Barbara Berlusconi, cuore di figlia

Cuore di figlia. Barbara Berlusconi tuona contro Mara Carfagna e, sino a un certo punto, contro la condotta libertina del padre.
L’Italia è uno strano Paese. Se tu prendi i singoli, uno per uno, ti diranno peste e corna dell’attuale premier. Poi alla conta, nel marasma della moltitudine, votano quasi tutti per lui, per il fottutissimo  sciupafemmine (anche minorenni) che ci dà il tormento e che fa invidia.
Il guaio è che lo stesso fenomeno probabilmente riguarda anche i suoi parenti. La Berluschina, ad esempio, lancia il sasso (e ostenta  imbarazzo per il caso Ruby) ma poi dice: “Sarebbe ingiusto se della sua (di Berlusconi, ndr) straordinaria vita politica si ricordasse solo questa stagione”. Che è come dire: Attila era quello che era, ma amava i pettirossi.
Il berlusconismo, di cui Barbara è vittima incolpevole (ricordiamoci che i figli ancora non possono accollarsi tout court le colpe dei padri), è anche questo. Dissentire e giustificare, stroncare e rianimare, generalizzare e ritenersi unici. Verrà un tempo in cui si potrà dire con franchezza: questo mi sembra sbagliato e basta, questo è giusto e basta. Ma quel tempo non è adesso.
Il governo degli equivoci – tra Carfagne moralizzatrici e Capezzoni catechisti – non può durare in eterno. Mussolini ci mise venti e passa anni per inventare un regime e – diciamolo chiaramente – non era Berlusconi. Finì come finì. Berlusconi ha solo cercato di disegnarsi un regime su misura, sulle sue questioni giudiziarie e sessuali. Comunque finisca, teniamo la Storia a distanza di sicurezza.

Se gli italiani vogliono questo…

Una delle argomentazioni che più mi manda in bestia è: “Se gli italiani vogliono questo, allora è giusto che questo gli si dia”.
Il riferimento è a qualcosa che viene elargita dal regime, ovviamente.
Che sia verità ufficiale, programma televisivo, contentino legislativo poco importa.
Lo zoccolo duro del berlusconismo conclamato, e purtroppo anche di quello inconscio (in caso di persone che non sanno ancora di essere inglobate, ma che hanno già dentro il virus del partito dell’amore) ha il suo argomento forte nella valorizzazione dello status quo.
Siccome le cose sono così – è il succo del loro pensiero – non c’è motivo per cui non vadano così. Del resto se vanno così ci deve essere un motivo, e il motivo è che vanno così perché piace che vadano così.
A nulla vale ricordare che il valore primordiale della cultura è quello di spiegare come guardare alla realtà con altri occhi, come immaginare mondi migliori, come costruire cose che non necessariamente devono andare così.
Perché è giusto ricordare a queste persone che è possibile vivere in uno Stato in cui il premier si comporti da persona seria, in cui i ministri rispettino le istituzioni che rappresentano, in cui l’identità nazionale sia una e una sola, in cui emerge solo chi ha merito (e non parentele o legami sessuali), in cui le testate giornalistiche siano vedette e in cui il potere sia sotto il continuo giudizio del popolo, in cui uno per vedere in tv un programma che non sia di tette-culi-sangue-risse-gossip non debba aspettare anni.
E’ possibile sì. A patto che si dica chiaro e tondo che, al giorno d’oggi, l’ignoranza è come una malattia. Non va tollerata, va debellata.

Il risveglio di Bersani

Secondo Pierluigi Bersani “il berlusconismo fa regredire la politica a fogna”. Finalmente una dichiarazione sensata. Noi l’aspettavamo da tempo.