Magris VS Santanchè (proprio così)

Non perdetevi un istruttivo faccia a faccia tra Daniela Santanchè e Claudio Magris (sì, avete capito bene) sulle pagine del Corriere della Sera. La diatriba inizia con un articolo di Magris sulla volgarità dei nostri politici e si conclude con una fulminante concatenazione di stupidaggini della Santanchè.
L’effetto complessivo è tranquillizzante: la parola intellettuale non ha solo la valenza negativa che la signora Santanchè le attribuisce.
E questo ci aiuta a capire chi tra i due ha ragione.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

25 commenti su “Magris VS Santanchè (proprio così)”

  1. Ci aiuta anche a fare una facile distinzione: da un lato la signore e i signori dall’altro le Santanché e gli Stracquadanio

  2. Magris è perfetto nella prima parte,poi scivola nel citazionismo colto e si autoconsegna alla Daniela, la quale, indottrinata, risponde con altrettante citazioni neurologiche.Dunque a chi giova questo teatrino?.Ad entrambi, presumo.Del caro Magris conservo due missive autorafe e lo stile è sempre fedele a se stesso quando le argomentazioni tendono a languire cita e contracita,franando, ma tra i due sicuramente rimane il migliore.Tra i due.Non è certo uno scontro tra titani…suvvia…

  3. L’essenziale è aver misura di quel che si dice, ma siccome il limite è sempre regolato in maniera individuale ciascuno esprime il proprio punto di vista che rimane pazrziale in quanto personale, per cui mi sono azzardata a sparare la mia enormità-relativa intervenendo in un post che riguarda una persona con cui ho avuto modo in passato di relazionarmi, non necessito perciò dell’approvazione altrui.

  4. Ma perché la Santanchè ha scelto un neurologo come fonte per le proprie citazioni? E’ una scelta casuale?

  5. @do. Leggere il suo commento-recensione su Claudio Magris mi dà lo stesso effetto tranquillizzante che mi ha suscitato l’atteggiamento della Santanchè.

  6. Compiti a casa per la Santanchè: riflettere e trarre una degna, quanto muta (per carità) conclusione. “Un’onesta e fedele divulgazione è la base di ogni seria cultura, perché nessuno può conoscere di prima mano tutto ciò che sarebbe, anzi è necessario conoscere”. (Claudio Magris)

  7. Guardi paragonarmi alla Santanché mi pare eccessivo, e velatamente offensivo, vista l’allure della signora,non voglio pararmi sotto il palo sull’essere stata male interpretata, chiarisco solo per i lettori privi di pregiudizi: non ho “recensito” Magris ho detto che cade, come è sua abitudine, nell’eccesso di citazionismo colto, eccesso che ha permesso alla madame di sfoggiare la sua-artificiosa- citazioneria,sicché sembravano due tipi che fanno a gara su chi cita di piu’..distraendo, annoiandomi, me lettrice dal reale contenuto delle argomentazioni impeccabili che si articolavano nella primissima parte dell’articolo di Magris…Cmq sono sempre affascinata dall’atteggiamento accogliente e sprovinciale di una parte dell’intellighenzia palermitana; mi salva il fatto di non appartenere a nessuna intellighenzia e di non essere totalmente palermitana.

  8. @do: a proposito “dell’atteggiamento accogliente e sprovinciale di una parte dell’intellighenzia palermitana”, fossi in lei, comincerei a pormi qualche domanda. E magari qualche limite.
    A bientot.

  9. @contessa:”una parte” è già una buona risposta ma pongo molta fiducia nell’essere umano che spesso esercita la transumanza… Per fortuna ho l’impressione che entrambe preferiamo le freccette agli insulti civili del neurologo, ma vede ritrovarmi nel gruppo dei santacosa non me gusta…il fatto è che il link del blog occhieggia da liveiscilia e capita di leggervi e di farmi un’idea, anche senza grandi pretese di rifocillamenti occhieggianti da clan..E’ capitato che ho digitato qui la mia idea parziale; ma siete aperti al pubblico: dalle piazze passa chiunque, non ci si può chiudere in difesa verso chi vi si trova a sostare momentaneamente..Evitiamo xrò, almeno noi due,di imbastire teatrini; per principio evito di rimbeccarmi con una donna…del resto non c’è bisogno di fare quadrato noi siamo geneticamente programmate per accogliere..lasciamo ai maschietti il vezzo di atteggiarsi a reucci..è piu’ divertente. Con il maestro abbiamo un deciso problema di interferenze pregiudiziali che rigardano la comunicazione, immagino che persino per attaccare un lampadario avremmo diffcoltà nelle intenzioni, ma non è per nessuno dei due un dilemma capitale:ha la facoltà di moderare, approvando o meno, quel che qui si scrive…esercita un controllo, limita le domande…suvvia..Au revoir.

