Il diritto di odiare

La-torre-Eiffel-spenta-in-segno-di-cordoglioIn queste ore di sdegno disorientato, di paura liquida, c’è un diritto fondamentale, spesso calpestato, che va salvato. È un diritto che origina dal profondo delle nostre anime, che supera i cancelli della prudenza, ma che è fatto di ragione. Persino il Vaticano usa il verbo “reagire” e non richiama nessun’altra guancia da porgere. Questa è una tragedia di uomini, Dio non c’entra. E chi lo tira dentro – che sia di una fazione o di un’altra – è un cialtrone. Non servono più i pelosi distinguo che separano gli islamici buoni da quelli cattivi, qui ci si divide tra assassini e vittime, senza differenze di colore o di nazionalità. Lasciamo in soffitta i complottismi e le rivisitazioni storiche (l’Occidente, il Colonialismo, i traffici d’armi, i Servizi foraggiatori di terroristi, e altre cose così) e guardiamo le cose come sono. A Parigi come in qualunque altra città del mondo, chi spara sugli inermi non ha giustificazione alcuna, né storica né sociale. Non sono i “bastardi islamici” (per dirla con Libero) i nostri nemici, ma i bastardi delinquenti: i mafiosi, notoriamente cattolici, non hanno mai ispirato titoli tipo “assassini della Madonna” o “stragisti cattolici”. Analizzare i concetti, isolandoli dalle nostre contaminazioni ideologiche, è un buon modo per costruire una reazione adeguata. E per esercitare il nostro diritto più intimo e complesso. Il diritto di odiare.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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