A chi non capita di avere un sospeso da 18.451 euro?

spesa-al-supermercatoAbituati come siamo a masticare notizie, a impastare aggiornamenti dopo aggiornamenti, a vivere l’attimo con l’occhio alla timeline quindi a non viverlo, spesso ci lasciamo sfuggire dettagli che in altri tempi, in altre vite, ci avrebbero accesi di indignazione o di risate, a seconda dei contesti.
L’ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo Silvana Saguto, sotto inchiesta per la gestione dei patrimoni miliardari sottratti alla mafia, aveva un debito, un sospeso, nei confronti di un supermercato di Palermo di oltre 18.000 euro. Per la precisione 18.451: roba che a una persona normale basterebbero i soli 451 a dare qualche pensiero. La Saguto ha spiegato che con quel supermercato non c’entra niente e che, insomma, questa notizia non ha nulla a che vedere con l’inchiesta della Procura di Caltanissetta. Le si può credere. Anche perché non è questo il punto. La vera questione, nascosta nel tran tran di notizie all’ammasso, è: come si fa ad accumulare un simile sospeso al supermercato? Dice il giudice che c’erano problemi logistici per fare la spesa e che quindi delegava altri a razzolare col carrello tra gli scaffali del market. Le si può credere. Intanto andando avanti col nostro ragionamento si arriva a un’altra domanda: una simile esposizione economica (parliamo dello stipendio annuale di un impiegato) è compatibile con un ruolo professionale di quel livello? Non ho la risposta, lo ammetto. Però avverto l’urgenza della domanda. E lo scoramento di una constatazione: dato che a nessuno di noi comuni mortali sarebbe stato concesso un sospeso simile, è socialmente urticante assistere al fiorire indiscriminato di un privilegio. Non ci sarà nulla di penalmente rilevante, però ce le fa girare in modo rilevante.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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