Ricomincio da tre

robert-de-niroLa Repubblica dimentica che Robert De Niro ha fatto otto film con Martin Scorsese, nei quali è stato un assassino per ben tre volte: in Taxi driver, in Goodfellas e in Cape Fear.

Da Pazzo per Repubblica.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

21 commenti su “Ricomincio da tre”

  1. Ammazza tre persone in Taxi Driver. Sport- Harvey Keitel, il cliente di Iris con i pantaloni a quadretti e il magnaccia con i baffetti. E cerca di ammazzare il candidato Palantine. Vabbe’ che Travis è un personaggio tormentato, ma sempre assassino è.

  2. Al cacciatorino, quando si tocca l’argomento cinema, gli scatta il Sapere, quello con la S maiuscola.

  3. In un torneo di trivial vincerebbe solo solo per la preparazione in “cultura e spettacolo”- tesserine colore rosa!!

  4. Maestro Gery, ricorda benissimo.
    @Gianni: ma no, che prefazione, così poco? Dovrebbe come minimo dirigere il film tratto dal libro…

  5. Fra l’altro ho avuto la ventura di conoscere la vera cugina siciliana di Scorsese. Con foto e tutto a supporto. In che circostanze un giorno vi racconterò. Ma sono davvero strane.

  6. Ma questo non c’entra niente con la mia passione quasi ossessiva per certi film di Scorsese. Buona vigilia di vigilia (antevigilia?) a TUTTI!

  7. @abbattiamo: sì, Martin mi chiama quando c’è da lavare la macchina (manco quella da presa).

  8. Se è per questo spara anche al rapinatore nell’alimentari notturno. E comunque rinnovo le proteste. Travis Bickle è l’icona del vendicatore, del difensore, dell’uomo esasperato. Non dell’assassino. Se solo Scorsese (che appare due volte nel film, all’uscita dell’ufficio elettorale, inquadrato di straforo su una inquadratura maestosa della Shephered e nei panni del marito cornuto che spia la moglie nell’appartamento del, ehm…, ‘negro’), se solo avesse avuto un pò di italica fantasia residua, Travis avrebbe attentato al senatore Palantine con una riproduzione in nichel della statua della libertà. Ma non si può chiedere troppo.
    Chiedo venia, non oso competere. Ma è semplicemente il mio film preferito. Buon Natale a tutti.

  9. Scusate se entro a gamba tesa in questo post, ma in qualità di portavoce/sottosegretario/assistente e, quando c’azzecco, fotografa del Maestro Palazzotto, è mio dovere (e piacere, of course) informarvi che Gery sta preparando un petit cadeau pour vous, frequentatori del blog, stimati commentatori e non, per augurarvi un felice anno nuovo.
    Rimanete con noi… c’è la pubblicità!

    p.s. un indizio

  10. Boh, a me Travis è sempre sembrato un disadattato, una specie di bomba ad orologeria, che deve pur esplodere e ammazzare qualcuno, non importa chi, per darsi un senso. E’ un personaggio che attinge in parte a fonti letterarie (Delitto e Castigo e Memorie dal sottosuolo) oltre a essere la sublimazione “creativa” (non vendicativa né eroica, sono gli stessi autori a sottolinearlo) di una condizione maniaco-depressiva che lo stesso sceneggiatore e regista stavano vivendo in quel periodo; un momento difficile delle loro vite che si risolse in un magico sodalizio artistico. E da quello che ho letto e visto, sia Schrader che Scorsese non solo la pensavano così, ma confermano: lo spiegano proprio. E Schrader fu persino minacciato da un tizio che si era riconosciuto/identificato in Travis (vedeva il personaggio proprio come un eroe e simbolo di riscatto sociale, di ribelle del malessere diffuso) e che lo accusava di avergli rubato i sentimenti più segreti. Insomma, uno psicopatico. Come psicopatico era Hinckley, che “dedicò” il suo attentato a Ronald Reagan a Jodie Foster, la Iris del film.
    In ogni caso, e al di là di queste brevi disamine filologiche, le storie sono belle proprio perché uno le legge come gli pare e a seconda della propria cultura, sensibilità e vissuto.

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