In caso di futuro

Ho letto con grande interesse i vostri commenti sull’iPad. Però a tutti quelli che discutono soltanto dell’utilità dello strumento – e sono molti, qui e altrove – mi permetto di far presente che il prodotto in questione non è una lavastoviglie, non è da giudicare per le prestazioni (chili di bucato, consumi, rumore). L’iPad è un’invenzione che offre spunti agli amanti del design, agli appassionati di tecnologia, ai guardoni della comunicazione, agli appassionati della futurologia, ai curiosi in generale. Spunti per elogi o per critiche, naturalmente.
Tempo fa vi raccontai di una persona che, in virtù di una fallace folgorazione,  propose di non scrivere la parola internet sui giornali perché, ne era certo, si trattava di un fenomeno passeggero.  Era qualcosa di più di un giudizio affrettato.
Ora a naso credo che quello dell’iPad sia un tema da trattare con le pinze, da non liquidare come una moda aggirabile. Si può essere più o meno attratti dalle novità (io ho una sorta di patologia per quelle tecnologiche, ma non è un pregio), però coi sintomi del futuro bisogna essere cauti.
Meglio dire “al momento non lo comprerò”, piuttosto che recensirlo come “inutile giocattolo”.
I giocattoli non sono mai inutili se finiscono nelle mani giuste.

Video via Pazzo per Repubblica.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

72 commenti su “In caso di futuro”

  1. Dire male dell’iPad a te è come parlare male di Morgan al Cacciatorino. Li amate, mi rendo conto, e quindi vi accalorate nella difesa. Sacrosanta, per voi, lo capisco.
    Per me l’iPad – come ho scritto – è inutile per chi lo vuole solo in quanto status symbol. Ma sono stata la prima a dire che è utile per chi lavora viaggiando, per esempio.
    Ma a parte gli appassionati o chi ne ha bisogno per professione, per tanta gente – secondo me – possederlo sarà come avere la macchinona, il Vacheron Constantin o la borsa di Vuitton. Giocattoli, appunto.

  2. Come dici tu qui, non è lo strumento – uno qualsiasi, aggiungo io, che sia l’iPad o altro – che è utile o inutile, scemo o rivoluzionario. Sono le mani e la testa di chi lo usa a renderlo tale.

  3. per i cultori delle Mele parlare, anche male, dell’iPad è, diciamolo, desiderarlo. A casa mia siamo in due ad amare le mele, io e mia figlia. Il condomino, mal per lui, si invischia in squallide pere cotte

  4. Appena rientrato da una conferenza negli USA. iPads dappertutto, un glitch temporaneo che ne impediva l’accesso alla rete wireless ha provocato centinaia di complaints il che significa che un buon 10% di chi era alla conferenza aveva ANCHE un iPad.

  5. Cara abbattiamo, anch’io all’inizio avevo una certa preclusione riguardo l’utilità dell’ipad, pensavo non fosse altro che un mac un po’ più evoluto, e che non avrebbe aggiunto nulla alla mia esistenza tecnologica. Poi l’ho visto, l’ho avuto tra le mani per un po’ (ops, si può dire?) e ne ho compreso le potenzialità. Enormi.
    Non è solo un bell’oggetto di design, è uno strumento rivoluzionario che non va sottovalutato. Specie da chi di mestiere ha a che fare con la parola scritta.
    Personalmente non lo vedo come un concorrente immediato del libro stampato, dei giornali invece…

  6. Cara Abbattiamo, il senso del mio post non è la difesa dell’iPad. Del resto anch’io ho espreso qualche dubbio su questa tavoletta, in passato.
    Dico semplicemente che bisogna uscire dalla logica dell’utile o del non utile (come ho fatto io dopo averci pensato su) perché l’Ipad è un oggetto che può – ripeto può – cambiare molte cose nel mondo che ci circonda: e a noi in particolare. Certo, l’annuncio di un’innovazione si può sopravvalutare o sottovalutare, ma equipararla a una borsa di Vuitton senza nemmeno averla vista (l’innovazione) mi sembra un po’ imprudente.

