Donne, fate finta di niente

Vi prego, donne italiane, che siate mie amiche, lettrici di questo blog, o che siate capitate qui per caso, oggi è la vostra festa, ma fate finta di niente.
La festa della donna, degna e plausibile ricorrenza, lasciamola al passato.
Siamo nel 2012 e sappiamo tutti che le vostre rivendicazioni non trovano – non hanno mai trovato – sponda in un anniversario che per molte, per la stragrande maggioranza, si riduce a una cena con le amiche e via.
Per le cose serie giocatevela, anzi giochiamocela, su un tempo lungo ben più di un giorno che non è più inverno e non è ancora primavera. Spalmiamo il problema delle pari opportunità su dodici mesi e più. Tra persone civili abbiamo, nonostante le meravigliose cose che biologicamente ci dividono, una fondamentale dote comune: sappiamo indignarci allo stesso modo.
Facciamo in modo che l’8 marzo non sia una festa, ma un giorno qualunque. E che l’anniversario di un’auspicabile liberazione sia festeggiato ogni giorno in un crescendo di conquiste, di successi.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

8 commenti su “Donne, fate finta di niente”

  1. Concordo. Purtroppo la festa della donna non è come la festa del papà o della mamma. Infatti non c’è la Festa dell’Uomo. È semmai una tragica ricorrenza del fallimento delle pari opportunità e di come il movimento femminista ha ‘preso in mano’ il problema, creando e foraggiando una divisione/contrapposizione Uomo/Donna. I risultati brillano per la loro assenza.

  2. Grazie Gery, grazie a Massimo, interpretate i miei pensieri, questo giorno che si ostinano a “festeggiare” per me è deleterio

  3. ma ci pensate? esiste un ministero per le PARI opportunità! Vi pare normale?

  4. Sarà tutto risolto quando ci sarà un ministero per le “dispari” opportunità… Scherzi a parte, il problema è complesso. Il problema “donna” esiste, ma non si dovrebbe porre soltanto in termini di rivendicazioni di diritti, ma in termini culturali: finchè ci saranno uomini che considereranno le donne come “oggetto”, che sia sessuale, che sia di lavoro a basso costo, che sia di inferiorità mentale (mascherata, per carità, sotto un becero paternalismo o falsa protezione), la giornata della donna ha il senso di ricordarcelo.
    Come un popolo non dovrebbe aver bisogno di navigatori e di santi, non dovrebbe utopicamente avere bisogno di “giornate” particolari.

  5. @fm: No, non mi pare normale. Ma se lei non lo avesse sottolineato, io non ci avrei riflettuto. Merci!

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