambito quanto basta per far da parafulmine a ogni vergogna, e c’è il fine statista della Padania, uno talmente rozzo che inquina con lo sguardo.
Un mio amico, Francesco Massaro, bravo cronista di nera, quando doveva scrivere un pezzo su un omicidio, su una rapina, o comunque su un crimine, prendeva la foto del colpevole e se la metteva davanti a mo’ di santino. Diceva che la cosa l’aiutava a capire.
Ecco, io questa foto oggi me la tengo sul desktop.  Spero che, per paradosso, mi aiuti a dimenticare.

Un delinquente


Il Vaticano usa il pugno di ferro contro padre Marcial Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo, che nella sua vita ha abusato di bambini, donne e stupefacenti.
Due giorni fa, in un comunicato, la Santa Sede ha “certificato” che il prete “ha causato serie conseguenze nella vita e nella struttura della Legione, tali da richiedere un cammino di profonda revisione”.
Chiaro?
Secondo i porporati del Vaticano, le serie conseguenze del comportamento del prete delinquente sono quelle causate alla Chiesa, non quelle che colpiscono le decine di vittime deflorate e umiliate con la violenza più vigliacca, quella di chi dovrebbe agire per conto di Dio.
Marcial Maciel Degollado ha provocato un grave danno all’entourage religioso. Della psiche e degli sfinteri – o se preferite, dello spirito e della carne – delle vittime, il Papa e i suoi mastini della dottrina non si occupano.
Come è facile capire, la revisione annunciata da Ratzinger è utile come un treno deragliato.
Ah, padre Degollado è morto due anni fa.

Grazie alla Contessa.