  7. Forse non sono stata chiara. E’ come una borsa di Vuitton nel caso in cui chi lo compra non lo usa ma lo esibisce. E suppongo che ce ne saranno tanti. Come chi ha quattro cellulari solo per far vedere che li ha, senza reale necessità.

  8. WOW

    Vorrei proprio vedere qualcuno che compra un iPad e poi non lo usa…

    LOL, esiste?

  9. @massimo: C’è una terza via. Usarlo solo per esibirlo. Di gente così ce n”è. Eccome.
    Ora, non voglio trasformarmi in un anti-ipad, ma lancio una provocazione. Qualcuno è in grado di dirmi UNA soa cosa che fa Ipad e che non posso fare io, con il mio cervello, la mia memoria, la mia curiosità, le mie gambe, le mie dita? Magari ci metto un po’ più di tempo, magari devo spostarmi da casa e alzarmi da una poltrona, confrontarmi con altre persone, chiedere, cercare, ma per il resto, cosa non ricade nel corredo di potenzialità che la natura mi ha affidato come essere umano pensante? Il divertimento… Divertirmi, posso divertirmi in mille modi, senza Ipad. Comunicare, idem.
    Questo per dire: non diventiamo integralisti. Ne dall’una né dall’altra parte.

  10. E vorrei suggerire uno scenario futuribile (fermo restando che probabilmente io stesso un giorno comprerò un ipad…): una serata tra amici o tra persone che potrebbero diventarlo. Ci si siede a un tavolo, si servono gli aperitivi. Tutti, nella borsa, hanno un ipad (considerata la popolarità rilevata al convegno americano di cui dai testimonianza). Tutti, a un certo punto, lo tirano fuori (l’ipad). Come potrebbe andare a finire una serata così?

  11. @cacciatorino – gente da poco caro amico, gente da poco. Ma anche io voglio essere provocativo. C’é una sola cosa che ci viene dalla tecnologia che non possa esser fatta “con il mio cervello, la mia memoria, la mia curiosità, le mie gambe, le mie dita? “. Quello che dici non vale mica solo per l’iPad, perché focalizzarsi sull’iPad? ;-)

    Mi sembra che gli scenari che paventi succedono di giá, mica ci vuole l’iPad. Serata, tutti tirano fuori il blackberry, l’iPhone, l’iPod wifi e lanciano l’ultimo tweet sulla bella serata che stanno passando con gli amici, una foto al locale e update su FB, flickr, MySpace.

    Anzi, l’iPad é troppo grosso per questo. Giá succede cacciatorino, giá succede. In questo l’iPad arriva tardi… a cose giá fatte. Non te ne sei giá accorto ;-)

    Anzi, una cosa che l’iPad sembra fare al momento é ridare alla gente, specie chi viaggia, il gusto di leggere. Con l’iPad le vendite di e-book hanno manifestato un rialzo. Con una valigia leggera ed un iPad posso avere 1000 libri con me e leggerli benissimo in qualunque condizione ‘normale’ di lettura e non (provato a leggere un libro al buio?).

    Non posso certo mettere piú di un libro o due in una valigia ‘leggera’ per rapidi spostamenti in giro per il mondo.

  12. e, provare per credere, una cosa é leggere un libro con un iPad, un altra é con un kindle, kindle2, B&N Nook, Sony Daily, Logic Que ProReader etc.
    Con quelli le vendite e-book non hanno avuto l’impennata data dall’iPad…

  13. @massimo: come vedi, dai forza al mio discorso. Ci sarà chi farà le serate da iPad, così come da BlacKBerry o da borsa Vuitton o da party al botulino. E’ quello che mi sforzo di comunicare in questi due post. Se uno strumento lo usa intelligentemente e in modo utile è un conto (e non ho nulla contro né l’iPad né contro qualunque altra invenzione tecnologica, ci mancherebbe), ma chi lo sfoggia stupidamente esiste eccome. Se vuoi ti presento un centinaio di persone di questo tipo, dato che chiedi se esistono. E’ molto difficile capire che era questo il mio concetto?

  14. Sono d’accordo: lo spazio. Sarà un ottimo lettore di libri elettronici. Ma io, per esempio, ho una visione perversa delle cose. A volte mi piace anche desiderare un libro che non sono riuscito a portarmi appresso. E mi riprometto di leggerlo appena torno a casa, e l’attesa me lo fa diventare ancora più appetibile. Averne 2000 stipati in un ipad sarà certamente comodo. Ma se poi venisse meno la curiosità (o l’imbarazzo) della scelta? Lo dico sostenitore di Itunes. Gran cosa non dover scartabellare tra mille custodie in cerca di un cd, ma spesso mi ritrovo a fare zapping senza finire mai l’ascolto di un brano.
    D’accordo, viaggiare senza un modo di ingannare il tempo può essere tedioso. Ma se ricominciassimo a dare un valore anche alla noia? Se ci costringessimo ogni tanto a trovare un modo diverso di passare il tempo (magari osservando gli altri, che sono uno spettacolo ormai sottovalutato e fuori moda ma sempre utile). Potrei persino provare a parlare con il mio vicino di aereo o di treno. Chissà che non sia lui a darmi il romanzo o il giornale che in quel momento mi manca.
    Ridare valore alla noia. Io quando vedo un bambino tra adulti che sprofonda nel suo nintendo, vorrei rivendicare il suo diritto ad annoiarsi. A correre al riparo costruendosi mondi paralleli, che siano solo suoi, e non prestabiliti da un percorso a tappe in un labirinto elettronico uguale per tutti. Ma basta, si va sul sociologico…

  15. Caro Cacciatorino,
    sfido chiunque ad una cena con lei a tirar fuori un iPad o un BlackBerry.

    Secondo me, con lei attorno ad un tavolo, non c’è bisogno di accendere la Tv per ammazzare la noia.

    Apple infatti, al più presto, rilascerà una App contro la noia:
    iCacciatorino.

  16. @abbattiamo. Carissima, concetto senza alcuna grinza, ma che c’entra l’iPad… Tali persone ci sono e ci saranno qualunque sia l’oggetto in questione, non dipende dall’oggetta ma dalla persona.

  17. @cacciatorino – infatti, dipende dalla persona, non dall’oggetto in se. L’iPad non ha la forza di far diventare un vacuo una persona di spessore o viceversa. E anche avendo un iPad, chi ha detto che impedirá il piacere di comprare un bel buon libro o di trovare interessante la conversazione a tavola od il vicino di viaggio.

    Non do all’iPad alcun valore catartico od escatologico. Gli stupidi sono e saranno tali qualunque siano i gadget sfoggiati, e li sfoggeranno credendo di far chissá che ma rendendosi ancora piú vacui. Ma non sarebbe intelligente privarsi di un comodo tool solo perché in mano a molti stupidi. Il giorno che lo avrá (od il giorno in cui potró averlo io) ne sapremo fare l’uso intelligente, per espandere le opzioni, sfruttarne le capacitá e fregarsene di tirarlo fuori solo per intavolare una discussione sull’ultimo gadget con chi non ha altro su cui interloquire.

    Buona Domenica, ho un appuntamento con un Davidoff ;-)

  18. e parlando di un altro gadget… Visto live lo scorso Mercoledí il demo di Kin, di Microsoft. Devo dire che mi ha sorpreso positivamente… da parte di Microsoft.

    Questi tempi saranno ricordati come il momento di convergenza tra Mobile, Open Source ed Internet. Un nuovo scenario digitale si sta aprendo sotto i nostri occhi… Il fiore deve ancora schiudersi ma é lí… pronto a schiudersi.

  19. @massimo: è proprio quello che scrivo da due giorni e che ancora sembra poco chiaro: l’IPad – come qualunque altro oggetto che può farsi status symbol (ne ho elencati altri, hai visto?) – in mano ai cultori degli status symbol stessi è un giocattolo. Però ora non lo ripeto più, perché ormai sono venuta a noia a me stessa. Figuriamoci agli altri.

  20. @iTanus: sarà per questo che non ho l’impianto 5.1, l’hi-fi ipergalattico, l’iPhone, il tostapane e il robot da cucina? Perché ho l’iCacciatorino, che é di tutto e di più?

  21. @contessa… ammetto, come ogni cultore della Mela… aspetto sempre almeno la seconda versione.

    Un diamante non viene mai bene al primo taglio… ;-)

  22. @Massimo: la capisco, anch’io ho dovuto resistere alla tentazione. Sono giorni che sto sulla pagina di Apple store col mio carrello pronto all’acquisto. Basta solo l’ultimo click… E poi c’è quella scritta: “consegna il 7 giugno”. E’ durissima, mi creda!

  23. …ma é anche vero che il price point… consentirebbe di non aspettare ;-)

    OK, adesso parlo da ex-Apple man ;-))))))

  24. @abbattiamo…. non il tostapane… interesting… immagino peró che i French toasts li sappia fare lo stesso… o no? (oh my, never had a French toast??? ) ;-)

  25. @Verbena

    FANTA-HOLYCOW-STIC!!!!!

    Thank you, thank you, thank you. Cercavo quest’articolo da qualche moh, ricordavo esisteva ma non dove. Mi serve e mi servirá per un meeting la prossima settimana.

    HOLY *UCKING SHIT

    Scusate ma orgasmico il materiale che mi da!!!!

  26. Gery, potrebbe bastare anche solo questa frase:

    “Yet Nicholas Negroponte, director of the MIT Media Lab, predicts that we’ll soon buy books and newspapers straight over the Intenet. Uh, sure”.

    “Eppure, Nicholas Negroponte, direttore del Media Lab del MIT, prevede che presto compreremo libri e giornali direttamente su Intenet. Uh, certo”.

    Per correttezza, però, è giusto anche leggere questo articolo sul povero Clifford Stoll che con questa gaffe è passato alla storia:

    http://www.pbs.org/idealab/2010/03/clifford-stoll-was-wrong-but-internet-is-far-from-perfect062.html

  27. Stoll non é stato il solo. Anche Bill Gates ha fatto commenti completamente sbagliati sull’evoluzione in IT.

    “Chi avrá mai bisogno di piú di 640k di memoria in un computer?”

    ed il piú grosso problema in MS OS (security) ha radici nel fatto che Gates non ha mai creduto in altro che LAN (Local Area Network). L’idea che computer di tutto il mondo potessero connettersi con computer da tutto il resto del mondo era impensabile in WINDOWS (e l’architettura interna ne é un risultato)

  28. @Massimo:
    in effetti lo zio Bill, nel “La strada che porta al domani”, ha sbagliato nettamente bivio.
    E’ sicuramente un grande manager, ma purtroppo per lui, e fortunatamente per noi, il futuro non si è evoluto nella sola e unica direzione che avrebbe voluto: la sua.
    Ha voluto instaurare un monopolio, che giorno dopo giorno dimostra i suoi limiti. Gli informatici sono gente strana, non puoi obbligarli a seguire una sola strada, ne troveranno sempre una personale e più breve.

    Spero solo che Steve non cada nello stesso tranello, mi spiacerebbe, però si è già avviato.

    PS Massimo, il mio primo programma assembly l’ho scritto per un Apple II (6502), archeologia informatica.

  29. Accidenti, questo mi manca! Però in tema di amarcord, questo è il mio primo ricordo televisivo:

  30. @tanus: non colsi “il nido di Robin”, ma il suo (credo) spin-spin-off sì: “Un uomo in casa” (quello inglese, non la ciofeca americana da cui fu tratto). George e Mildred li ho anche citati in un romanzo, e lo preciso con un certo disdoro. Quei due li trovavo persino inquietanti, a dirla tutta.
    Ricordo tutto questo, caro il mio Tanus, sì. Non so se sia un bene o un male.
    @contessa: anche lei è antichina, eh…
    Ma forse non siamo noi a essere veramente invecchiati. Forse è il tempo (televisivo e delle mode) che ormai passa troppo velocemente.

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