L’eversivo di turno

di Giacomo Cacciatore

“Napolitano convoca Alfano. Stop al ddl sulle intercettazioni. ‘Se non cambia non lo ‘firmerò'”. (fonte: la Repubblica.it).
Giochino: quanto ci metterà Berlusconi a dare dell’eversivo (e forse di peggio) al Presidente della Repubblica Italiana?

Sana ferocia

Che De André sia stato rapito e Berlusconi no, è una macchia indelebile nella storia del popolo sardo.

Da Nipresa.

Il formaggio delle libertà

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Da Cinzia Zerbini.

Occasioni

Lavinia Borromeo John Elkann

di Quarant’Ena

L’altra mattina ho sfogliato Vanity Fair. Il servizio principale era dedicato a Lavina Borromeo: alta, bionda e con gli occhi azzurri sposata con John Jacob Philip Elkann, uno dei più importanti “Fiataroli“. La coppia ha due figli: Oceano e Leone. Tutti sono ritratti nel giardino di una villa grande quanto mezzo parco della Favorita.
Lei dichiara che il momento più bello è Natale. Scartano i regali solo loro quattro (noi pensavamo che chiamassero tutti i compaesani). Quando lui torna a casa, si toglie la giacca e la cravatta e gioca con i bambini (noi invece  eravamo certi che indossasse la tuta di Tarzan e che volasse da un albero all’altro in attesa della cena).
Poi nell’articolo si accenna al lavoro. Lei è laureata in Scienze politiche. Ha lavorato per Bottega Verde e Armani. Ha “approfondito la parte creativa” e ha disegnato per Trussardi una linea di accessori e una borsa “La vie” che – ci informa Vanity – fa tutt’ora parte della maison. Poi ha anche disegnato una serie di oggetti per la casa,  L collection, per Poltrona Frau (che le ha appena chiesto di pensare nuovi complementi di arredo).
Perché la vita è così: magari una ha tre lauree e sta con il figlio del meccanico e  l’unico approfondimento creativo che le si prospetta è vendere alle amiche i trucchi dell’Avon o i lucidatutto della Stanhome.
So bene che non posso fare dei paragoni, e magari Lavinia Borromeo nel suo lavoro è bravissima, ma perché i giornali devono infierire contro le povere anime come la mia?

Il presbite sentimentale

di Tony Gaudesi

Sarò diventato un presbite sentimentale: vedo sempre meglio le cose lontane e peggio quelle vicine. La scuola in primis. Anche io, come i miei nonni, posso dire che ai miei tempi era una cosa molto più seria.
Oggi le tracce (con relative soluzioni) della seconda prova agli esami di maturità pare fossero sul web  alle 8,33 (ecco il link).  Ciò a dimostrazione che, oltre alla didattica, anche i sistemi di sicurezza della scuola sono inesistenti. Se i testi sono usciti (magari grazie a telefonini imboscati chissà come dagli studenti) è plausibile che con lo stesso mezzo siano entrate le relative soluzioni.
Che dire? Probabilmente i nostri templi della cultura sforneranno agenti segreti in perenne guerra non con ipotetiche spie ma con grammatica e sintassi. Non importa, con gli agganci giusti bruceranno ugualmente già alla prima curva coloro che Cicerone lo hanno tradotto passo passo e senza l’ancora di salvezza di sms clandestini. C’est la vie…

Citizen B.

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di Giacomo Cacciatore e Raffaella Catalano

Giacomo: “Così finalmente abbiamo potuto vederlo, ieri, questo documentario ‘maledetto’, libero e visibile ovunque tranne che in Italia”.
Raffaella: “Già, ‘Citizen Berlusconi’. Ci sono voluti sei anni, ma era solo su Sky. Onore al merito del canale ‘Current'”.
G: “In quanti l’avranno visto? In cinque, sei?”
R: “Sì, giusto noi, scommetto, insieme a pochi altri, e ai sopravvissuti tra i personaggi intervistati a proposito dell’irresistibile e inquinata ascesa del signor B. Biagi è morto, Sartori ancora si mantiene e per fortuna ha fatto in tempo a vederlo, Travaglio è praticamente all’indice”.
G: “Si capisce. Le cose importanti passano sulle tv ammiraglie e in prima serata: ‘Amici’ di Maria De Filippi e il suo omologo in cronaca, il ‘Matrix’ di Vinci”.
R: “D’altronde tutto è cominciato con ‘Drive-in’. Ed è andato avanti sempre così: barzellette grasse, tette in saldo, spot commerciali. Il supermercato della vita”.
G: “Ho trovato interessante questo punto del documentario. Il travaso del B. politico in un contenitore praticamente già pronto, un format ben inculcato nella testa della gente. Bastava cambiare un paio di ingredienti: la presidenza del consiglio al posto dell’asta tosta. Certe ministre al posto delle ragazze fast-food. E poi l’opuscolo che corona l’impero del sovrano mediatico: il privatissimo e personalissimo ‘Una storia italiana’. Per il resto, il documentario non mi ha scioccato come pensavo. Ci stiamo abituando al peggio?”.
R: “L’altroieri non sono andata a letto indignata. Il tempo di sospensione imposto dalla censura ha fatto da sonnifero per la carica di denuncia del documentario. ‘Citizen Berlusconi’ mi è sembrato quasi l’album dei teneri ricordi del passato. Oggi tutto è peggio. Molto peggio. Il brutto di ieri sembra quasi passabile. Paradossalmente”.
G: “Un peggio ‘televisivo’, in pieno stile B. Non fai in tempo ad abituarti che subito arriva un nuovo colpo di scena”.
R: “Intanto, nel silenzio dei tg, attendiamo l’esito di ‘puttanopoli’ e del lodo Alfano bis”.
G: “E nel mezzo, qualche consiglio per gli acquisti”.

