Re per un giorno

Io e Giovanni. Amici di infanzia, e non è un luogo comune. Insieme sin dagli anni Settanta, abbiamo suonato molto insieme, e suonare insieme da ragazzini è un tatuaggio nella coscienza. Non è come essere compagni di comitiva, di scuola, condividere pizze e fidanzate (e vabbè…), fumare a metà, darsi rifugio a vicenda quando si fugge da scuola. No, suonare insieme è il legame più intimo dopo quello sessuale o criminale. Nello specifico, non ricorrendo i requisiti per le alternative, quello unico e indimenticabile.
Non vi tedio con le mille storie che l’intersecarsi dell’ascissa dell’amicizia con la coordinata della follia potrebbe rendere inverosimili ai vostri occhi. Dico solo che Giovanni, oggi musicista e chef affermato in Olanda, d’un tratto ha capito che c’era un pezzo della sua città natale che gli mancava. E con sua moglie Linda ha deciso di agire. Da un giorno all’altro si sono presentati al Teatro Massimo per godere di quel pezzo d’arte che non avevano nella collezione. Sia chiaro per i non olandesi, Giovanni Caminita è uno che ha riempito gli stadi in Olanda. Non i teatri, gli stadi. E oggi racconta dalla tv olandese la nostra cucina con l’ironia che fa di un siciliano pensante una persona non qualunque, ovunque la si catapulti.
Insomma Giovanni e Linda hanno acquistato, senza dirmi niente, i biglietti per i Puritani e si sono accomodati nel loro palco. Hanno goduto dell’acustica e della magia di uno spettacolo immortale come l’opera, loro che vengono dalla tv e dalle folle oceaniche dei concerti pop. E si sono meravigliati come bambini, hanno scattato centinaia di foto, hanno gioito dell’arte più classica sapendo che nulla è più moderno di ciò che resiste alle insidie del tempo.
Questa foto ce l’ha scattata Linda nel Palco Reale. Due vecchi amici che suonavano da ragazzini ovunque li chiamassero (nei primi pub come nel vecchio carcere dell’Ucciardone) che si ritrovano nel tempio della musica con scogli e spiagge diverse alle spalle.
Alla fine ci vuole poco per sentirsi re, basta la compagnia giusta.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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