Una parola scritta ci salverà

penna

Scrivere nasce dal leggere e al leggere è grato. Scrivere è una delle poche cose rimaste uniche e nostre, dalla firma al romanzo, dal primo tema al testamento.

Stefano Benni – “Achille piè veloce”

C’è un modo semplice di dividere l’umanità in due categorie ben distinte, senza incorrere in questioni razziali, inciampare in dati sensibili, mettere in atto odiose disparità: ci sono quelli che scrivono e quelli che non scrivono. Badate bene, non parliamo di scrittura creativa o comunque di uso professionale. La scrittura che qui ci interessa è la forma elementare di comunicazione.
Provate a fare un elenco dei vostri amici che scrivono (mail personali, biglietti di auguri, appunti che vi sottopongono, post su Facebook che non siano l’elenco delle paturnie quotidiane, cose così…). Poi elencate quelli che non lo fanno, ai quali non avete mai strappato una parola scritta, di cui non conoscete la grafia o che addirittura non immaginate nemmeno con una penna in mano: generalmente sono quelli che dicono di non avere mai tempo, perché per loro c’è sempre qualcosa di inutilmente importante da fare.
Ecco, ora provate a trovare comuni denominatori per ciascuna delle due categorie. Se ci fate caso, della prima (quella di chi scrive) fanno parte i curiosi, gli accesi, i portatori sani di domande contagiose. Nella seconda invece troverete i galleggiatori, i razionali senza ritegno, i depositari della verità assoluta.
Scrivere è il miglior modo per mettersi in dubbio, perché un concetto messo nero su bianco è un’ipoteca sulla credibilità e solo chi ha coraggio sfida la solidità delle parole cristallizzate nell’inchiostro. La vacuità del parlato è l’alibi del politicante, la solidità dello scritto (altrui) la sua rovina. Un motivo in più per riempire fogli e fogli.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

Un commento su “Una parola scritta ci salverà”

  1. Sono approdato a conclusioni diverse, facendo la tua stessa riflessione ed osservando chi conosco. Spesso chi non scrive ha una curiosità “sana”, che non inciampa tra le parole arenate sui fogli di carta. Cerca risposte immediatamente, chi non scrive. Chiede con meno livore di chi fa invettive armate di penna, ottenendo risposte più efficaci e dirette. Chi non scrive non è limitato dal bearsi per la frase ad effetto, dal concetto ben scritto e dalla punteggiatura perfetta. Mi è capitato di scrivere, spinto da un ideale, mentre altri, più tempestivi, invece di usare il proprio tempo, imbrattando fogli, già amoreggiavano con la mia stessa idea.

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