Dovere di silenzio

 

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

Poche parole

di Raffaella Catalano

Interrompere una gravidanza è sempre una scelta molto dolorosa.
Ma esiste una legge sull’aborto. Quindi le donne che vogliono abortire hanno il pieno diritto di farlo.
Esistono pure i medici obiettori. I quali, se non vogliono prestarsi, hanno uguale diritto di non praticare aborti.
Ognuno, in teoria, è in condizione di esercitare il libero arbitrio.
Allora bisogna smetterla di lapidare a parole le donne che abortiscono, smetterla di urlare “assassine” nei corridoi di un ospedale. Nel dolore, si taccia.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

4 commenti su “Dovere di silenzio”

  1. Sette anni fa ho perso un figlio, un cosiddetto “aborto spontaneo”. La gravidanza era già avanzata e l’espulsione del feto non è stata una passeggiata. Ricordo ancora me stessa, in stato di choc, che ripeteva a chiunque mi si parasse davanti in quelle ore: “Ma come fanno le donne ad abortire?”.
    Non c’era critica nelle mie parole, ma un immenso dolore. Mi farei in quattro per difendere la legge sull’aborto. Non oso pensare a certe operazioni da macelleria dei decenni scorsi. Un aborto, però, deve essere visto per quello che è: un diritto inalienabile di una donna a disporre del proprio corpo. Ma anche ad interrompere una vita.

  2. Non penso che l’aborto possa essere in nessun caso una scelta facile piuttosto un incubo che prende forma. Considero l’aborto un omicidio ma non mi sono mai permessa di giudicare nessuno come un assassino. Chi lo fa dimostra un’insensibilità davvero criminale mascherata da principi ideologici discutibili.

  3. adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto

    E’ la prima lettera di Pietro. Parola di Dio, per chi ci crede.
    “Con dolcezza e rispetto”.

  4. @salvo toscano: la dolcezza e il rispetto sono molto soggettivi e mi sembra che chi si mette in bocca “la parola di Dio” nella maggior parte dei casi non abbia rispetto per le persone e le loro scelte che possono essere anche molto dolorose.
    Io non posso giustificare chi emette sentenze come se fosse un giudice (per questo ci sono le apposite aule di tribunale) solo perchè un’altra persona ha fatto una scelta non condivisa, ma chi sono, chi mi rappresentano??? Perchè non guardano il proprio orticello e se proprio vogliono accogliere il Signore nei loro cuori, che lo facciano in silenzio e “con rispetto”!

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