  10. Sarò sincero: mai avrei pensato di dover soccorrere la Santanché, ma in tutta franchezza a me la polemica di Magris mi sembra noiosa, anche tendente al bacchettone.

    Mi sono permesso di prendere spunto da questo post per argomentare (http://unblogemezzo.splinder.com/post/23186796/salsa-piccante). Volendo sintetizzare: il turpiloquio non è quanto di più turpe ha contraddistinto il Pdl.

    Quanto alla volgarità, trovo molto più volgare il “prendere o lasciare” di mr B.

  11. Diciamoci la verità, sono noiosi entrambi (e la querelle non ci dice, né ci insegna, nulla che non sapessimo già). Guai ad averli vicini d’ombrellone…

  12. Toh il mio commento è rimasto in stand by ed è ancora in attesa di moderazione…diamine che spirito ecumenico e democratico che scorre qui.E’ un blog ad accesso pubblico o una corte?

  13. Ribadisco e preciso il mio pensiero, soprattutto per Mezzoblogger e Totorizzo che giudicano, legittimamente, la polemica noiosa.
    Le polemiche sono tutte noiose quando non ci interessano, in quanto la loro essenza sta proprio nell’urticare, stimolare lo spettatore. Il valore intrinseco della polemica è quindi in ciò che essa suscita.
    Io penso che la volgarità della politica sia un tema molto attuale e importante, per questo ho segnalato lo scambio di opinioni di cui sopra.
    Sin qui il dato soggettivo.
    Oggettivamente però non penso che in un’Italia di improvvisati e di orecchianti la parola di uno dei pochi intellettuali rimasti ancora a piede libero possa essere messa in dubbio con spocchia, e che spocchia!, da un personaggio il cui spessore culturale lo si misura con il forchettone da cucina.

  14. Vedi, Gery, io non dico che il tema della volgarità in politica non sia interessante. Dico che l’oggetto spicciolo di questo dibattito è insignificante.

    Oggi Stracquadanio – sempre sul Corriere e sempre nell’ambito della stessa polemica – richiama un elemento storico, l’insulto come pratica politica già ai tempi della contrapposizione Pci-Dc (riassumo per chi non ha seguito, preferisce non seguire: un manifesto democristiano festeggiava i vent’anni della Balena bianca con la foto di una ragazza e la scritta “La Dc ha vent’anni”; il Pci aggiungeva sistematicamente una frase con gli stessi caratteri: “ed è già così puttana”).

    Ecco, io trovo questa idea – quella del Pci intendo – geniale. Voglio dire: non è la volgarità, la parolaccia, che rende la politica volgare (esattamente come non è una parolaccia che rende un comico volgare, e così per un giornalista, uno scrittore, eccetera).

    Oggi, documentandomi un po’ sulla Santanché, ho ripescato la vicenda “Maometto pedofilo” (http://www.youtube.com/watch?v=-40WnlKSK0o). Ecco, quella è per me volgarità. E’ volgarità, lo ribadisco, l’atteggiamento di questi giorni di Berlusconi.

    Tutto il resto, secondo me, è solo contorno. Insignificante.

  15. Non insisto, perché non voglio che diventi una polemica fra me e te (epperò penso che ce la caveremmo, io mi sento più dotato della Santanché; delego a te il ruolo del Magris di turno).

    Preciso solo una cosa: la mia (fallibile) opinione è che Magris non ce l’avesse col significato, ma col significante. L’insulto a Napolitano, l’idea di usare la Costituzione al posto della carta igienica, persino il “metodo Boffo” di Stracquadanio erano, a mio avviso, catalogati come “insulti”, non come elementi a-politici che, appunto, approdando alla politica diventano volgari.

    Ecco, l’ho rifatto. Mi sono dilungato. Chiedo venia.

  16. Mettiamola così: da un lato c’è l’accademia (sotto forma di libero pensiero), dall’altro c’è la “scurègia” o il rutto (fate voi): al di là dei distinguo etico-estetici (faccio salve le ragioni di Magris) trovo noiosi entrambi.

  17. Secondo me, fino a ieri la Santanchè pensava che Marcuse fosse un grossista di champagne.

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