Signor sindaco, pensi a governare

Diego Cammarata, in un’intervista al Giornale di Sicilia, dice che a Palermo c’è una campagna di odio contro di lui o i suoi accoliti orchestrata da “certi blog”.
La sua dichiarazione stimola due riflessioni (ed è già un bel record se si tiene conto che solitamente il suo verbo è un antidoto prezioso contro l’insonnia).

Il ricorso alla scusa dell’odio, come più volte abbiamo scritto, è un escamotage per non darsi la pena di argomentare. Il sentimento che si fa ragione sociale è un totem alla scarsezza della politica: quando non si sa cosa dire, si dice che c’è il male, che il diavolo esiste e che se le cose non vanno bene la colpa è dei cattivi.
L’odio delle lotte di classe, l’odio che arma il simile contro il meno simile è un’altra cosa, appartiene a un’altra (brutta) epoca e ha un’orribile caratteristica: fa solo vittime collaterali. In ogni caso, quindi, se mai esistesse il sentimento sociale di cui blatera Cammarata, lui dovrebbe ritenersi salvo e i più preoccupati dovremmo essere noi.

Il secondo punto su cui vi invito a riflettere è questo: il sindaco di Palermo identifica in “certi blog” (chissà quali…) l’origine di tanto odio. Anche questo è un tema di cui abbiamo discusso nel corso degli anni. C’è nelle comunità internettiane una componente particolarmente aggressiva e anche un po’ vigliacca che usa termini violenti, che non conosce argomentazioni civili e che si crede forte solo in virtù di un presunto anonimato. Ma è un gruppo di minoranza che è quasi sempre bannato dai blog seri. Quindi ha un peso irrilevante nella genuinità delle opinioni che circolano online.
Perché allora Cammarata accusa i blog? Badate bene, credo che sia la prima volta che il sindaco di Palermo ci additi pubblicamente come i veri colpevoli di chissà cosa.
Cammarata sa che ormai non può più contare sull’appoggio della stampa ufficiale, da sempre addomesticata alle esigenze del Palazzo, ed è costretto a rispondere alle crescenti lamentele, alle contestazioni, alle proteste. Una bella fatica. Però, siccome le critiche più puntuali gli arrivano dal web, l’unica arma che gli è rimasta per difendersi è quella della delegittimazione della sola forza di opposizione seria che esiste in questa città: quella dei blog.

Signor sindaco, qui nessuno ha fatto e farà nulla di male. Il dissenso non c’entra col codice penale e ancora meno coi sentimenti. I blog sono una risorsa, non l’inferno.
Vada avanti e governi serenamente con la trasparenza che la caratterizza.
Trasparenza fisica, intendo.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

25 commenti su “Signor sindaco, pensi a governare”

  1. Ho letto male? A intervistarlo è stato proprio il giornale del cui direttore Cammarata disse cose meravigliose (odiosamente colte e diffuse in seguito a un’intercettazione)? E proprio GDS accoglie un SUO sfogo?
    Comincio a pensare di non aver capito niente della vita (almeno in questa città).

  2. @Gery. Però anche tu la devi smettere. Non è che perché hai un blog sei autorizzato a riempire di immondizia le strade, ridurre il bilancio comunale a uno scolapasta, collezionare senzatetto e costringere quel pover’uomo a non mettere piede nemmeno sul carro di Santa Rosalia! E questo perché tu e quegli altri sovversivi che scrivono in rete dovete per forza esprimere delle opinioni! Cattivi! Rovinafamiglie!
    P.S. Al nostro sindaco anche in questo caso va il premio “originalità”.
    P.P.S. A’ sindaco… (un’espressione vocale a vostra discrezione)

  3. PPPS. invece della solita campagna d’odio propongo “un mare d’odio”. Ma anche una collina d’odio. Così, tanto per cambiare zona.

  4. L’accoppiata Gery- Cacciatorino deve essere bellissima. Rido sempre. Grazie da lontano.

  5. PPPPS. (e concludo): mi piace citare una frase di Marco Travaglio che sottoscrivo con grande convinzione. Dice più o meno così: “io, a casa mia, senza per questo passare ai fatti e far male ad alcuno, odio chi mi pare e piace e quanto mi pare e piace. Che mi vogliono levare anche l’odio?”.
    Ecco.

  6. Poverino Cammarata,
    costretto a riciclare idee e opinioni del premier, non essendo capace di inventarsene di proprie nè tantomeno di originali: odio, amore, fare…
    Aspetto con ansia lettera e testamento, naturalmente politico. Non sia mai ci si accusi di odio nei suoi confronti.

    Se fosse possibile vorrei provare solo indifferenza nei suoi confronti. Purtroppo è impossibile, vista la maniera in cui utilizza la sua carica: eterea.

  7. Cara Renata,
    Gery e il Cacciatorino sono due forze della natura.

    Le rispettive consorti un raro esempio di forza e, naturalmente, di pazienza.

  8. tesi psicologica:
    Ma lo dice solo per non sentirsi sminuito rispetto a i suoi colleghi. Allora c’è un complotto contro Lombardo,(Cuffaro già ha dato), Dell’Utri, Cosentino, Scajola, Lord Fener, Zaccai (quello dei trans e droga), Gargamella e Berlusconi.

    Poteva mai non denunciare un complotto? Che figura avrebbe fatto la città, con un sindaco senza complotto? Allora, per pulizia, efficienza, e onestà non potevamo, come città, annoverarci tra le metropoli italiane, quindi che fa il nostro si mette al pari degli altri politici, quelli blasonati. Lui non è da meno. “e che cacchio anch’io valgo qualcosa”, avrà pensato. Qualcuno, magari un “qualcuno” che di solito legge la gazzetta, e che quindi passa da intellettuale agli occhi (sempre fuori orbita) del nostro sindaco, gli suggerisci la teoria del complotto:
    [tesi politica]
    prendersela con la mafia,mmmm… sarebbe pericoloso e sconveniente, prendersela con le opposizioni…non ci sono, accusare il giornale più venduto in città, non sia mai altrimenti sono ca**i. Chi rimane?

    Ps
    Se escludo Gargamella e Lord Fener, tutti gli altri hanno denunciato pubblicamente complotti negli ultimi 3 mesi. Non ho incluso Gamba di legno e banda Bassotti perché casi archiviati.

  9. Adesso siamo intenti a criticare (GIUSTAMENTE) uno come topo gigio Cammarata, ma siamo sicuri che alle prossime elezioni (che non servono più a nulla visto che il voto è gestito dai clan) non assuma la guida di questa città la fotocopia di Diego? Si è fatto il nome della Vicari, oppure il Vizzini dell’ex PSDI (vi ricorderete sicuramente). Sono persone, a mio modesto modo di pensare, non mi suscitano entusiasmo e delle quali non ricordo attività ed iniziative di rilievo se non il fatto di aver occupato e continuare ad occupare poltrone. Eppure il palermitano baciapilista (sono palermitano anch’io) tornerà a zerbinare l’uffficio elettorale del prossimo candidato, nella speranza di poter essere assunto in qualche azienda comunale e finire il turno al massimo alle undici del mattino per parassitare così le casse pubbliche. La Palermo nuova è già vecchia, il gattopardo non è mai morto.

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