La lezione norvegese

Questo bel pezzo di Adriano Sofri e soprattutto il ricordo di una recente vacanza mi forniscono una lente diversa con la quale osservare la tragedia di Oslo.
Nel paese dove tutto era regolare, modesto, composto, anche l’esplosione di un petardo avrebbe portato scompiglio. Figuriamoci le bombe. Né, al momento, si può contestare alle forze dell’ordine norvegesi la sottovalutazione di alcunché. In quelle lande persino gli estremismi hanno un contegno.
Uno dei maggiori scandali con cui il Paese aveva avuto a che fare era stato, nel 2004, il furto dell’Urlo di Munch: i norvegesi credevano che per tenere al sicuro un capolavoro di quel livello (e di quel valore) bastassero una finestra socchiusa e un paio di inservienti che, girando per il museo, ogni tanto gettassero un’occhiata sulla tela. Quando i ladri umiliarono  il Paese intero – perché l’Urlo è venerato da tutta la Norvegia – non accadde nulla di eclatante. Bastò la vergogna dinanzi al mondo. Perché Oslo è la capitale di un paese candidamente orgoglioso. Un paese in cui i poliziotti, che girano per le strade disarmati, adesso si preoccupano di dover impugnare le pistole. Il che sarebbe per loro, agenti rispettati per ciò che rappresentano e non per il potere di intimidazione di un’arma, un’umiliazione.
Credo che dovremo prestare molta attenzione a questo 11 settembre scandinavo.
La grandezza di una civiltà non si misura soltanto col metro americano, cioè con la capacità di reazione agli eventi e con le conseguenti trasformazioni sociali. C’è un altro metodo di riscatto che punta invece all’immutabilità dei tempi e dei modi di vivere. Reagire senza cambiare perché ai cambiamenti imposti col terrore si risponde con una calma quasi gandhiana, senza ovviamente lasciarsi pestare i calli. Probabilmente sarà questa la lezione norvegese al mondo delle guerre sante, delle bombe intelligenti e delle missioni di pace armate.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

5 commenti su “La lezione norvegese”

  1. specie dopo aver scoperto che l’autore è un “cristiano fondamentalista” vicino ad ambienti dell’estrema destra

  2. Condivido quato scevera l’Autore: la governance
    norvegese ed il popolo stanno dimostrando
    saggezza, pacatezza spirituale,alto senso etico,
    consci di un presente e di una tradizione sana
    e incorrotta

  3. Bel pezzo quello di Adriano Sofri, di cui serbo
    una cartolina umilmente inviatami da Pisa 20 anni
    or sono.
    Una bella intelligenza, una grande cultura, una
    raffinata scrittura

  4. Incredibilmente, ho citato la Norvegia e la sua civiltà un giorno prima dell’attentato, nel mio ultimo post sulla “casta”. E ne ho avuto conferma anche dopo l’efferato episodio. Da cristiano, quello che mi sconvolge è che denominandosi tali si possa commettere un tale crimine. Dal Papa mi sarei aspettato più che unas generica condanna della violenza, l’affermazione che non può assolutamente esistere l’accostamento tra Cristo e il fanatismo, fra una presunta superiorità “occidentale” e il crisianesimo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *