Saluti e (niente) baci

L’articolo pubblicato su la Repubblica Palermo.

La distanza imposta per decreto è la nemesi di un mondo che da millenni non ha avuto altro obiettivo che togliere metri e chilometri, ridurre differenze geografiche, avvicinare nel tempo e nello spazio. Ma soprattutto certifica l’abbattimento di quei pilastri sociali che al Sud e specificatamente in Sicilia sorreggono la vita quotidiana. Pensiamo allo struscio, che ha generato una figlia imperfetta di nome movida, e che da sempre è la migliore forma di comunicazione non verbale dalle nostre parti: oggi si passeggia a distanza, uno sfioramento è un atto criminale e fischiare attraverso una mascherina è complicato. E il rito del saluto? Nell’era dei rapporti senza corpo, il bacio in tutte le sue declinazioni (da quello di amicizia a quello di rispetto, da quello di seduzione a quello di rito) viene abolito piallando le differenze culturali e sociali: questa Palermo di gente che si saluta con un gesto del capo mezzo clandestino pare una Pechino senza emergenza.

Ci abitueremo, perché noi terroni siamo il giunco che si cala ancora prima della piena. Perché sappiamo identificarci col nostro sintomo, senza vergogna, prima ancora che Lacan ci costruisse sopra una famosa teoria. Siamo l’unica popolazione che usa un alfabeto Morse mentre chiacchiera: ci tocchiamo coi gomiti anche tra estranei per rafforzare concetti, per sottolineare, mettere accenti, in una sorta di complicità tattile. Ora ci resta la semplice parola, filtrata con o senza FFP2, e non si può manco più contare sulla mimica facciale, che è scorciatoia ed enciclopedia di emozioni al tempo stesso. Nei nostri scambi c’è solo il messaggio crudo, senza l’immenso corredo di non detto che fa romanzo (e anche un po’ cronaca). Il futuro è un Totò Cuffaro senza baci.        

Il reato di incoerenza

In questi giorni di crisi internazionale ho ripensato, come molti italiani, a ciò che accadeva appena un anno fa con un Gheddafi in visita nel nostro Paese: il dittatore veniva onorato, blandito e sbaciucchiato come nessun altro capo di Stato.
Si dirà: le cose cambiano e nessuno può prevedere il futuro.
Certo, ma il guaio è che le cose da allora sono veramente cambiate soltanto in Italia perché Gheddafi, il nostro ex amico Gheddafi, non ha cambiato di una virgola il suo atteggiamento: dittatore era e dittatore è rimasto. Quindi – ed è la storia che si ripete – siamo noi che abbiamo mutato atteggiamento nei confronti di un partner politico ed economico di primo piano, lo abbiamo tradito insomma. E sotto questa luce è drammaticamente fondato, pur nella sua folle ragione senza ragioni, il grido di vendetta dei rais contro l’Italia.
Siamo in guerra contro un nemico che, sino a qualche settimana fa quando arrivava l’eco dei primi tumulti libici, il nostro premier aveva evitato di contattare perché, erano parole sue, “temeva di disturbare”: come un vicino di casa rumoroso al quale si dà licenza di far baccano perché tanto avrà le sue buone ragioni.
Se esistesse il reato di incoerenza, in Italia non basterebbero i tribunali: si assisterebbe a una nuova deportazione.

L’emergenza del bacio

Il leghista Massimo Polledri chiede alla Camera che dalla prima serata della tv vengano banditi baci e sesso esplicito tra omosessuali ed eterosessuali. Obiettivo: proteggere i bambini.
La crociata di Polledri, che è un neuropsichiatria infantile e che quindi ha dimestichezza con l’argomento, ha un solo difetto: è antica.
Da decenni, la volgarità e la crudezza televisive non sono più legate solo al sesso. L’overdose di reality show, come più volte ho scritto, rappresenta una vera emergenza di questo Paese.
Ci sono urla nell’Isola dei famosi e nel Grande Fratello, per citare solo due programmi, che sconvolgono più di un amplesso spinto. Assistiamo a risse nei talk show che rappresentano una vera pornografia cerebrale. Siamo costretti a sorbirci ragionamenti, negli spazi di approfondimento e in certi tg, che conducono dritti verso i peggiori istinti.
E allora? Allora cerchiamo un parlamentare che spieghi all’onorevole Polledri che i baci e il sesso in prima serata non sono certo emergenze di questo Paese. La morte violenta della ragione, sì.