L’omertà ad Adro

Pare che sia iniziata la fase di auto-riannessione al Paese della famosa scuola di Adro. Si stanno togliendo i ridicoli simboli leghisti e finalmente gli alunni potranno tornare a studiare in un ambiente civile: senza stuoie, installazioni, quadretti e decorazioni che richiamano una nazione che non esiste. Del resto sarebbe stato un po’ difficile per gli insegnanti di geografia di quella scuola delimitare i confini della Padania…
Ciò però che mi ha colpito è stata la reazione dei genitori, intervistati dal Tg3. Distaccati e infastiditi dal cronista. Della serie: non ne so niente, non mi interessa.
Dalle nostre parti ci si sarebbe scomodati nel tirare in ballo l’omertà. E in Padania?

L’era del Trota

Un sindaco di una sperduta cittadina di una landa che non esiste e che qualcuno si ostina a chiamare Padania (la Neverland dei più ignoranti tra i nordisti) ha riempito una scuola di simboli leghisti. Il che equivale a mettere le mutande di Valeria Marini sugli scaffali della biblioteca comunale o a esporre un ciuffo di peli di Antonio Zequila al museo civico: una solenne cazzata, senza possibilità di discussione.
Se vivessimo in un paese coi normali sistemi di vigilanza del buon senso funzionanti, quel sindaco sarebbe stato rimosso (o meglio internato) ad opera dei suoi stessi compagni di partito. Persino Craxi mandò a quel paese Fabrizio Cicchitto quando lo scovò nelle liste della P2, a conferma che il potere è cieco solo quando vuole chiudere gli occhi.
Oggi invece il destino di una nazione è deciso da un manipolo di deputati che vestono di verde anche nell’intimità, scambiano l’acqua limacciosa di un fiume per acqua benedetta (e se la bevono pure), parlano una lingua che confina più con l’analfabetismo che con un qualsiasi dialetto, idolatrano un tale che abbaia trisillabi senza concetto.
Sapete perché quel sindaco non lo rimuove nessuno? Perché ogni meccanismo di ribellione e di autocontrollo democratico prevede un livello minimo di cultura. E noi, che un tempo rimpiangevamo l’era del Cinghiale bianco, siamo appena entrati nell’era della Trota.
Anzi, come ignoranza impone, del Trota.