Stampa a mano armata

Tutto mi aspettavo, tranne che mi sarebbe toccato difendere Gianfranco Fini. Eppure quando uno vede i killer che sparano all’impazzata può scegliere: o voltarsi dall’altra parte, oppure cercare di intervenire.
L’agguato del Giornale contro il presidente della Camera è, per modalità, tempi e argomenti un tentativo di omicidio mediatico. Se fossi un lettore del quotidiano imbracciato da Vittorio Feltri, farei di tutto per non essere accusato di favoreggiamento. Magari restituendo il fogliaccio all’edicolante.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

13 commenti su “Stampa a mano armata”

  1. Direi che oltre che mediatico è anche un omicidio medianico. Feltri in questo caso fa da medium tra il SuperSilvio e l’ostracizzato.

  2. generalmente, mi pulisco immediatamente le dita con un certo fastidio, quando in edicola mi capita di entrare incidentalmente in contatto con il giornale o libero.
    l’ho fatto anche ieri, mentre, scansandoli per raggiungere i quotidiani che compro, avevo modo di prendere visione dei titoli.
    temo tuttavias che i lettori abituali di queste testate ne condividano l’impostazione e magari la approvino.

  3. Straquadanio che minaccia per Fini la fine di Boffo e che poi si giustifica spacciandola per una battuta provocatoria credo non abbia bisogno di spiegazioni.
    Anche io, potendo scegliere un avversario, preferirei Fini. Ma non perché è più simpatico o più bravo, semplicemente perché non è il padrone dell’azienda. E forse perché mi illudo si possa combattere ad armi pari in un eventale confronto elettorale.
    Ma stiamo attenti , l’ignobile legge Bossi Fini, porta anche la sua firma! Non dimentichiamo certi piccoli particolari.
    Ma se dovesse servire a liberarci da un caimano ormai trasformato in geco, diamogli almeno un supporto morale.
    Il voto e la stimA sono un’altra cosa

  4. “Non dimentichiamo certi piccoli particolari.” scrive fm. Giustissimo. Non dimentichiamo, per esempio, Genova 2001 e il signor Fini nella cabina di regia delle operazioni delle forze dell’ordine (?).
    Certo, il manganello mediatico del nano è una cosa che fa veramente ribrezzo e non si può che solidarizzare con le vittime.
    Che cosa ha fatto diventare questo Paese, in meno di vent’anni…..E’ proprio un Re Mida al contrario: tutto quello che tocca diventa m……

  5. Ma quando capiterà mai che un pària identico a Feltri faccia fare allo stesso la fine di Boffo?
    Sarebbe nient’altro che la conferma di una legge biblica, l’applicazione di una tardiva giustizia divina: chi di spada ferisce…

  6. Quello che sto per scrivere non ha niente a che vedere col post. Ma ho appena finito di leggere il libro “Salina, la sabbia che resta” e voglio dire qualcosa.
    L’ho iniziato in piena vacanza, mentre da un lato mi aspettava uno splendido mare e dall’altra un’ allegra piscina; ma appena iniziato a leggere non riuscivo a chiuderlo…davvero avvincente, originale, intenso, a volte melanconico, a volte ironico. L’ho letto tutto in un fiato…e mi va di complimentarmi con gli autori perchè di questi tempi è raro leggere roba buona. Grazie…
    Mirella

  7. Grazie, Mirella! Come diceva un vecchio slogan, più o meno: la vostra soddisfazione è la nostra felicità (o qualcosa del genere).

  8. Quando qualcuno mi dice :”B. vince perchè in Italia non c’è la sinistra.” Rispondo sempre che il problema dell’Italia non è solo la mancanza della sinistra, ma la mancanza anche della destra, perchè quella italiana non è una destra bensì una banda di malfattori.

  9. OT.
    Eh no! non è giusto! Io i complimenti per Salina non li ho fatti nel blog perché mi sentivo a disagio. Ma ora non più! Mi “appaleso” . Il libro è delizioso, estivo, caldo e intrigante. Non sembra proprio che sia scritto a sei mani. Complimenti!

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