Chiacchiere e croficisso

Nelle critiche di blasfemia al film di Ficarra e Picone “Santocielo” c’è tutta la ruggine degli ingranaggi che regolano il rapporto della religione, la nostra religione, con la vita sociale, la nostra vita sociale. L’uscita di don Mario Sorce, parroco della chiesa del Sacro Cuore di Gesù di Agrigento che è anche direttore del Servizio di pastorale sociale dell’arcidiocesi di Agrigento, ha più a che fare con un’azione di polizia morale che con il diritto di critica. Perché la critica si basa sul metro artistico, sulla tecnica e l’effetto, persino sul gusto, ma non grida allo scandalo, non induce al boicottaggio in nome di Dio: soprattutto non traccia la storia come ci piacerebbe leggerla. È questo il bullone arrugginito che blocca lo scorrere degli ingranaggi tra noi, molti di noi, e la religione, per chi crede.
L’arte – che è quella di Ficarra e Picone, come è quella di chiunque usi la fantasia per creare occasioni di racconto – non prevede suggeritori esterni che raddrizzino i muri, correggano la rotta. L’arte è appunto (anche) muri stori e rotte perigliose.
Non capirlo, o far finta di non capirlo, è un gesto da polizia morale o comunque da ignoranti. Lo spettatore può dissentire quanto vuole, del resto gli autori hanno come primo obiettivo quello di mirare ai sentimenti, di scuoterli, di far cadere le foglie secche. Ma l’uomo di chiesa, che parla per il gregge (perché lui ancora considera pecore i suoi “seguaci”) avrà sempre l’idea di un auditorium muto, al limite belante, al quale indicare la retta via: immaginando un mondo di rette vie che paiono correre all’infinito e invece si perdono sino a dissolversi nel buio della grettezza.

P.S.
Il prete di cui sopra ha bocciato il film senza nemmeno averlo visto. Quindi ha espresso un giudizio alla cieca: chi non sa, non può parlare di ciò che non sa.
Insomma tutta la polemica nasce dalla presunzione di chi giudica senza conoscere e andrebbe liquidata con un’alzata di spalle. Ma, essendoci di mezzo la religione, è bene impegnarsi a distinguere le chiacchiere dai crocifissi.

A destra, eh

Richard Gere

Vivere e sopravvivere ad Agrigento

Agrigento_valledeitempli

Della serie paradossi snervanti. Com’ è possibile che una città che ha scenari come questo possa essere l’ultima per qualità della vita in Italia?

Il grande fratello dei falsi invalidi

Falsi-invalidi

Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

C’è un rischio a guardare e riguardare le immagini dei finti invalidi dell’Agrigentino smascherati dai carabinieri, e cioè che a un certo punto la capacità di creare il falso, superi la capacità di scoprirlo. Perché la semplicità della finzione risulta talmente naturale che uno arriva a non credere ai propri occhi. No, quel tipo che si presenta alla visita medica in barella, imbacuccato e che respira a stento non può essere lo stesso che qualche giorno prima passeggiava a passo spedito verso la sua auto, entrava dal lato passeggero e con un’acrobazia saltava al posto di guida. E quella signora tremante e sepolta di coperte sulla lettiga non può essere la stessa che scesa dall’ambulanza, e sganciate diverse banconote ad autista e infermiere, sale sui tacchi e va a fare la spesa trascinando senza fatica una sporta formato famiglia. Continua a leggere Il grande fratello dei falsi invalidi

Il sindaco che oscura se stesso

manifesti elettorali agrigento zambuto

Agrigento, campagna elettorale. Il sindaco Marco Zambuto si candida incolpevolmente alle Europee. Il primo cittadino però – come fa notare Michele Lo Chirco autore della foto e artefice della segnalazione a questo ufficio – è anche il censore di se stesso, in quanto i manifesti sono contro legge. Insomma, Zambuto affigge e Zambuto sconfigge, Zambuto ostende e Zambuto nasconde. Chi la spunterà?

In galera, speriamo

L’altro giorno sono stato a Scala dei Turchi, un posto incantevole. E lo stupore per un paesaggio di incredibile bellezza ha retto persino alla prova più dura: quella dello schiaffo dell’abusivismo. A pochi metri dalla spiaggia sorge infatti questo eco-mostro, ormai in abbandono. Mi piacerebbe sapere, un giorno, che fine ha fatto il colpevole di tutto ciò.

