Pd, il disastro annunciato

Diciamolo, il Pd di quest’Isola è amministrato da un Cammarata senza yacht, senza intrallazzi e senza Martini. Quindi ulteriormente depotenziato (almeno, credetemi, per quel che riguarda il prodigioso effetto di un buon cocktail). (…)
Il vero problema non sono le primarie, ma un quesito primario: chi c’è alla guida di un partito che ha scelto come testa di ariete una rispettabile signora che politicamente ha inanellato una sconfitta dietro l’altra? Chi governa un corpo politico che con la mano destra appoggia un presidente della regione di schieramento avverso e con la mano sinistra fa finta di accarezzare un rottamatore che per sopravvivere deve sputtanare non già i suoi avversari istituzionali, ma i suoi stessi compagni di partito?

Questo scrissi meno di tre settimane fa qui. E, badate bene, questa non è un’autocitazione, bensì un modo come un altro per dire che chiunque (persino io) poteva prevedere il disastro delle primarie di Palermo: perché per il Pd di disastro si tratta.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

7 commenti su “Pd, il disastro annunciato”

  1. al di là dei problemi del pd – che sono molteplici e multiformi – mi chiedo se quanto è accaduto non indichi anche quanto la gente ormai rifugga la politica e chi ne abbia chiara connotazione e appartenenza, per rivolgersi piuttosto a chiunque si presenti più o meno nuovo o estraneo ai partiti.
    sono curiosa di vedere che accadrà alle prossime amministrative.

  2. La gente ha dimostrato di interessarsi della
    politica: la partecipazione alle primarie è
    stata significativa.
    Per quanto concerne il disastro lo avevo previsto
    anche io un mese or sono: una miopia incomprensibile: il non sapere leggere in tempo
    le dinamiche degli eventi e del sentimento popolare.

  3. Che la Borsellino non ce l’avrebbe fatta per me era scontato. Sono anni che dico che è una perdente. Non ha carisma, non ha mai fatto niente per la città, non ha spessore. Lei è solo una brava persona e la sorella del giudice. Ma questo non basta. Soprattutto è stato il candidato “calato” dall’alto e imposto da Roma. Eppure dovrebbero averlo capito che gli elettori di sinistra, anche quelli della colonia Sicilia, non amano le imposizioni, specie da chi della Sicilia conosce e ama conoscere solo la mafia e l’antimafia.

  4. La penso come fm: non basta un cognome importante e l’aria bonaria da farmacista di paese… Adesso, dopo il disastro annunciato di cui sopra, gli “altri” possono candidare in scioltezza chiunque, anche Totò Riina (il che avrebbe anche una sua logica…).

  5. Al di là di ogni analisi, resta il fatto
    che si è assistito ad uno scenario di mediocrità,
    di bassa cucina:
    Non un grande progetto, nè un volo alto .
    Comparse vocate al “curtigghiuu”, alla “sciarra”:
    Palermo meriterebbe ben altro: si muovono
    nella mota, senza pudore, senza umiltà:
    AIUTO!!!!!!!!

  6. Dopo tanti anni passati a sperare in un cambiamento mi sono convinta che non è vero che Palermo meriterebbe ben altro. Ha proprio quello che si merita!

  7. quoto fm
    possibile che in una città di un milione di abitanti nessuno sia riuscito a trovare un professionista brillante, perbene, con un pizzico di carisma e tanta buona volontà?
    e sconfortata vi dico che per la prima volta nella mia vita non so proprio chi votare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *