Inquieti e infelicemente felici

C’è una cosa contro cui combatto ogni giorno che il Signore manda in terra. E cioè l’assioma che anche senza inquietudine si può fare romanzo: ergo che non è vero che belli tranquilli e sereni non si crea un tubo. Una verità anti-storica. Si vada a rileggere i grandi, a studiare le biografie di artisti, scienziati, filosofi eccetera. Dal comodo della nostra scrivania, con coniugi e conti in banca sorridenti, senza alcol, piccoli vizi, riti trasversali o additivi emozionali (come i sentimenti), in linea col politicamente sterilizzato nessuno potrà mai partorire un’idea degna di attenzione al di sopra della cintola dei social.
Ok, tutto normale sin qui.

Il problema è quando – ed è fenomeno abbastanza recente – tutta la narrazione* che parte dalla cronaca e che inesorabilmente lambisce la storia (anche minima) risente di questo mood.
E allora nel mondo dell’informazione si programma in modo tranquillizzante, si racconta col più rassegnato dei cronisti, si ravana negli account Facebook dei protagonisti e delle comparse, si recluta il passante per farne il testimone ideale di qualcosa di eterno (di Zapruder ce n’è uno solo).

Il concetto fondamentale, drammaticamente dirimente, che non deve passare è che le cose belle si fanno sempre canticchiando, che la creatività sia una autostrada tipo la Palermo-Catania, gratuita e senza responsabilità.
Non è così.
Anzi: non – è – così!
I romanzi, veri e metaforici (ognuno di noi ha il suo anche se non è di carta e di parole), sono atti di coscienza. Sono prese di responsabilità in cui uno si alza e dinanzi a una folla distratta ha l’ardire di battere un pugno sul tavolo e gridare: volete ascoltare una storia che non è vostra ma che potrebbe esserlo?
E se sarà fortunato – se lo sarà – qualcuno metterà da parte il telefono, chiederà un altro bicchiere di vino, si metterà comodo, magari abbraccerà la persona che gli sta a fianco. E dirà: dai, racconta.
E sarà un giorno per cui quelli come me, come noi, saranno felici di essere quello che sono. Inquieti e felici. 

*narrazione è parola irritante lo so, ma in questo caso non me ne viene una migliore.      

Grazie

Si è concluso il corso di “Editoria e creatività” organizzato da Fattesto e il bilancio è ottimo: record di iscrizioni (praticamente abbiamo raggiunto il tetto massimo),  altissimo livello di curiosità tra i corsisti, discussioni interessanti e anche qualche risata (che dovrebbe entrare di diritto in qualsiasi programma didattico).
Sono stati anche assegnati gli stage.
A tutti quelli che per 14 incontri, per un totale di 42 ore di lezione, sono rimasti ad ascoltarci senza neanche eccedere con gli sbadigli va il ringraziamento mio, di Giacomo e di Raffaella.

Fattesto, ultima chiamata


Siccome la cosa funziona bene, vogliamo che funzioni benissimo. Il corso di Fattesto di quest’anno è già popolato da bella gente (gli incontri preliminari delle ultime due settimane sono stati molto divertenti). Però, a parte i profitti (nessuno al mondo lavora per la gloria, nemmeno il Papa), abbiamo pensato: perché non sfruttare al massimo un motore che ha dato ottimi risultati a tre quarti di acceleratore?
Così abbiamo deciso di prorogare la scadenza delle iscrizioni al corso di “Editoria e Creatività” che inizierà il prossimo 12 febbraio.

Per quelli che si sono iscritti e con i quali abbiamo già amabilmente conversato: tranquilli, il posto non ve lo toglie nessuno.
Per quelli che sono ancora indecisi: smuovetevi, ci sono gli ultimi sei posti disponibili.

Il corso di Fattesto

logo fattesto

Dal 12 febbraio parte  la nuova edizione del corso “Editoria e creatività” organizzato dal gruppo Fattesto di cui mi onoro di far parte. Le lezioni si terranno ogni venerdì (ore 18-21) e sabato (ore 9-12) nella sede dell’Assocomav di via Abela 10, a Palermo. Ai corsisti risultati più meritevoli saranno offerti stage presso le redazioni di case editrici, riviste e portali internet. Tra i docenti ci saranno editor, scrittori, giornalisti, grafici ed esperti di formazione e marketing.
Ci sono due motivi per cui vi faccio questa comunicazione.
Primo. Alcuni tra i corsisti formati nelle scorse edizioni sono stati assunti in case editrici e redazioni di giornali con contratto a tempo indeterminato o hanno avuto incarichi come collaboratori: insomma sono entrati – e non per magia o per spintarella – nel mondo del lavoro.
Secondo. Sabato scorso c’è stata la prima adunata di corsisti per un incontro preparatorio ed è andata talmente bene che adesso abbiamo adesioni per un altro meeting pre-corso, sabato prossimo.
Se volete essere dei nostri – tenendo conto che il corso è a pagamento perché non gode di alcun finanziamento pubblico – potete scrivere a: fattesto@fastwebnet.it