Zitto coglione

“Zitto coglione!”. Sino a qualche anno fa, e sembra passato un secolo, una discussione impari tra una persona mediamente intelligente e un ignorante presuntuoso (cioè uno che fa del proprio non sapere un’arma di attacco) si poteva ritenere chiusa con una frase del genere. Poi il senziente tornava tranquillo a casa, il cretino d’assalto restava isolato nell’eco di quelle ultime parole (“Zitto coglione!”) e il mondo continuava a girare più o meno tranquillamente con la parte sana del pianeta immersa nei suoi dubbi e quella bacata avvolta nella coltre oleosa delle sue certezze.

Oggi nell’epoca del “Social dilemma” – a proposito, ne parliamo giovedì 15 ottobre, alle 19, a piazzetta Bagnasco a Palermo – la moltiplicazione del dubbio è diventata un’emergenza e da strumento del saggio si è trasformata in alibi dello stolto. Perché se il dubbio è instillato in malafede siamo davanti a un’emorragia di buon senso. E dove il buon senso latita, la cretinocrazia impera.

L’adunata di no-mask negazionisti e fascisti travestiti da scienziati di oggi a Roma è in tal senso un esempio da enciclopedia. Prendi i peggiori imbecilli del paese, dagli una platea di cretini ammaestrati, forniscigli una motivazione politica cialtrona tipo il governo ci guadagna con l’emergenza, condisci il tutto con la truce sensibilità per le fandonie dell’algoritmo di Facebook, e il gioco (sporco) è fatto.

Non c’è spazio per l’ottimismo di Woody Allen secondo il quale “il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l’imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile”. Oggi il contrario è la regola di ogni meccanismo sociale. Il contrario giustifica, premia, innalza, erige, eccita. E non c’è rimedio se non il puntuale opporsi a ciò che non è, che non può essere e che non dovrà mai/più essere. Per questo è drammaticamente sbagliata la tesi secondo la quale bisogna lasciar correre, non dare spazio a certi fenomeni perché altrimenti si corre il rischio dell’effetto amplificazione. No, è dimostrato che una falsa notizia ha un’eco sette volte superiore a una notizia vera. Quindi deve essere crociata senza confine. Oggi, domani, sempre.
Il grido di battaglia? “Zitto coglione!”.    

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

2 commenti su “Zitto coglione”

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