 

Adesso!

 

Grazie a Stefania Petyx, via twitter

Osteria numero venti, se la spiaggia avesse i denti…

Da Corriere.it.

Curva pericolosa

Una fotogallery del Gds è dedicata alla bella ragazza che vedete sopra, Giuliana Galvano diciottenne di Agrigento, che – informa – il sito è “buongustaia con la passione per i tg”. Ora, a parte l’accoppiata cibo-tv che ricorda altre originali sinergie come caffè-sigaretta (bleah!), giornale-gabinetto, doccia-shampoo, assisto al pericoloso riproporsi di una location non nuova ai lettori di questo blog.
Vogliamo dire una volta per tutte che i binari della ferrovia non sono il posto migliore per mettersi in posa (pure a piedi scalzi)? Specialmente, come in questo caso, nei paraggi di una curva?

We are the robots

L’altro giorno, dopo aver letto questo post, mi è venuta la curiosità di andare a sbirciare in giro tra i file robots.txt di vari siti.
Cosa sono i file robots.txt? Sono muri tirati su dagli amministratori di un sito internet per evitare che i motori di ricerca entrino in alcune stanze del sito stesso. In pratica servono per dire a Google, Yahoo e compagnia bella di non indicizzare (leggi: di non rendere pubbliche) certe pagine.
E per essere più chiaro parto subito con gli esempi.

1) Il Corriere.it ha blindato questa stanzetta.

Disallow:/politica/10_febbraio_05/sabrina_ferilli_non_
sono_la_sora_palin_5d9b4bb8-1224-11df-b50d-00144f02aabe.shtml

Ciò significa che ha sottratto agli spider dei motori di ricerca un articolo (che nel caso specifico è stato anche cancellato) riguardante alcune controverse dichiarazioni di Sabrina Ferilli sulla mancanza di gnocca nel Pd.

2) Nel sito di Repubblica.it la situazione si fa più complessa. Qui i robots.txt blindano la notizia dell’arresto nel 2006 del capogruppo dei Ds nel consiglio regionale della Calabria.

Disallow: /2006/08/sezioni/cronaca/ds-arrestato
/ds-arrestato/ds-arrestato.html

Alzano il muro su un’antica (e per noi siciliani nota) vicenda di cocaina al ministero delle Finanze.

Disallow: /online/cronaca/cocafinanze/interce/interce.html
Disallow: /online/cronaca/cocafinanze/mai/mai.html
Disallow: /online/cronaca/cocafinanze/inte/inte.html
Disallow: /online/cronaca/cocafinanze/interce/interce.html

E cercano di rinchiudere nel dimenticatoio la campagna di stampa sul caso Telekom Serbia.

Disallow: /2003/i/sezioni/politica/telekomserbia3/caso/caso.html
Disallow: /2003/i/sezioni/politica/telekomserbia3/taormina/taormina.html
Disallow: /2003/i/sezioni/politica/telekomserbia3/taormi/taormi.html
Disallow: /2003/i/sezioni/politica/telekomserbia2/dini/dini.html
Disallow: /2003/h/sezioni/politica/telekomserbia/nomi/nomi.html

3) Il sito dell’Ansa non ha troppo a cuore la tecnologia.

Disallow: /iphone/

E mostra una certa allergia verso altri argomenti non proprio secondari.

Disallow: /finanza/
Disallow: /cinema/
Disallow: /elezioni 2008/
Disallow: /ecoenergia/

4) Il Comune di Catania cerca di metter fuorigioco i curiosi.

Disallow: /il_comune/atti-amministrativi/


5) Mentre – dulcis in fundo –  il Comune di Agrigento se ne frega di Brunetta e dà una mazzata alla trasparenza, come se si trattasse di un insulso fenomeno estetico: roba da pizzi e collant insomma.

Disallow: /AGRIGENTO/amministrazione/giunta/
Disallow: /AGRIGENTO/operazione_trasparenza
Disallow: /download/operazione_trasparenza
Disallow: /download/atti_on_line

Questi sono i pochi esempi che ho avuto il tempo di reperire. I tecnici e gli esperti di queste diavolerie informatiche mi perdoneranno per l’uso abusivo di termini specifici. Sono pronto a raccogliere suggerimenti ed eventualmente a correggermi.
Però – ammettetelo – il gioco è istruttivo.
Ah, leggete il primo rigo del robots.txt del sito del ministero delle Finanze.