Dieci domande posson bastare

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Mettetevi nei panni del direttore di un giornale.
Se una vostra iniziativa giornalistica diventerà una moda avrete da gioire perché la trovata ha avuto successo. Al tempo stesso avrete da deprimervi perché la vostra idea è stata degradata a chiacchiericcio, tiritera, ispirerà molte brutte imitazioni.
Accade in questo momento, e da qualche mese, con le dieci domande di Repubblica a Silvio Berlusconi.
Sui giornali e sul web c’è un fiorire di domande, anzi di dieci domande, a chiunque. Anche a chi con mezza risposta potrebbe già raccontare la propria vita, oppure a chi con dieci risposte avrebbe fatto soltanto un passo verso le attenuanti generiche. Da Marrazzo a Franceschini, dall’allenatore del Rimini Calcio a Beppe Grillo, da Fini a Emma Dante, da Augusto Minzolini a Massimo D’Alema, da Dino Boffo a Tom Wolfe, dal sindaco di Bergamo a Giancarlo Abete. In mezzo – è vero – ci sono spunti di satira e tipiche provocazioni internettiane (da salvaguardare), ma a ben leggere c’è anche una certa dose di banalità.
La mia domanda sulle dieci domande è questa: la vogliamo finire di imbastire domande come se fossero comandamenti e torniamo a chiedere quello che ci pare senza che ci sia un format da rispettare?

P.S.
Anche perché poi finisce che se siete il famoso direttore del famoso giornale poi clonate voi stessi e non è una mossa strategicamente furba.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

23 commenti su “Dieci domande posson bastare”

  1. 1) Ciccio, buoni su ‘sti sparacieddi?
    2) Unn’è ca si sfannu a du’ minuti ri cuttùra?
    3) Oppuru arrièstanu ruri comu ‘i to’ cuorna? Mi pàrinu troppu chari: sicuri sièmu?
    4) Avìa accattàri ‘a passulìna e pinuòla: ma chi fa, un c’è stamatìna ‘a signora Enza?
    5) Mi manca l’acciuga: turnò ‘u Biùnnu?
    6) Biùnnu, ma ‘a marca chi pigghiu iu un c’è?
    7) Buona puru è chista? com’è ca si chiama? ah…
    8) Unn’è ca ‘st’acciuga è tutta sfatta prima ri mittìlla ‘na parièdda? Picchì ti vegnu a ‘ppuortu ‘u barattolo apièrtu stissu…
    9) Gaspare, ma rùni ‘na buatta ‘i sarsina chiddà ri quattrucientu grammi?
    10) Gasparetto, ma ‘u bucatìnu chiddu cchiù strittu c’è?

    LE DIECI NUOVE DOMANDE SUGLI
    SPARACIEDDI ASSASSUNATI

  2. Beh, le “dieci domande” non hanno ancora raggiunto il tasso d’inflazione dell’intervista doppia “stile Le Iene”. Anzi com’è che nessuno ha ancora pensato all’intervista doppia con dieci domande “precise precise”…? Se avessi la creatività di totorizzo, mi lancerei nella doppia “sparacieddi assassunati” vs. “vrocculi arriminati”…

  3. Ciao, mi chiamo Guido Mastrobuono e sono un cacciatore di articoli per un concorso che si chiama “Concorso Permanente di Parole ed Immagini” e mette a confronto articoli che stimolino una discussione in ambito folisofico, sociale o politico (vedi l’indirizzo http://lavoristi.ning.com/profiles/blogs/concorso-permanente-di-parole ).

    A mio avviso, questo articolo arricchirebbe il nostro concorso e volevo suggerirti di inserirlo.

    Il concorso, in realtà, è una scusa per convincere la gente a metterci a disposizione spunti per la discussione. Noi poi ne parliamo e ci creiamo un’idea nostra sui più svariati argomenti.
    Infatti, la concorrenza tra autori non è una cosa che ci appartiene: noi creiamo nella collaborazione. E dal confronto con gli altri, noi aumentiamo il nostro sapere.
    Comunque la pubblicazione offerta in premio ai vincenti è vera ed effettiva.

    Se lo vorrai, potrai tranquillamente inserire, al piede degli articoli un link al tuo blog cosa che lo renderà più noto e facilmente raggiungibile.

    Un saluto

    Guido Mastrobuono

  4. gggrrrrr….grrrr….ggggrrrr….

    che cosa avete contro gli sparacelli assassunàti?
    ditelo, ditelo se avete coraggio: è un pregiudizio, un preconcetto, il vostro, come quelli nei confronti del premier, comunisti e broccolàri che non siete altro!!!

    :-))

  5. Eh, sì! voi ci scherzate su… ma continuando a parlare di broccoli e sparacelli (che qui chiamano “broccoletti siciliani”, ma si può?), a me è iniziata a scendere la lacrimuccia dell’emigrante e ad acchianare un pitittu…

  6. A proposito di “doppia intervista” stile Iene, su una tv locale ho assistito alla doppia intervista a due ignoti fratelli gemelli eterozigoti palermitani col papà facoltoso che facevano il compleanno e per l’occasione avevano pagato il servizio alla trasmissione (di cui non ricordo il titolo) sulla loro irrilevantissima festa di diciotto anni. Vi assicuro che era un’opera d’arte grottesca.

  7. Nota culinaria: a me mi piacciono i “Favi a cunigghiu” (cu panuzzu cavuru pi ‘nzuppariccillu, preferibilmente turcigghiatu).
    Cercasi 10 domande sulla preparazione ‘ri favi.
    Io ne ho una:
    1) “Nni favi a cunigghiu si ci spuma ‘u vinu?”.

  8. Quanto mi piacerebbe assistere a un’intervista doppia tra il cacciatorino e un posteggiatore locale… magari uno di quelli che operano su piazza Marina! Però dovrebbero stare nella stessa stanza e ascoltare ognuno la risposta dell’altro.
    Tema: come vivere a Palermo e essere felici.

  9. Il mio contributo che salta però tutta la preparazione di cui ricordo poco.
    Diciamo che è la dieci..
    10)comu si mancianu? manu o pusati?

  10. @contessa: il posteggiatore mi intimidirebbe. Il dialetto è una cosa seria. Io sono un dilettante…
    Sulla felicità palermitana per una volta sono d’accordo. In fondo basta poco!

  11. vi leggo solo adesso e rido: siete la mia dose quotidiana di buon umore o cattivo umore a seconda degli argomenti ovviamente. GRAZIE

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