Cari palermitani, lo sapete che la maratona è una festa?

maratona palermoIeri su la Repubblica sulla maratona di oggi a Palermo.

In ogni città del mondo, grande o piccola, assolata o gelida, antica o moderna, la maratona è una festa. Perché è l’occasione per godere della felicità altrui, che siano endorfine degli atleti o volti raggianti dei bambini in una città senz’auto e quindi a loro misura. Perché l’evento può rappresentare un’importante promozione turistica. E perché, una volta tanto, misurare a piedi una distanza generalmente conosciuta solo grazie a una sbirciata al cruscotto è un po’ come guardare l’amata sotto una luce piacevolmente diversa.
Domani ci sarà la ventiduesima Maratona di Palermo e – desiderio quasi clandestino -sarebbe bello se s’inaugurasse un nuovo corso. Facciamo finta che l’occasione sia il nuovo itinerario arabo-normanno e mettiamo per una volta da parte la bellezza unica dei luoghi che questa gara attraversa fisicamente (si passa all’interno di Palazzo dei Normanni e di Villa Niscemi). Una maratona nei luoghi dichiarati patrimonio dell’Unesco è una manifestazione che ha due sponsor in più, il bene comune e il bello universalmente riconosciuto. Laddove altre città sono costrette a rifarsi il trucco per simili appuntamenti, Palermo brilla di luce naturale.


Ecco quindi che in un momento di forti tensioni come quello attuale, tra piano traffico rivoluzionato dai lavori in corso e polemiche sulla ZTL, una domenica di silenzio automobilistico può servire a rasserenare gli animi e a prendere confidenza con una visione nuova della città. Una città non più solo teatro di code, aggrovigliamenti di cattive intenzioni, auto scatarranti, vigili crocifissi, segnaletica divelta, cortei senza speranza e speranze in corteo, ma luogo di festa diffusa, di pace felice. Come felice è lo sforzo di quel migliaio di caracollanti che si mettono in spalla un anno di allenamenti e corrono, corrono dalla città al mare e ritorno in una nemesi sportiva che vede la fatica non già come punizione ma come espiazione di un vizio. Il vizio di macinare chilometri.
Domani Palermo ha l’occasione di essere meglio di come la dipingono i detrattori, che la vogliono ultima sempre e comunque per partito preso e mai restituito, ma anche gli inutili adulatori, che con gli occhi foderati di panelle non riescono a vedere più lontano della loro comodità di quartiere (spesso abusiva). La città può finalmente gioire di un evento che la accomuna alle migliori città del mondo, quelle che sanno festeggiare. A New York persino i poliziotti danno il cinque agli atleti che passano davanti ai loro distintivi e in molti quartieri le famiglie distribuiscono biscotti fatti in casa. Ad Amsterdam c’è musica dal vivo a ogni incrocio e al trentacinquesimo chilometro ci sono le ballerine che saltano e ballano in t-shirt per rianimare i runner in piena crisi di fatica. A Pisa il percorso è disseminato di banchi di degustazione di prodotti tipici.
A Palermo, di grazia, si potrebbero almeno evitare i cori di clacson e le maledizioni?

 

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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