I bacchettoni contro il premier

L’ipocrisia è un difetto ma è anche una componente armonica della società, la vita politica non ha ancora assunto le caratteristiche dei reality che consentono a tutti di confessarsi annunciando i peccati che nemmeno hanno commesso.
Il premier Berlusconi si comporta come se fosse sull’isola dei famosi, ipotizzando che i suoi avversari siano politici aperti alle dinamiche del mondo moderno e alle loro novità.
Ma gli avversari del Cavaliere all’occorrenza sanno essere bacchettoni e retrogradi addirittura ignari dei traumi che il Pci attraversò per i cambi amorosi dei suoi leader.

Con queste parole, tratte da un editoriale publicato ieri sul Giornale di Sicilia, Salvatore Scarpino ci spiega che:

1)    Purtroppo la vita politica non si è ancora allineata all’ipocrisia dei reality;

2)    Quando ciò avverrà si potrà confessare ciò di cui non si è colpevoli;

3)    Berlusconi vive in un reality;

4)    Tutti gli altri non lo capiscono perché non sono aperti alle dinamiche del mondo moderno;

5)    Le dinamiche del mondo moderno sono quelle dei reality;

6)    Chi è contro un premier puttaniere e mentitore (qualifiche guadagnate sul campo e provate) è un bacchettone.

Ma Scarpino è pagato dal Giornale di Sicilia per scrivere queste cose oppure prende direttamente il rimborso dall’assessorato alla Sanità?

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

5 commenti su “I bacchettoni contro il premier”

  1. Gery, non so se provi la stessa sensazione: “zappando” fra la rete e la TV, pare che l’idea fantascientifica dei fratelli Wachowski (quelli della saga cinematografica Matrix) di replicare all’infinito l’ispettore Smith (l’agente FBI vintage anni ’50) sia stata superata dalla realtà italiana. Dietro i “faccioni” di questi pseudo giornalisti (mi vengono subito in mente quelli del Giornale e di Libero) che si affannano e prodigano a mistificare i fatti raccontando la loro storiella strampalata, dove il degrado dei costumi e della morale viene spacciato per la modernizzazione della politica, al fine di minimizzare e banalizzare la portata delle accuse e, poi, deviare la discussione altrove – un odioso atteggiamento tipicamente fascista – si nasconde quella ”faccia di tolla”, come si dice in Brianza dalle parti di Arcore, dell’avvocato Mavalàvalà.
    Davvero, non se ne può più di questo disgusto!

  2. Le ultimissime dichiarazioni del Premier, “meglio le belle donne che essere gay”, ci confermano la cifra politica e la statura intellettuale di quest’uomo che pretenderebbe di essere ricordato come uno statista politico e, finalmente, semplificano il dibattito politico in Italia e in seno a quello che resta del Popolo della Libertà (ben presto Popolo du Pilu), riportandolo all’essenziale e al riparo dalle ipocrisie del linguaggio della politica parruccona, per buona pace di Scarpino.
    Il grande Antonio Albanese, alias Cetto La Qualunque, sarebbe legittimato di vantare i suoi diretti per essere stato un acuto e attento precursore del programma politico degli italiani “chiu’ pilu pi tutti”, dove l’invenzione della satira è stata superata dalla stessa realtà.

  3. Antonio Albanese è un artista della comicità, il settantaquattrenne priapico di Arcore ricorda invece “L’autunno del patriarca” di Gabriel Marquez.
    La vertigine e la solitudine del potere ne ottenebrano la mente. Circondato da servitori supponenti e confusi che già pensano a gettarsi giù da un carro ormai destinato al precipizio e, sopratutto, a riciclarsi senza danno (su quale sponda emigrerà, ad esempio, Capezzone?).
    Su tutto questo una opposizione quasi marginale, intestardita sugli scandali sessuali del premier e sulle proprie liti interne.
    Sembra appunto un reality ma purtroppo, in questo caso, non disponiamo di un telecomando.

  4. Gery, ti segnalo l’ultima dichiarazione del presidente Berlusconi: LA MAFIA SI VENDICA ATTACCANDOMI.
    Bellissima, un vero ossimoro!

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