La scoliosi della democrazia

In Italia, e da nessun altra parte del mondo civile, c’è un capo del governo che si lamenta, con toni da ducetto, della stampa non allineata.
Ai suoi elettori, e agli incoscienti che lo adorano come un Messia, vorrei ricordare che quando la stampa soddisfa il potere è segno che qualcosa non va. Non a caso i nostri padri costituenti – che non erano tutti imprenditori, comunisti e magnacci – vergarono l’articolo 21 della nostra Carta.

Ho lavorato per anni in un giornale molto sensibile al potere e ai cambi di vento. Ricordo la faccia di un giovane cronista che, con le lacrime agli occhi, tornava dalla cazziata di un dirigente dell’epoca (fine anni Ottanta). Motivo? Lo sprovveduto giornalista non era stato sufficientemente prono davanti a un big della politica del tempo. La frase con la quale venne rimproverato fu pressappoco questa: “Non si dice di no a un eurodeputato”.

Ora mi rendo conto che la piaggeria, quando non è connivenza, è come la scoliosi: alla lunga dà problemi.
Quel dirigente se ne è andato da Palermo.
Quel cronista si è ibernato al giornale.
Quell’eurodeputato ha fatto malafine.

La stampa libera dà modo a molti di tenere la schiena dritta. Che è un ottimo modo per prevenire la scoliosi.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

9 commenti su “La scoliosi della democrazia”

  1. Sabato mi è caduto l’occhio su Studio Aperto.
    Mi ha ricordato uno di quei documentari del peggior Istituto Luce.

    Si parlava tanto di Amore. Si dimostrava tanto Amore. Ma il tutto era a senso unico.
    Ancora una volta Mr B. ha pagato per ricevere “Amore”. Cento euro a botta, si dice.

  2. Ho visto ieri un servizio del tg1 in cui spiegavano le modalità di voto in generale e poi ,approfonditamente e nei dettagli, come votare nel lazio la polverini(con foto) in assenza della lista della pdl,mai visto niente del genere prima,al tg1! Raccapricciante!
    Anche se,devo confessare,più volte sono stata tentata di commentare il post su Viviano,ho desistito perché non volevo sembrasse falsamente un immeritato attacco alla persona,né tanto meno una difesa del premier,però, generalizzando,una cosa devo proprio dirla,va bene la libertà di stampa ed il diritto del cittadino ad essere informato,ma avete idea di quanto possono far male certi dettagli della vita privata spiattellati sul giornale con la pubblicazione delle intercettazioni personali? Sapete quanto può far male passare per delinquente conclamato,quando tu ancora non sai nemmeno di essere indagato? Tutto ciò può valere il prezzo della sofferenza di un uomo,di un figlio,i pianti di una madre?
    Capisco che il vostro è un lavoro complicato e scusate se mi permetto,però non sarebbe sbagliato ricordarsi dell’uomo che c’è dietro uno scoop giornalistico ed usare un pò di cautela,ovviamente sto generalizzando anche se,purtroppo, non sono andata troppo lontano,credetemi

  3. Io mi sono concentrato su quella che Bersani chiama “la piazza”. Lui dice che era buona e inoffensiva. A me ha messo invece tristezza e un po’ di inquietudine. Tristezza perché ho visto facce anziane senza la luce d’intelligenza e di senso del tempo e dell’esperienza che di solito scorgo negli anziani. Perlopiù dentiere idrofobe (ma che vogliono queste cariatidi, il ritorno del duce? Perché sembrano cattivi?) e sorrisi da pellegrinaggio a Loreto con vendita di pentole acclusa. Tristezza perché tra canzonette dal vivo (primavera di Marina Rei, I will survive… cantate malissimo, per giunta) , dee-jay che sbraitavano “su le mani, così!” e 40-40enni gommate che ballavano, sembrava di stare alla festa d’addio di un valtur. Inquietudine perché ho visto levarsi qualche saluto romano e molti sguardi pieni di vuoto. Tristezza perché non si può vedere né sentire una folla di persone che risponde in coro “sì” o “no” alle domande da piazzista di un premier- preside, come se fossimo alle elementari. Ma forse è questa l’Italia di cui dobbiamo farci una ragione, ormai: una sconfinata classe di scuola elementare. Nè ci si può aspettare altro da una folla che plaude a un tizio che scrive (scrive?) un libro intitolato: “L’amore vince sull’invidia e sull’odio”. Tristezza perché il senso del ridicolo è ormai perduto fino a prova contraria.

  4. Ah, dimenticavo: ho intravisto delle majorettes bianche che sfilavano ruotando bastoni in direzione del palco. Sembrava una scena di quei film italiani di ambientazione orrorifico- catastrofico-balneare nati sulla falsariga de “lo squalo” (qualche titolo: “Tentacoli”, “L’ultimo squalo”).

  5. Parlando di presentazioni.
    Chi ha presentato Mr B. ha sicuramente suscitato l’invidia del Baffo. Mancava solo il risucchio ed era uguale uguale.
    Oddio… conoscendo Mr B. magari il risucchio se l’era fatto fare a parte.

  6. Questo è un capolavoro. Punto.
    Gery, dovresti scrivere testi per gli studenti, da diffondere nelle scuole di ogni ordine e grado.
    Lezioni di stile, umanità, eleganza, educazione civica, legalità ed onestà intellettuale.
    Leggerti è un beneficio impareggiabile.

  7. …ho letto oggi: “La grande tabe italiana è che il potere politico domina l’informazione e non il contrario”. (Aldo Busi)
    Non possiamo che essere d’accordo. Nessuno si indigna. Magari, fra qualche tempo sarà come la scoperta dell’acqua calda.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *