La minchiata più grande è quella che deve venire

 

Dunque c’è un medico radiato dall’ordine dei medici che sostiene una tesi che lui stesso ha ammesso che era precostituita e fallace. E inspiegabilmente, o forse no (ma sul forse no dovremmo scrivere un’enciclopedia) il propalatore di queste menzogne ha già incassato centinaia di migliaia di euro per imbastire il suo teorema folle contro il vaccino. Parliamo di Vaxxed, un documentario diretto da Andrew Wakefield, che spara scemenze a raffica sull’inesistente legame tra vaccino trivalente (morbillo – parotite – rosolia) e autismo.

Il senatore Bartolomeo Pepe, ex grillino oggi convertitosi al gruppo Gal di Tremonti (il che basterebbe a farsi un’idea del personaggio, perché uno che passa da Grillo a Tremonti va ascoltato non sugli scranni di Palazzo Madama ma sul lettino di un analista bravo) aveva programmato la proiezione della nota opera in Senato, ma per una rara convergenza di buone intenzioni e di altrettanta buona creanza spiccia, l’evento è stato annullato.

Tralasciamo che la tesi del docu-immondizia era morta sul nascere dato che il campione su cui è stata costruita la menzogna era di appena dodici bambini la cui diagnosi di autismo era precedente alla vaccinazione (roba da arresto o da spernacchiamento dell’autore, a seconda delle legislazioni). Tralasciamo che dal 1998, anno in cui la minchiata fu sparata su Lancet (e poi ovviamente ritirata dagli editori) non è mai stata rivelata alcuna relazione tra vaccinazione e autismo. Tralasciamo persino i danni che questa teoria strampalata ha prodotto nel mondo, il mondo dei creduloni, degli intellettuali del copia e incolla, dei tuttologi da social network.
Tralasciamo tutto, ma fermiamoci su un dettaglio.
Voi a uno come Pepe, che passa da Grillo a Tremonti come se fosse davanti a una tavola imbandita del brunch, nello snodo cruciale tra le mozzarelle fritte e il roastbeef, all’incrocio tra le corsie del risotto alla zarina (!!!)  e quelle del cocktail di gamberi, dareste mai la possibilità di incidere sulla pubblica opinione?
Uno che twitta, a proposito di Vaxxed, cose del genere:

pepe

…quando di scevra c’è solo la sua mente, scevra da qualunque pensiero a senso compiuto.
Uno che in occasione dell’uccisione della deputata laburista britannica Jo Cox, scriveva oscenità di questo tipo:

pepe-due

 

Ecco, voi a uno come Bartolomeo Pepe, uno che siccome si chiama Pepe sceglie il peperoncino come simbolo sui social, avreste mai dato la possibilità di rappresentare qualcuno o qualcosa nel nome del popolo italiano?

Secondo me, se lo sa Wakefield ci fa un documentario che dimostra che se sei senatore, se ti chiami Pepe di cognome e Bartolomeo di nome, la tua vita si allunga a forza di calci in culo.
E nessuno si sogni di smentirlo, eh.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

2 commenti su “La minchiata più grande è quella che deve venire”

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