Tre domande semplici

Mi hanno insegnato che quando le situazioni sono complesse è meglio fare domande semplici. Capite bene che si tratta di un esercizio più di psicologia che di giornalismo, ma ognuno di noi ha il passato che si merita…
E allora cimentiamoci con tre domande.
Cosa c’entrano diamanti e lingotti d’oro coi soldi che lo Stato dà a un partito?
Perché quando un intero Paese stringe la cinghia, i rimborsi elettorali non si devono toccare?
Come si può tollerare che la decisione su un finanziamento pubblico venga presa da chi i soldi li riceve e non da chi i soldi li versa?

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

10 commenti su “Tre domande semplici”

  1. Ieri, a Linea Notte, Giovanna Botteri raccontava la storia di John Edward, politico statunitense, in corsa, nel 2008, per le primarie democratiche. Edward avrebbe stornato 1 milione di dollari pubblici, che sarebbero dovuti servire per la sua campagna elettorale, a favore di una sua “protegè”, dalla quale il politico avrebbe pure avuto un figlio. Con la cifra, il politico, avrebbe pagato il silenzio della donna, a vantaggio di una situazione familiare, quella di Edward, già funestata dalla grave malattia della moglie.
    La scoperta del quantum, oggi, potrebbe costare all’ex senatore dai 30 ai 50 anni di carcere.

  2. Grazie Mara. L’Italia é proprio un paese unico! – Alcuni estratti:
    • Il finanziamento pubblico è a carico del bilancio dello Stato (ovvero, se lo Stato può e quanto può, non a prescindere!)
    • destinato ai partiti politici in funzione dei voti ottenuti in occasione delle ultime elezioni (ovvero chi convince meno, prende meno: qualcuno ha detto meritocrazia?
    • destinato ai partiti politici in funzione della loro rappresentanza parlamentare (ovvero, MARGHERITA? Come cacchio avrebbe avuto rimborsi elettorali SENZA rappresentanza? Ma gli Italiani ci sono o ci fanno?)
    • un partito riceve sanzioni finanziarie se non assicura, tra i suoi candidati, un’adeguata rappresentatività femminile
    FRANCIA: circa 80,2 milioni di euro annui. 7 Milioni NON EROGATI per sanzioni finanziarie varie inflitte a vari partiti
    Nel 2010 l’ammontare in Francia di tale contributo è stato di circa 74, 8 milioni di euro.

    Il Codice elettorale francese prevede un contributo statale per il parziale rimborso delle spese elettorali sostenute dai candidati. Il rimborso elettorale é soggetto al rispetto di limiti di spesa. La determinazione del limite di spesa è effettuata in funzione del numero di abitanti della circoscrizione d’elezione. Esempio: Assemblea Nazionale (il più alto limite di spesa) è fissato a 38.000 euro a candidato. Il rimborso é diviso in rimborso effettivo delle spese connesse (documentate) e rimborso forfettario delle spese di campagna se il candidato ha ottenuto almeno il 5% dei suffragi nel primo turno elettorale e sia in regola con le disposizioni di legge in materia di dichiarazione delle spese elettorali. Il rimborso è pari al 50% del limite di spesa.
    Ancora!: in caso di superamento dei limiti di spesa, accertato dalla Commissione nazionale, il candidato è tenuto a versare al Tesoro una somma pari all’ammontare per il quale ha superato il limite. Ammenda di 3.750 euro unitamente all’arresto fino ad un anno a carico del candidato in che abbia raccolto o accettato fondi in violazione della legge, che abbia superato i limiti di spesa o violato le disposizioni sulla contabilità elettorale.

  3. Germania:
    • contributo proporzionale ai voti ricevuti pari a 0,85 euro per ogni voto valido, fino a 4 milioni di voti e a 0,70 euro per ogni voto ulteriore.
    • contributo calcolato sulla quota di autofinanziamento di 0,38 euro per ogni euro che il singolo partito abbia ricevuto come donazione o a titolo di quota di iscrizione da una persona fisica (si tiene conto soltanto dei finanziamenti che non superano i 3.300 euro).

    Per accedere ai suddetti contributi è necessario il raggiungimento di determinati risultati elettorali minimi.

    Tralascio il resto perché vale la pena di leggere tutto il testo e capire quanto l’Italia sia una repubblica fondata sull’Intrallazzo.

  4. Gli italiani sono sconcertati, furibondi, indignati.
    L’astensione del voto si farà sentire

  5. Voglio farvi arrabbiare di più, se si può
    Io ho fatto politica attiva per una dozzina di anni, promuovendo manifestazioni, convegni, campagne elettorali a sostegno del partito non ovviamente solo le mie, avendo una segreteria politica sempre aperta, con collaboratore con regolare contratto, sostenendo i costi per il funzionamento del partito provinciale e regionale con parte dei miei emolumenti personali, ebbene il partito non ha mai contribuito economicamente a sostenere nessuna di queste spese. Mai! A Palermo dicevano che i contributi restano a roma e li’ impossibile averne contezza, che fine fanno? Pletore di impiegati di partito romani, sedi sfarzose e vuote, costi di funzionari di partito sconosciuti ai più e senza voti, manifestazioni nazionali inutili, qualche battage pubblicitario e poi? Mah! Ci vuole trasparenza e non c’è

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