Vi prego, donne italiane, che siate mie amiche, lettrici di questo blog, o che siate capitate qui per caso, oggi è la vostra festa, ma fate finta di niente.
La festa della donna, degna e plausibile ricorrenza, lasciamola al passato.
Siamo nel 2012 e sappiamo tutti che le vostre rivendicazioni non trovano – non hanno mai trovato – sponda in un anniversario che per molte, per la stragrande maggioranza, si riduce a una cena con le amiche e via.
Per le cose serie giocatevela, anzi giochiamocela, su un tempo lungo ben più di un giorno che non è più inverno e non è ancora primavera. Spalmiamo il problema delle pari opportunità su dodici mesi e più. Tra persone civili abbiamo, nonostante le meravigliose cose che biologicamente ci dividono, una fondamentale dote comune: sappiamo indignarci allo stesso modo.
Facciamo in modo che l’8 marzo non sia una festa, ma un giorno qualunque. E che l’anniversario di un’auspicabile liberazione sia festeggiato ogni giorno in un crescendo di conquiste, di successi.
Concordo. Purtroppo la festa della donna non è come la festa del papà o della mamma. Infatti non c’è la Festa dell’Uomo. È semmai una tragica ricorrenza del fallimento delle pari opportunità e di come il movimento femminista ha ‘preso in mano’ il problema, creando e foraggiando una divisione/contrapposizione Uomo/Donna. I risultati brillano per la loro assenza.
Grazie Gery, grazie a Massimo, interpretate i miei pensieri, questo giorno che si ostinano a “festeggiare” per me è deleterio
Sottoscrivo tutto, commenti compresi!
ma ci pensate? esiste un ministero per le PARI opportunità! Vi pare normale?
No!
Sarà tutto risolto quando ci sarà un ministero per le “dispari” opportunità… Scherzi a parte, il problema è complesso. Il problema “donna” esiste, ma non si dovrebbe porre soltanto in termini di rivendicazioni di diritti, ma in termini culturali: finchè ci saranno uomini che considereranno le donne come “oggetto”, che sia sessuale, che sia di lavoro a basso costo, che sia di inferiorità mentale (mascherata, per carità, sotto un becero paternalismo o falsa protezione), la giornata della donna ha il senso di ricordarcelo.
Come un popolo non dovrebbe aver bisogno di navigatori e di santi, non dovrebbe utopicamente avere bisogno di “giornate” particolari.
Errata corrige: … di eroi e di santi…
@fm: No, non mi pare normale. Ma se lei non lo avesse sottolineato, io non ci avrei riflettuto. Merci!