Quel che resterà

Due cose mi rimarranno nella valanga di parole, testimonianze, ricordi, ammonimenti di questo ventennale della strage di Capaci. Sono le testimonianze di due donne, donne diverse per età, formazione, mestiere.
Una è Letizia Battaglia e ha scritto:

In questi giorni si inaugura all’ambasciata italiana a Washington una mostra fotografica , dal titolo Un eroe italiano. Questa mostra l’ho curata io, scegliendo immagini mie di Franco Zecchin e di Shobha.
Tra queste c’ è una foto che mi è particolarmente cara, di cui sono fiera, realizzata da Shobha. Una foto orizzontale: a sinistra, c’è Falcone col suo sorriso timido, a destra ci sono io, in centro ci sono le nostre mani unite. A quelli di Washington non gliel’ho detto che quella donna sono io. Tanto non mi conoscono.

L’altra è Stefania Petyx, che ha scritto:

Oggi provo solo rabbia e dolore. Come ogni anno da quel 1992.
Nel mio piccolo l’ho detto in tutte le lingue e davanti a chiunque. L’ho detto anche davanti casa di quell’uomo di merda che 20 anni fa organizzò e pianificò quella maledetta bomba.
Anche oggi rifarei quella citofonata ma vorrei che stavolta Ninetta Bagarella avesse il coraggio di aprire.

 

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

2 commenti su “Quel che resterà”

  1. La mattina di 20 anni fa io passavo sopra 1000kg di tritolo; andavo a SR per le rappresentazioni classiche dell’INDA. Durante la rappresentazione, avvertimmo nell’aria un certo trambusto e ci rendemmo conto che era accaduto qualcosa di molto grave. Alla fine della rappresentazione, l’Aiace di Sofocle, Gianni Agus ci comunicò della strage. Restammo di merda e anche un po’ perplessi perché in qualche modo dovevamo pur rientrare a casa – eravamo già al baglio, tra Partinico e Alcamo – e le strade erano tutte interrotte. Ero tra i fortunati ad avere un padre con l’Alfa 164 col telefono e ricordo le parole della mia futura suocera “l’autostrada è una trazzera

  2. Rientrammo alle 6 del mattino del 24 maggio, dopo avere fatto un giro assurdo. Ecco il mio ricordo.

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