Meno male che è un istituto religioso

Pare che un istituto religioso abbia rifiutato l’iscrizione a scuola al figlio di Massimo Ciancimino. E’ una porcata, e non c’è bisogno di scomodare i luoghi comuni sulle colpe dei padri, dei nonni, dei figli, eccetera.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

11 commenti su “Meno male che è un istituto religioso”

  1. …si, si sono d’accordo.
    Ma anche lui cosa si può mai aspettare dopo aver anche dato al figlio il nome di tanto padre! Ha praticamente inflitto al piccolo Vito una condanna a vita.

  2. Non perde occasione, anzi, coglie subito la palla al balzo, il buon Massimo, per descrivere la sua famiglia vittima di pregiudizio. Toccante.
    C’è di buono, però, che ha preso l’abitudine (o è un tic?) di fare nomi e cognomi di tutto e tutti. Che è anche il contrario dell’agire mafioso.

  3. Una volta la chiesa andava d’accordo con i don. Ora con chi va d’accordo? Con i cavalieri? Ah, come cambiano i tempi…

  4. Nella vicenda c’è un risvolto positivo:
    statisticamente il bimbo, non frequentando un istituto religioso, avrà meno possibilità di subire traumi.

  5. Questo bambino, che avrà sì e no 6 anni , rifiutato a scuola ( una scuola cattolica e quindi privata rispetto allo Stato ma pagata da me e da voi in quanto cattolica) nel paese dove i mafiosi omertosi vengono chiamati “eroi”.
    Mi pare coerente…
    Ma i bambini non hanno diritti o anche questi sono inseriti nel codice di Hammurabi al momento vigente in Italia?

  6. Il bambino ha già una condanna: chiamarsi Vito. E qui la colpa è di suo padre.

  7. Ops. Mi sono resa conto solo adesso di aver fatto un commento clone di quello di Maurizio. Pardon, non avevo letto i commenti precedenti.

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