Gira in questi giorni, tra gli annunci pubblicitari di Google posizionati in siti e blog, questo banner di un ristorante di Isola delle Femmine in provincia di Palermo.
Se – come luogo comune insegna – la pubblicità è l’anima del commercio, quale miglior testimonial di chi l’anima la conosce meglio di tutti (difetti di fabbrica compresi)?
Gianni,
l’hai conosciuta biblicamente?
(la pizzeria intendo)
Però è sempre un po’ sporco, perché polvere ritornerai.
C&C:
non ti consiglio quella cucina. Non usano i coperchi.
Sì. Digeriti benissimo.
La frutta che servono è tutta sotto Spirito.
Miracoli post moderni: le nozze di Canna.
Per pasqua si organizzano cene a lume di cero.
Uova alla Benedict divine.
Tanus: il cuoco è di New York. Indovina il quartiere.
Il miracolo fu ripetuto: le nozze di cannabis.
Il cassiere, al momento del conto, ne sa una più del diavolo.
Grande festa per un aiuto cuoco che si era preso uno schizzo di olio caldo in faccia. Niente di grave, per fortuna: era cieco e ora ci vede.
Il loro pollo alla diavola… non è poi così buono come lo si dipinge.
Macedonia di frutta speciale:
tuttifrutti ca Dio pirduna a tutti.
C’è anche un gruppo di spogliarellisti per le signore: i Papa Boys.
Pochissime le rivendicazioni salariali: il proprietario non paga solo il sabato.
Frutta: Mela. Del peccato.
@C&C:
al momento non mi sovviene del cuoco. Ho stampata in testa quella cameriera spettacolare di Santa Monica.
Mi state facendo morire dalle risate. Come diceva Maritan, un personaggio del film” la Lingua del Santo”: SACRIIILEGHIII!!
I clienti sono fedeli.
Niente paura.
Per le indulgenze c’è un conto apposito allo IOR.
Il piatto più richiesto comunque è il boccone del prete.
Ogni tanto torna una pecorella smarrita.
La catturano subito è la fanno al forno con la patata.
La nipote del proprietario si chiama Federica. Detta Fede.
Il cassiere è un Caino.
Molto buono “il taglione di vitello”, anche se un pò al sangue.
Chi ha problemi col colesterolo è avvertito: si cucina sempre il vitello grasso.
E chi si volta a guardare i vicini di tavolo, viene tramutato in una statua di sale.
Il maitre è un seprente tentatore:
prenda la mela, prenda la mela, prenda la mela…
Ci sono problemi di dispersione elettrica nei dintorni: un cliente è stato folgorato sulla via di Damasco.
Il cameriere più anziano si chiama Giobbe. Ha una pazienza…
Abramo va sempre a mangiare lì, portando solo la legna. E suo figlio Isacco gli dice sempre: papà… e la carne?
E Abramo: non preoccuparti, al risporante il cuoco provvederà.
Appena si rompe un tavolo non c’è problema: il falegname Giuseppe fa parte dello staff.
Il menù, di sole dieci portate, è inciso su tavole di pietra.
E guai a chi chiede qualcosa fuori lista.
La pasta è sempre al dente (per dente) e le uova ad occhio (per occhio)
Quando aprì, era un locale angusto e buio, scavato nella roccia e senza riscaldamento. Ricordo ancora la pubblicità che facevano: “E vieni in una grotta al freddo e al gelo”.
Con l’ultimo che ha chiesto un brodino di carne (fuori menù), il cuoco è uscito è gli ha fatto bere un vitello d’oro fuso.
C’è stato un cambio di gestione. All’inizio era a conduzione familiare. Ma poi il più piccolo, tale Giuseppe, fu venduto dai fratelli e…
e si raccomanda di non sedere accanto a Giobbe per via delle mosche
Durante la serata spettacolo di prestidigitazione con “I tre maghi”.
Ovviamente la domenica è chiuso.
Il ristorante val bene una mensa.
Le comande, di solito dieci per volta, sono incise su tavole di pietra.
A fine serata, menù e comande, vengono sigillate nell’arca dell’alleanza.
Ristorante ecologico.
Riscaldamento e fuochi per cucinare forniti dal Bel Zebù.
C’era uno bravissimo a fare le arancine. Ma era un ladrone, e se lo risparmiarono. Si chiamava Bar-alba.
E’ un ottimo ristorante. Lo dicono tutti. E’ proprio un giudizio universale.
Sono un pò lenti però:
tra una portata e l’altra c’è tempo per un purgatorio generale.
@Cacciatorino:
lo stesso con la mugnaia. Tale Bar-Illa.
I proprietari del locale, marito e moglie, sono un corpo e un’anima.