Montagne e laghi, la California che non ti aspetti

È ora di abbandonare l’oceano per addentrarci nell’affascinante entroterra californiano. La nostra prima meta è il Lake Tahoe, ma quel che conta veramente è ciò che sta nel mezzo tra la costa e le vette della Sierra Nevada.
Anche in questo caso la scelta della strada è cruciale. Il navigatore vi consiglierà ora e sempre i quasi 300 chilometri della freeway 80. Non statelo a sentire e scegliete la più lunga e tortuosa 49, in tal modo avrete l’occasione di ripercorrere alcune tappe suggestive del vecchio west.
Sulla via dei cercatori d’oro attraverserete le lande di Coloma, da cui partì la corsa all’oro nell’800, Auburn e soprattutto Nevada City, popolata da giovani mezzi figli dei fiori e mezzi hipster, surfer di montagna, gente strana insomma che mangia biologico in quello che un tempo era un saloon.
Salendo di quota – arriverete intorno ai 2.300 metri – non perdetevi neanche un view-point (perché la rivelazione di questo viaggio è che la California non è solo mare, surf, baywatch e muscle-men; no, la California è terra di incredibili montagne). In alcuni casi bisogna camminare un po’ per allontanarsi dalla strada e raggiungere il terrazzino panoramico. In altri lo scenario vi verrà addosso senza preavviso.

Tutto questo per prepararvi all’arrivo a Lake Tahoe, un lago che di suo sta a quasi duemila metri di quota (quindi mediamente quanto una nostra stazione sciistica). Noi abbiamo affrontato la costa occidentale, da Tahoe City a South Lake Tahoe con, nel mezzo, il gioiello di Emerald Bay. È una successione di scenari e di scorci che, da soli, valgono la deviazione verso quest’angolo di America.
Alloggiamo in un ordinario Motel 6 – gli affascinanti lodge di questa zona hanno prezzi improponibili per le nostre tasche – ma ciò che è straordinario si trova a pochi chilometri da South Lake Tahoe. A Heavenly, senza preavviso, in pieno agosto, piombiamo in una stazione sciistica alla quale mancano solo la neve e il suo corredo climatico. Tra decine di bar, ristoranti, negozi in stile chalet, c’è persino l’ovovia che gira (pure di sera). L’ufficio skipass rimanda a una delle mille attrazioni riconvertite a uso estivo. E le attrazioni sono fatte per attrarre: non opponiamo resistenza. L’investimento complessivo è di poco più di cento dollari a persona. Con questa cifra l’ovovia ci porta a tremila metri e ci consegna al Blue Streak Zip Line, un salto nel vuoto vincolati a una piccola carrucola che corre verso valle a 70 chilometri orari: super panorama, poco meno di un dollaro al secondo. Bello, bellissimo.

5 – continua

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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