Il coraggio ordinario

Quella di Valeria Grasso è una storia ordinaria, e ciò non deve sminuirne l’importanza. Perché è ordinaria come il diritto calpestato di un cittadino, come l’abbandono di un monumento pubblico, come la politica delle rane dalla bocca larga.
Valeria – mi permetto di chiamarla per nome perché è una mia amica – è una donna coraggiosa che si è scontrata con il sistema mafioso. Come è accaduto a molti imprenditori siciliani, si è accorta di essere imbrigliata in una rete appiccicosa di storture, solo quando i giochi erano fatti.
Come si dice, nessuno nasce insegnato e non c’è nulla di più irritante, per chi vive alle nostre latitudini, del pontificare di chi, in virtù del senno di poi, ha soluzioni meramente verbali per problemi reali.
No, Valeria ha avuto modo di provare sulla sua pelle gli inganni di questa terra: i finti amici, i rapporti di lavoro truccati, certe abominevoli consuetudini.
Quindi astenersi pontificatori.
Però Valeria se n’è accorta in tempo.
Ha denunciato tutto e tutti.
Si è esposta con faccia, nome e cognome. Ha messo in gioco la sua vita e quella dei suoi tre figli.
La sua presa di posizione in sede giudiziaria è costata il carcere a due mafiosi (di merda).
Lei ha fatto e continua a fare nomi e cognomi. A volto scoperto, a testa alta.
Ora ha subito troppe minacce, intimidazioni e la sua attività economica ne ha ovviamente risentito (vorrei vedere voi a lavorare nella vostra azienda mentre vi tagliano i cavi della luce o vi distruggono l’auto sotto casa).
Valeria non vuole soldi. Cerca solo qualcuno che la ascolti.
Ha scritto a tutte le autorità di questo Stato. E, pensate un po’, non le ha risposto nessuno.
Io sono in grado di fornire tutti i suoi recapiti. Se qualcuno vuole mettersi in contatto con lei, può inviarmi una e-mail. Se qualcuno vuole far circolare questo post (anche senza citare la fonte) può farlo liberamente.
Non credo nelle catene internettiane né nelle petizioni online. Credo nella saggezza degli onesti.
Facciamo qualcosa per lei e per quelli come lei.
Il nostro programma non prevede insuccessi.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

5 commenti su “Il coraggio ordinario”

  1. Bravo Gery quando scrivi: “due mafiosi (di merda)”. Nel nostro mestiere, anche quando si scrive di mafia, di mafiosi, dei peggiori tra questi, in genere non puoi permetterti francesismi, ne pagherebbe la nostra presunta obiettività. Così va a finire che i mafiosi, con la scusa dell’obiettività, acquisiscano anche un sentore di dignità.
    A parte questo, la storia di Valeria, per come la racconti tu, mi colpisce parecchio. Mi sono soffermata al tuo: ” Valeria non vuole soldi, cerca solo qualcuno che la ascolti”. Da due anni a questa parte, da quando giornalisticamente mi occupo, quasi in “toto”, di fatti di mafia, sono costantemente contattata da imnprenditori vessati, “più o meno” realmente, dal racket. Nella maggior parte dei casi scelgo di incontrarli, di guardarli negli occhi, di sentire le inclinazioni dei loro sfoghi. Rimango delusa quando, in coda a racconti, che spesso del verosimile hanno poco, non solo non c’è il desiderio di denunciare a viso aperto, ma c’è solo l’esclusivo ambire dei contributi “in soldoni”. Conosco tante, troppe vittime facili, che usano la “paura”, come specchio di altre ambizioni. E’ triste, ma questa è l’altra faccia della “primavera anti-racket”. Spero che Valeria, considerato come la racconti e credendo alle sue intenzioni, trovi qualcuno che la ascolti davvero e che trasformi i timori e il coraggio, nelle certezze di vita di cui ha bisogno.

  2. beh anche dire quello che hai detto tu ci vuole coraggio. Io la mafia la temo perché l’ho vista in azione. Da lontano, ma in azione.

    Però alle catene internettiane ci credo, fanno informazione. Non combattono niente – ma l’informazione è già qualcosa. Anzi, è molto.

    (Maristella, presunta obbiettività? Molto, molto presunta)

  3. Vedo che il post è stato linkato da alcuni blog e siti di informazione. Ma è ancora poco. Parliamone, manifestiamoci. Il nostro punto di vista è importante anche quando non si parla di berlusca o del grande fratello. Sveglia!

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