Gli occhi

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

di Willy

Ho guardato i tuoi occhi. E mi sento come davanti a un pianoforte scordato. O sono davanti a un pianoforte perfettamente accordato. Solo che le dita hanno il reuma. Non possono nemmeno improvvisare una scala. Altri tempi, altri concerti ci furono, quando le dita correvano più del pensiero. Anzi, le dita erano il pensiero stesso. E sapevano luccicare di semitoni, grondare di cascate azzurre sbocciate a garganella sul pentagramma. E sapevano suonare sinfonie per gli occhi. Ora, invece, non possono più comporre nemmeno un coro muto. Ricordi? Quando avevi gli occhi così lontani, io mi mettevo al pianoforte e suonavo, giurando di strapparti un sorriso. Mi avvolgevo nella dodecafonia di un’idea, la sviluppavo per semplificarla e renderla commestibile. All’ultimo gradino, la dissonaza diventava assonanza, correzione, armonia. Il mondo esplodeva in una spuma di coerenza e felicità.
Adesso non più. Adesso non è cambiato nulla nell’apparenza del viso. Appena appena gli occhi rivelano il taglio di un coltello che non abbiamo avvertito a pelo della carne. La cesura. La cacofonia. Tutta colpa degli occhi che guardano gli altri correre su binari incomprensibili. E come appaiono leggeri e luminosi (gli altri), nella grassezza delle fandonie che accumulano, nell’opulenza della menzogna. I loro occhi sanno tornare a casa, una volta eseguito il crimine e lavata la coscienza. I tuoi occhi vagano nello specchio in cerca di misericordia e perdono. I tuoi occhi. I miei occhi.

Io detesto

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

di Verbena

Chi fa la fila e mormora tutto il tempo contro quelli che vengono prima.
Chi si vergogna del suo dialetto e poi sbaglia i congiuntivi.
Chi predica la libertà ma poi giudica dalle apparenze.

I signori che non fanno mai centro e si dichiarano moderati.
Le signore all Burberry: per loro la vita è tutta un check.

I taccagni.
I duri e i puri.

Lo smalto nero sulle unghie.
I profumi vanigliati.
Il bagnoschiuma alla menta.

L’odore della minestra nelle mense.
Le melanzane fritte in spiaggia, con 40 gradi all’ombra.

Quelli che scambiano il rigore per snobismo.
Quelli che credono di avere capito tutto dell’amore.

Bene o male

di Abbattiamo i termosifoni

Marcello Dell’Utri, nonostante una condanna per mafia in primo grado, è un senatore della Repubblica. Fin qui, purtroppo, niente di nuovo. Apprendo oggi che è nella top five dei parlamentari più assenteisti, con uno smagliante terzo posto.
Resta da chiedersi se sia un bene o un male. E’ meglio che si assenti e rubi lo stipendio o che frequenti e faccia di peggio?

Messaggio da un’opposizione che resiste

de La contessa

Help. Au secours. Ajude-me. Ayuda. Hilfe. 救命. 助けて. Ratunku. Segítség. Yetişin. Hjälp. Apua. הצילו/ עזרה. Hjelp. Pomoc. Upomoć. لنجدة. Βοήθεια. Hjælp. helpu. Na pomoč. Ndihmë. Upomoć. Tarrtháil. Fóir orm. appi. Padėkite. ช่วยด้วย. Cứu vớ. Помощ. Socorro. Hjálp. Yarmetîm berê. کمک. Помош. Palīgā. Tolong. Допоможіть. Туслаарай. Tulungan mo naman ako.
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