Una Chiesa alla deriva

Quando mi trovo davanti a un negazionista, al giorno d’oggi, mi faccio quattro risate. Un tempo, quand’ero giovane e manesco, mi incazzavo parecchio.  Il negare, contro ogni evidenza e spesso per motivi di convenienza personale, un fatto storico è un atteggiamento deprecabile che in molti Stati è addirittura punito dalla legge.
Se poi è un vescovo, il lefevbriano Richard Williamson, a rimbambirci di scemenze cercando di ridurre la Shoah a fenomeno condominiale e blaterando che le camere a gas per gli ebrei non sono mai esistite, forse vale la pena di incazzarsi ancora un po’.
E se poi dal Papa Benedetto XVI, anziché arrivare una presa di posizione adeguata (un calcione canonico nel sedere, una mandata a fare in culo latae sententiae, una sdegnata e santa alzata di spalle nel nome del nostro Signore) arriva addirittura il perdono con la revoca della scomunica imposta da Giovanni Paolo II a questo idiota porporato, ci sarebbe da presentarsi dal signor Williamson e togliere la sicura agli schiaffoni.
Lo scollamento della Chiesa cattolica dal mondo reale non finisce mai di stupire, quasi che ci fosse una regia ubriaca che allontana la telecamera dalla logica e dal buon senso per inquadrare sempre angoli bui, sgabuzzini dell’irrazionalità, postriboli di ideuzze.
Non so chi consigli questo Papa che ha il piglio di un bibliotecario medioevale, so soltanto che, da cattolico, non so come far sapere al mio Dio che sulla Terra serve un azzeramento di tutti i suoi indegni dirigenti.

Un povero Cristo

di Verbena

Al ginnasio ridacchiavamo di gusto: perché gli antichi erano così stupidi da credere che potessero esistere i semidei? Mi ero fatta una strana idea degli umani nati prima di Cristo. Li immaginavo decisamente inferiori, magari più bassi della media o con dei cervelli più piccoli. L’idea che gli uomini avessero creduto alla possibilità che un mortale fosse figlio di Zeus e di una donna in carne ed ossa, mi faceva impazzire.
Sfortunati questi antichi. Sfortunati due volte, pensavo, perché tremendamente ingenui e perché nati prima del Figlio, ignari del Battesimo purificante, costretti chissà per quanti millenni astrali a giacere nel limbo.
L’altro giorno pensavo alla Madre della nostra  Santa Chiesa, cattolica e apostolica. Anche lei fecondata da un Essere superiore, anche lei madre di un uomo dai superpoteri ma costretto a morire come un brigante qualunque. Non ho riso stavolta. Ho ripensato ai miei anni di preghiere, ai catechismi mandati giù a memoria, alle confessioni lunghe e mortificanti di bambina, e al distacco laico dell’età adulta.
Sono una credente pentita, come tanti altri.
Molti guardano la grotta e vedono un presepe. Io vedo una famiglia che non arriva a fine mese. Un padre anziano deriso da tutti perché la moglie lo avrà certamente tradito. Una casa senza riscaldamenti. E un bimbo che un giorno si accorgerà di essere un diverso.
Ecco, una cosa ci ho guadagnato dalla mia ribellione ad oggi: questo povero Cristo mi sta simpatico.
Se lo avessi conosciuto duemila anni fa sarebbe diventato amico mio.