Guerra santa

Nessuno mi toglie dalla testa che le dimissioni di Dino Boffo sono tutto tranne che un atto di resa.
Strategicamente pesano più delle dieci domande di Repubblica.

Sesso, bugie e trappole

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

Ho cercato di tenermi alla larga dall’ultima – in senso cronologico, purtroppo – puntata del sexualgate italiano. Su questo blog mi sono limitato a sottolineare notizie e a mettere un paio di (personali) accenti, nulla di più.
Solo che, avendo trascorso un fine settimana di relax, sono incappato nella trappola della lettura oziosa dei giornali. E lì la cosa si è complicata.

Lo scoopino fallico
Con questa storia dello scoopino fallico di Vittorio Feltri sui trascorsi pruriginosi del direttore di Avvenire, Dino Boffo, mi è montata una certa rabbia.
Perché ancora nelle vicende trasversali del premier Berlusconi e in tutte le reazioni a esse collegate si continuano a confondere ruoli, situazioni, pesi.
Che il braccio armato della pattuglia editoriale berlusconiana tenda a dimostrare la presunta omosessualità di uno degli accusatori del leader viagro-fallico di un Paese che non si regala più neanche una falsa morale, è specchio della bassezza cui si è arrivati. Non per tematiche, né per linguaggio, ma per logica.
Tramare contro un giornalista con argomenti così miserabili e fuori luogo significa non aver rispetto di un bene fondamentale: la pubblica intelligenza.
Perché equivale a mettere sullo stesso piano figure molto diverse, ontologicamente contrapposte: il capo e il garante del popolo, il padrone e il guardiano.
Capisco che il linguaggio è un po’ retorico e può suonare retrò, però vi chiedo ancora poche righe di pazienza.

La biologia del Male

La contrapposizione, tutta berlusconiana, tra Bene e Male nella vita pubblica presuppone una forzatura, per non dire una bestemmia, sociale: chi vive nel Male (berlusconianamente inteso) c’è nato, è biologicamente inguaribile e, soprattutto, è oggettivamente marchiato. In realtà, come tutti sanno e alcuni fanno finta di non sapere, non c’è un decreto che spieghi chi è dritto e chi è storto, chi è colpevole e chi è mascariato, chi è furbo e chi è caritatevole. Come scriveva Adriano Sofri qualche giorno fa “che le persone agiscano male non significa affatto che ignorino che cosa è bene, e addirittura lo proclamino”.

Strategia criminale

Contrapporre Boffo a Berlusconi  sarebbe una strategia puerile se il livello dei cospiratori non la rendesse criminale.
Boffo non ha elargito carriere pubbliche, posti in parlamento, palchi e riflettori, telecamere e foto patinate. Berlusconi sì.
Boffo non ha fatto dei suoi incontri sessuali, di qualunque tipo siano, un trampolino di lancio per signorine carine più o meno prezzolate. Berlusconi sì.
Boffo non tiranneggia. Berlusconi sì.
Boffo non conta un granché. Berlusconi sì.
Boffo non crede che tutti abbiano una trappola sessuale da temere, come una specie di spettro comune. Berlusconi sì.
E questo è molto pericoloso.