Il passo avanti delle buttane alla Favorita

L’articolo di oggi su Repubblica.

Per anni quasi non ci si faceva più caso. Uno che passava per la Favorita vedeva solo alberi e figure
variopinte tra i cespugli. L’occhio c’era abituato: alberi e donne, il verde dei cespugli e il fucsia
delle gonne, gli agrumeti e le buttane. I palermitani sempre buttane le hanno chiamate, anche se
negli ultimi lustri preferivano il termine “nigeriane”, quasi che il colore della pelle fosse espressione
di nazionalità certa.


Insomma le prostitute di viale Diana erano macchie colorate di un panorama che nessuno ha mai
ammirato, dato che la Favorita è un parco demansionato al ruolo di strada di collegamento tra la
città e il mare.
Poi d’improvviso l’organizzazione criminale che sfrutta queste donne ha evidentemente deciso di
correre ai ripari. Per far risaltare la “merce” non bastavano più i vestiti ridotti e fosforescenti, ci
voleva un passo avanti, sia simbolico che reale.
Via dall’intreccio di cespugli, basta coi piedi nel terriccio, si ci espone sull’asfalto.
E così le prostitute in Favorita si sono spostate fisicamente sulla strada, ben oltre la linea che
delimita la carreggiata.
Se percorrete in auto la strada in direzione Mondello avrete le prove di questa nuova strategia:
conquistando un metro di terreno scoperto e di pericolosa visibilità, le signorine ve le troverete
di fronte e non più di lato. Specialmente dove la strada piega in dolci curve e la visuale si apre
improvvisamente, la sorte deciderà per voi: o le prostitute o l’autovelox.
Il parco è sempre stato terreno di caccia sin dai tempi dei Borboni che ne fecero la loro riserva.
Col passare dei secoli, della caccia è rimasta solo una metafora stramba, con prede moderne che si
muovono sui tacchi e inseguitori col portafoglio sguainato.
Ma che battuta di caccia è quella in cui la preda è consenziente e anzi è quasi sbattuta in faccia al
cacciatore?
In realtà l’unicità della Favorita sta proprio nell’essere una coltivazione estensiva di paradossi.
Più che i falchi pellegrini, nella riserva proliferano i cani randagi. Il verde che dovrebbe attrarre
i bambini è terreno in cui cresce solo la diffidenza dei genitori, perché non si sa mai chi si può
incontrare nei viali del parco.
Già, chi si può incontrare? Le prostitute no, non ci stanno più nei viali. La nuova truce legge di
mercato ha imposto loro di esporsi in strada, e poco importa se non esiste un marciapiede su cui
battere. Tra i rischi che queste donne corrono ogni giorno, quello di essere investite è il meno grave.
In fondo un incidente stradale si evita, una coltellata si scampa.
Con qualunque tempo loro stanno lì, tra le auto che sfrecciano a pochi centimetri di distanza, a
ballare senza musica nel concerto dei tubi di scappamento.
L’altro giorno, all’uscita della curva dopo l’ex Colonia comunale, me ne sono trovate davanti due
all’improvviso. Per fortuna le ho evitate con una sterzata. La scena non è piaciuta a un gruppetto
di loro che, poco più avanti, ha scambiato la mia manovra per una provocazione e ha cominciato
a bersagliarmi con tutto quel che si poteva raccattare: pietre, rami, mandarini. Come in un film
americano sono riuscito a fuggire.
Il giorno dopo mi è capitato di rifare quella strada e ho affrontato la curva tenendomi più largo. Le
signorine erano tutte là. E come me, molti automobilisti usavano prudenza nell’addolcire la curva.
Tra poco non ci faremo più caso.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

2 commenti su “Il passo avanti delle buttane alla Favorita”

  1. Ottime riflessioni caro Gery, ti voglio raccontare un episodio che mi è capitato qualche giorno fa: nel corso di una delle uscite di allenamento che faccio spesso percorrendo la Favorita nelle varie possibilità che offre quel percorso, lungo viale Diana all’altezza dell’ippodromo passo accanto ad una coppia di ragazze in attesa di clienti (ma alle 9 di domenica mattina chi è che va a buttane?), ed una delle due mi afferra per un braccio nel tentativo di accalappiarmi! Beh, non ti dico come l’ho apostrofata (siamo in fascia protetta…). Però una riflessione mi viene spontanea: dai cani randagi della favorita non sono mai stato non dico aggredito, ma nemmeno calcolato di striscio!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *