Smoke Gets In Your Eyes

Foto da The Big Picture

Qual è la sensazione che provate davanti a un fatto conclamato di cui vi sfugge qualcosa? La mia è un misto di eccitazione e di vergogna, una brodaglia che attende di diventare minestra, ma che potrebbe essere istantaneamente declassata a sciacquatura di piatti.
Questo è il limbo in cui mi trovo da qualche giorno (grazie anche a un paio di sollecitazioni di un noto allevatore di pulci per orecchie) nel contemplare gli effetti della ormai famosa nube del vulcano islandese.
Non sono uno scienziato, ma vivo di informazioni e di memoria.
Sul blocco semiplanetario dei voli potrei aver nulla da dire se non leggessi che gli unici effetti provati di queste eruzioni sono quelli sul clima, che è cosa ben diversa dal traffico aereo.
In più vivo in una regione che ospita il più alto vulcano d’Europa, in buona attività, e non ricordo che un’eruzione dell’Etna abbia causato disagi oltre Fontanarossa.
Dio solo sa quanto detesti i complottisti di ogni genere, ma stavolta c’è qualcosa che non mi quadra. Milioni di persone coinvolte, sistemi di trasporto bloccati, rapido turnover di elementi di informazione, richieste di risarcimento milionarie… tutto per un lontanissimo vulcano islandese che sbuffa nella sua porzione di cielo senza neanche avere l’onore di un nome al riparo dai refusi. Eyjafjallajokull, si pronuncia così (credeteci per fede).
Io ho un discreto controllo labliale solo sulle ultime quattro lettere.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

9 commenti su “Smoke Gets In Your Eyes”

  1. Maestro Palazzotto,
    una veloce analisi così a spanne.
    La differenza sta tutta nei sistemi meteorologici che interessano l’Islanda. Lì ha sede una depressione permanente, il Ciclone d’Islanda, che ha l’effetto opposto del famoso AntiCiclone delle Azzorre. In quelle zone nascono quasi tutte le perturbazioni che raggiungono il mediterraneo, cosa che non succede sull’Etna. Notoriamente l’aria fredda dal polo viene risucchiata verso sud passando per ovest, con un movimento circolatorio antiorario. Se aggiungiamo che il kull è un tantinello più ghiacciato di suo cugino, la quantità di vapore acqueo generata dall’eruzione forma dei sistemi nuvolosi niente male, ottimi trasportatori a scrocco di polveri.
    Diciamo che l’Islandese ha un distributore migliore del catanese.

  2. … e comunque grazie, Tanus: essere chiari e illuminanti per una materia così complessa non è facile. A me – che sono uno che per un semplice Palermo-Roma invoca a bocca chiusa la Vergine Maria dalle due alle duemila volte ad ogni lieve scossone dell’aeromobile – già questo è illuminante. Non so per Gery che è più esperto di questi fatti…

  3. Date il tempo di far crollare le azioni che riguardano il mondo dei collegamenti (uomini e merci) aerei, date il tempo a qualcuno di comprarle a prezzi stracciate, e poi, per miracolo le nubi si apriranno, le azioni riprenderanno valore e chi ne aveva fatto incetta a basso prezzo si arricchirà. Si tratta di qualche giorno, coraggio

  4. Maestro,
    non dica così.
    Deve solo cambiare allevatore di pulci.
    Quel tipo con il pizzetto alla Belzebù non mi è mai piaciuto.
    (sorrido sotto i baffetti che non ho)

  5. Anche fm, non sbaglia però.
    L’occasione fa l’uomo ladro, vedremo che ne pensa Warren Buffet.

    L’unica cosa che mi sono chiesto è che differenza c’è, per le turbine degli aerei, tra questa cenere e la sabbia trasportata dallo scirocco. Forse le quote a cui viaggiano?

  6. Sui reali effetti delle ceneri sui motori, e sulle reali probabilità che questi si trovino sulle rotte aeree, ci sono pareri contrastanti.
    Secondo molte compagnie aeree il Met Office britannico, che ha studiato i modelli di spostamento delle ceneri, ha dimostrato un eccesso di prudenza.
    In effetti le compagnie aeree avrebbero preferito non interrompere i voli: se un aereo cade c’è l’assicurazione che paga, se non vola a quanto pare no.

  7. @Tanus
    A proposito della tua frase sulla distribuzione islandese e catanese a confronto… In Sicilia avviene tutto più lentamente, questo è risaputo; se si va in un ufficio pubblico ci si potrebbe rimanere dentro una settimana senza concludere nulla, mentre in Islanda di certo in pochi minuti hai concluso tutto quello che dovevi fare.
    E la lentezza colpisce anche le polveri dell’Etna che si disperdono con calma, senza fretta. Questo è il motivo per cui Fontanarossa funziona quasi sempre

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