Igiene dentale e igiene mentale

Nella ormai celebre intervista di Nicole Minetti pubblicata da Diva e Donna, a parte il lirismo di una citazione iniziale da parte dell’articolista di Cristina D’Avena, colpisce il gusto per il paradosso o, a seconda dei punti di vista, lo sprezzo della coerenza.
La consigliera regionale, travestita per l’occasione da ragazza acqua e sapone/casa e chiesa/famiglia e lavoro, dichiara:

Se fossi al suo posto (di un’ipotetica coetanea qualunque, ndr) anch’io forse penserei male della Minetti.

E’ l’unico rigurgito di realismo in righe e righe vergate con la melassa al posto dell’inchiostro.

Avrò il mio riscatto quando riuscirò a realizzare un progetto importante in politica.

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Cattivo gusto

L’esercizio della semplificazione è un buon modo per risolvere le situazioni più disperate.
Questo paese è in un declino allarmante: viviamo in una dittatura del cattivo gusto.
Senza che ci sia bisogno di scendere in piazza, ci sono concetti che devono passare, a rigor di logica.
I vizi personali non sono reato, reato semmai è imporli agli altri.
Non mi scandalizza che un signore avanti con gli anni e danaroso paghi per avere rapporti sessuali con mestieranti della disinvoltura, mi scandalizza che lui imponga a noi di pagarle, queste signorine, quando dà loro incarichi politici.
La morale della favola è volgare e chiedo perdono (tenete i bambini lontani da queste righe). Il culo non è un’entità assoluta, se è degli altri può essere appetibile, se è il proprio può essere sacro. L’importante è non confondersi e non confondere le idee degli altri.

 

Noeminetti

Non vi pare che la nuova Noemi sia un prototipo di Minetti bionda?

Grazie a la Contessa.

Il ripetente

Continuo ad amare la famiglia così tanto che – contrariamente a quel che dice Bersani – me ne sono fatte due.

Quella di Berlusconi è una battuta vecchia come: “Ero così bravo a scuola che mi hanno fatto rimanere qualche anno in più”, frase pronunciata dall’asino della classe. Solo che un ripetente nessuno si sognava di eleggerlo rappresentante di classe.

L’Italia di oggi in pochi clic

C’è una storia imperdibile qui. Il chirurgo plastico delle Olgettine, altrimenti soprannominato dottor Bunga Bunga, ritratto su Novella 2000.
Date un’occhiata alla fotogallery, c’è tutta l’Italia dei nostri giorni in pochi clic.

 

Il nano e le ballerine

A leggere le intercettazioni delle telefonate di Berlusconi uno si fa un’idea precisa di come non deve comportarsi un premier. Non me ne frega niente delle questioni procedurali e degli errori che hanno portato alla pubblicazione di quelle telefonate. Per quanto mi riguarda è un bene che le conversazioni private tra Berlusconi e la Polanco o la Minetti siano di dominio pubblico. A un presidente del Consiglio, infatti, non si può perdonare l’incoscienza poiché la sua sobrietà e la sua serenità di pensiero hanno immediato riverbero sulle sorti di un intero Paese.
E’ giusto quindi che si sappia che il piccolo duce di Arcore investe gran parte del suo tempo con ragazzotte senza né arte né parte, che parlano come coatte, fanno lo slalom tra i guai giudiziari, lo prendono per il culo chiamandolo tutte “amore”, e inevitabilmente puntano al suo portafogli. Un premier settantenne non può consentirsi una simile ubriacatura di giovanilismo. E’ la sua credibilità ad essere minata, senza tenere conto delle investiture sul campo che tanto scandalo hanno provocato nel mondo.
Se il nostro capo dell’esecutivo fosse una persona qualunque (magari un amico) i nostri genitori, fratelli, parenti in genere ci diffiderebbero dal frequentarlo. C’è una verità incontrovertibile che va oltre i processi, le sedute parlamentari, le trame politiche e le strategie massmediatiche:  per linguaggio, indole, etica e frequentazioni Silvio Berlusconi è un tipo impresentabile.

Le donne sono diverse

Perchè urlare che “le donne sono diverse” se abbiamo lottato per la parità dei sessi?

L’interrogativo se lo pone Nicole Minetti nella sua nuova rubrica su Affaritaliani. E la domanda – diciamolo – è interessante solo per il soggetto che la pone.
La Minetti è, suo malgrado, un simbolo di quest’Italia femminara e post-femminista. Rappresenta la carriera flash sviluppata attraverso le tappe più improbabili: commessa da Zara, diploma da igienista dentale, incontro con Berlusconi, coloradina in tv, consigliera regionale lombarda.
E’ insomma la dimostrazione scientifica che le donne sono diverse. Molto diverse tra loro.
Ieri nelle piazze d’Italia c’erano milioni di femmine diverse da lei e da quelle come lei. C’erano impiegate, casalinghe, artiste, professioniste che in vita loro non hanno frequentato le scorciatoie della Minetti.
Perché se è vero che le raccomandazioni non sono state inventate da Silvio Berlusconi, è anche vero che il singolare culto della premialità di cui abbiamo testimonianza guardando l’organico politico del Pdl, è lo specchio dell’ossessione sessista (sessuale?) del premier.
Nicole Minetti non è Monica Lewinski, pur essendo giudiziariamente più compromessa di lei. E sapete perché? Perchè l’uomo che l’accomuna nello scandalo non è Bill Cinton, che pure è stato maschio debole e colto nella bugia. No, l’uomo che lega la Minetti alla cronaca buia di uno Stato incrinato è un politico che spera ancora di rafforzarsi grazie alle proprie menzogne, come il cattivo qualsiasi di un cartone animato.
E’ vero che le donne sono diverse. Ormai sappiamo che ce ne sono alcune che sono più diverse. E che per pochissime di loro la parità dei sessi è un solo grottesco sinonimo di accoppiamento.