Eroi

Emilio Fede contro Saviano: non è un eroe.

Infatti non è Vittorio Mangano.

Niente tesserino per Moggi

Almeno per il momento è stato scongiurato il pericolo di avere un Luciano Moggi giornalista.

Grazie a Raffaella Catalano.

Arresto o non arresto?

La Repubblica annuncia la richiesta di arresto del governatore della Sicilia Raffaele Lombardo. La Procura della Repubblica di Catania smentisce.

Non ci sono più le sane fughe di notizie di una volta.

I mondiali della Juventus

L’Italia è l’unico paese al mondo con sessanta milioni di allenatori della nazionale di calcio che si sentono titolati e irripetibili a dispetto dell’evidenza: l’unico sono io.

La vecchia battuta di padre ignoto non deve trarre in inganno.
E’ vero che ci sentiamo tutti mister, ma è anche vero che ci sono mister che dovrebbero calarsi nei nostri panni di tecnici improvvisati e capirci quando ci sentiamo spaesati.
Il caso di Marcello Lippi è emblematico.
Capisco il carattere e la schiena dritta, ma un allenatore che imbottisce il contingente mondiale con  una maggioranza di giocatori presi da una squadra decotta come la Juventus, qualche spiegazione al suo pubblico la dovrebbe.
Invece niente.
Messa da parte la foga rosanero, anche se Sirigu e Cassani sono tra i convocati (assordante l’assenza di Fabrizio Miccoli), resta il dubbio espresso qualche giorno fa da Paolo Villaggio: non sarà che con la missione sudafricana si cerca di drogare il valore di giocatori (e di club) le cui azioni sono in picchiata?
Prendiamo un appunto e parliamone a Mondiali terminati. Sarò felice di essere smentito.

Social media

E me lo dite dopo che mi sono suicidato da Facebok?

Via Deeario.

Castellucci di sabbia

È noto a tutti che Mondello esiste, così come oggi la conosciamo, in quanto dal 1909 esiste e opera la Mondello Italo-Belga. E viceversa.

Gianni Castellucci, amministratore delegato della Società Italo Belga, riscrive la storia del lido di Palermo da una personalissima angolazione.
Il succo della sua tesi è questo.
Senza l’occupazione totale della spiaggia a opera della sua società, tutta Mondello sarebbe nelle mani dei palermitani quindi nelle mani dei barbari.
Il che non è una scemenza. Conosciamo la maleducazione di molti nostri concittadini e non c’è dubbio che la spiaggia non può essere lasciata senza sorveglianza (armata, aggiungerei, dati certi fenomeni di inciviltà).
Però è giusto porsi una domanda: può un bene demaniale di questa importanza essere gestito in toto dai privati?
La mia risposta è no.
Perché il signor Castellucci potrà pure presentarsi come l’amministratore più illuminato del globo, ma un luogo come Mondello non può essere inscatolato in zone da sbigliettamento. Le concessioni di arenile è giusto che ci siano (per far cassa), ma devono essere contingentate in modo rigoroso.
L’accesso libero e la libera fruizione devono prevalere, perché la vista sul mare non può essere privatizzata: lo capisco, è un concetto desueto, ma ormai sono un cronista vintage.
Quanto ai controlli, non si capisce perché una spiaggia non debba essere equiparata a qualsiasi altro luogo pubblico. Esistono le forze dell’ordine, i vigili urbani che, anziché passeggiare al Politeama, possono essere mandati a sgambettare sul litorale. Perché si deve demandare a Castellucci e dinastie varie quel che è già pagato con le tasse? La vogliamo finire con questo secolare subappalto di competenze?
Insomma, la Società Italo Belga avrà le sue ragioni economiche per mostrarsi come la salvezza del lido dei palermitani, i palermitani hanno le loro per mostrarsi proprietari di uno spazio pubblico.

Trecentomila euro al mese

Il premier non deve essere necessariamente uguale a tutti gli altri cittadini, ma deve essere rappresentativo di tutti gli altri cittadini. Il sistema di garanzie che lo circonda deve essere più forte per compensare una sovraesposizione che non è di casta, ma diretta emanazione di democrazia.
Quando però un premier può consentirsi di sborsare una somma mensile pari allo stipendio di trecento metalmeccanici per tacitare i suoi casini familiari, c’è da chiedersi quanto il sistema di garanzie che vale per la carica istituzionale sia suscettibile di modulazione.
Le democrazie ordinarie (quelle che preferisco) sono molto sensibili all’interazione tra denaro e diritto. Il primo è olio, infatti lubrifica anche i meccanismi più rugginosi. Il secondo è acqua, per tutti, accessibile, non limitabile.
Non a caso acqua e olio tendono a separarsi.

Il tempo che scorre da fermo

Mi era sfuggito questo splendido cortometraggio della Philips (credo per pubblicizzare gli schermi 21:9). Altra roba rispetto agli esperimenti della Dream Kitchen dell’Ikea (esplorate bene le pagine per capire di cosa parliamo).

Via Twitter.

Talenti da call center


Sarà l’età che avanza, ma ho lunghi periodi di distrazione dalle questioni contingenti. Ieri sera, in un raptus di lucidità, mi sono reso conto di non avervi raccontato questa breve storia.
Ho un’amica e un amico (non sono né parenti, né legati tra loro, anzi si conoscono a stento) che lavorano nei call center di compagnie telefoniche.
Lui è un pianista classico, lei è biologa molecolare.
Essendo l’Italia un paese fondato sui call center, mi pare giusto che questi apparati chiave, queste fucine dell’intelligenza nazionale, possano contare sul fecondo apporto di artisti e laureati.
Il resto, cioè le quisquilie che riguardano i ministeri, le università, la scuola, i conservatori e via raccomandando, va lasciato alle veline, alle miss, ai figli-di-qualcuno e ai tronisti.
In fondo ci sarà un motivo se la maggiore compagnia telefonica italiana, sponsor del campionato di calcio italiano (uno dei più importanti del mondo), sceglie come testimonial una modella argentina che, anche se volesse, non riuscirebbe a esprimere un concetto compiuto neanche col suggerimento di un premio Nobel.  Quelli che sanno parlare, magari perché hanno studiato, è giusto che siano impiegati al meglio. Con cuffia e microfono, dietro un’anonima scrivania, 800 euro lordi al mese e il resto si vede.

L’occasione sprecata