Cornuto, satiricamente parlando

La vicenda di Vasco Rossi e di Nonciclopedia ha costretto blogger, editorialisti, chiacchieratori da bar e passeggeri di autobus a occuparsi per la miliardesima volta del rapporto tra libertà di critica e satira.
Siccome quasi tutto è già stato scritto/detto, provo a riassumere con tre domande.

1) Se prima di dire cornuto a qualcuno io mi metto il cartellino “autore satirico” sul petto, sono libero di offendere?

2) Se dopo che gliel’ho detto pretendo il suo applauso sono ancora un autore satirico o un incosciente?

3) Se la cosiddetta contestualizzazione (ci sono luoghi in cui dire cornuto a uno pesa meno che dirlo altrove) è un’attenuante, perché lo è solo per la satira e non anche per il diritto di critica?

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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