Nel nome del padre, del figlio e del libro di testo

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A me del crocifisso in classe non me ne frega assolutamente niente. Se lo tolgono mi interessa che quelli che se lo portano via, visto che ci sono, diano un’imbiancata alle pareti.
Se invece lo lasciano spero che l’attenzione verso il simbolo sia estesa anche ad altri simboli (della scuola) discretamente importanti come i banchi e le sedie che devono essere integri, i libri che non devono costare un occhio della testa e gli insegnanti che devono essere messi in grado di lavorare senza intoppi e scuse.
In ogni caso, sentitamente ringrazio.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

10 commenti su “Nel nome del padre, del figlio e del libro di testo”

  1. Sono d’accordo. Un crocifisso appeso in una scuola non rende più cristiani gli scolari che lo sono già e non converte quelli che non lo sono. La fede si trasmette (e si sceglie) in ben altri luoghi che in una classe dove magari piove. Secondo me, si tratta della solita polemica costruita (ad arte?) per non parlare di cose più urgenti (e difficili da affrontare). Materia nella quale in Italia si eccelle. Probabilmente il successore di Berlusconi sarà Bruno Vespa: maestro delle questioni di lana caprina e delle discussioni che non portano a nulla. O che portano dove “vuolsi così colà ove si puote”.

  2. Che meraviglia! Finalmente mi sento più leggera. L’ho sempre detto che stare qui è catarsi allo stato puro. D’accordo d’accordo d’accordo.

  3. Mia figlia ha quattro anni e frequenta la scuola materna. Ho dovuto dare spiegazioni approfondite sul perchè ed il percome abbiamo deciso di escludere Sara dall’ora settimanale di religione cattolica apostolica romana. Ciò premesso, è ovvio che la presenza del crocefisso non mi procura alcun disagio ma sarebbe democratico appendere in classe anche altri simboli, data la composizione multietnica della classe. Questione di pari opportunità…
    Ore 11.30 del secondo giorno di scuola, ancora tanto caldo. Mi riconsegnano la piccola con una evidente escoriazione un pò sopra il pancino. La maestra: “purtroppo è scivolata in prossimità di un banco di quelli vecchi e sbrecciati, è stata proprio sfortunata. Arrivederci signora, a domani!” :-(

  4. Mi piacerebbe sapere da cosa ci dobbiamo distrarre con questa sterile discussione sulla presenza del crocifisso nei luoghi pubblici.
    Il crocifisso non pone problemi in altri Stati, nemmeno nella cattolica Spagna, semplicemente non si espongono simboli religiosi in luoghi pubblici. Ma noi abbiamo sempre il concordato che nonostante la caduta del fascismo, una guerra, una guerra civile e tutti i governi “comunisti” che hanno preceduto Berlusconi, rimane ben saldo e funzionante

  5. @fm: da tutto quello di cui invece sarebbe utile – e in alcuni casi indispensabile – discutere. Le discussioni sterili a che altro servono se non a questo? Sugli argomenti di cui bisognerebbe discutere senza perdere tempo non faccio una lista. Ognuno si guardi un tg, scriva un elenco delle cose che avrebbe voluto sapere e che non sono state dette, e il gioco è fatto. Direi che c’è ampia scelta. O no?

  6. La Provincia Regionale di Trapani ha acquistato 72 croci da distribuire nelle scuole del territorio…A Marsala c’è una scuola, l’Istituto Commerciale della Via Trapani, per la quale la Provincia paga da 30 anni un affitto abnorme, dalla quale si staccano pezzi di amianto quando c’è lo scirocco. E i ragazzi protestano da una vita. La politica è soltanto una farsa indigesta, che ha stroncato le speranze anche a chi, imperterrito, aspettava ancora segnali per essere smentito in questa convinzione.

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