Vodafone vola… lontano da me

vodafone-logoInciampai in un paio di imbonitori della Vodafone, gente che ti promette connessioni stellari a prezzi da favelas, esibendo una devozione quasi carnale pur di attirarti nel loro mondo di offerte “for you”, “for me”, “for everybody”, “relax”, “super family” giacché la normale famiglia non fa brand. Merito l’esame antidoping un giorno sì e un altro anche, se mi sono lasciato convincere ad accettare un’offerta combinata – una specie di gang bang di tariffe multiple e superdotate – tra mobile e fisso, adsl e ultra tecnologia.
La parola d’ordine è Fibra. Una cosa che al confronto Speedy Gonzales è un bradipo, l’ultimo ritrovato in tema di innovazione domestica: clicchi e sei tra gli eletti che possiedono il codice sorgente del mondo conosciuto (di quello sconosciuto non ce ne frega un cazzo perché non ha manco una presa per il modem).
Drogato da promesse, annientato dall’inusitato senso di inutilità che prende chiunque navighi a 13 mega sognando di volare a 30 (onanismo che però non rende ciechi), ho accettato. Tutto. Contratto mobile, iPhone 6 pure per quell’incolpevole di mia moglie (che ovviamente l’ha già scassato, come da contratto prematrimoniale), linea fissa, Fibra, diavolerie varie tipo usare il cellulare come cordless tra le mura domestiche. Tutto per una cifra che non rivelerò nemmeno sotto tortura, perché ci ho messo 52 anni a costruirmi una reputazione.
Poi una lunga attesa. Spasmodica. Quando arriverà la mia Vodafone Station? Avrò la fibra per meritare tale Fibra? Quando potrò smettere di navigare nel web e iniziare a volare? Sono un furbone o sono uno schizofrenico?
Ieri, insospettito dal ritardo, ho chiamato il numero verde che una gentile signorina (gentile all’atto della firma del contratto) aveva spacciato come dedicato a clienti speciali come me. Era un numero a risposta automatica per la tracciatura delle pratiche. Senza spiegazioni e senza possibilità di appello (ergo di contatto con essere umano) mi è stato detto che la mia pratica è stata bocciata.
Ci ho messo tre ore, con espedienti di cui mi vergogno, per avere una bozza di spiegazione.
La mia pratica era stata gettata nell’immondizia perché ce ne era un’altra, quasi simultanea, a mio nome. E chi le aveva aperte queste pratiche? La Vodafone, che aveva sbagliato la prima (questi non sono nemmeno in grado di copiare un codice fiscale) e ne aveva aperta autonomamente una seconda (perché trovato il pollo, non lo si deve lasciar scappare) senza eliminare quella sbagliata. Quindi, all’atto del supremo controllo, era stata rilevata la sussistenza di ben due istanze a nome del sottoscritto. Ed era stato sventato un pericolosissimo corto circuito. Un Palazzotto basta e avanza e poi dove lo mettiamo il ne bis in idem?
Ora è tutto finito. Navigo ancora coi miei modesti 13 mega e non ho la Fibra che mi farebbe decollare. Però almeno resto coi piedi per terra. Mentre Vodafone vola, vola… il più lontano possibile da me.
A mai più arrivederci.

I furbetti della Telecom

staino_sulla_telecom_2Piccole soddisfazioni della vita. L’Antitrust ha multato Telecom per mercato scorretto. In pratica prometteva una velocità di collegamento internet, mediante Adsl, di sette mega che non avrebbe potuto raggiungere nemmeno col pensiero di tutti i dipendenti concentrati sul modem di casa mia. Sono stato un utente della suddetta azienda e a giorni alterni, per qualche mese, ho cercato di protestare per la qualità del servizio. Fin dall’inizio del proclama pubblicitario persino io, che ho una capacità divinatoria simile a quella degli scienziati dell’Istituto nazionale di geofisica, avevo manifestato qualche timida perplessità. Mi chiedevo: come fa un’azienda che non riesce a garantire una comunicazione elementare con i suoi abbonati (cioè uno chiama una centralinista, segnala un problema, lei dà una risposta e amen) a impegnarsi in un programma di comunicazione multipla, ultraveloce, istantanea?
La risposta sta in quel rigurgito di furberia che tanto prende dall’esperienza dei bari al tavolo verde: quando il gioco si fa pericoloso, meglio renderlo ancora più pericoloso perché l’eccitazione è parente stretta della confusione. E nella confusione si arraffa quel che si può.
Solo che prima o poi ti acchiappano e ti riempiono di schiaffoni, per fortuna. E anche se ti costringono a restituire un millesimo di  quello che hai fraudolentemente incamerato, la soddisfazione dei polli che hanno abboccato al tuo gioco è grande.
Quando si parla di signori della truffa persino una semplice tirata d’orecchi è una notizia, in questo Paese. Nell’attesa che arrivi una signora pedata nel sedere. Magari multipla, ultraveloce, con sette mega effettivi di potenza.