Facce

Belrusconi Obama

Ci penso da un po’ e ora lo scrivo: guardate bene Barak Obama, vi sembra particolarmente contento?

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

16 commenti su “Facce”

  1. Un baciamano, un inchino, una cortese stretta di mano: bastava un gesto sobrio. Ma non è da lui.

  2. Il berlusca sembra pensare: “ma che bel pezzo di gnocca abbronzata, quasi quasi la inviterei a Palazzo Grazioli”
    Per questo Obama non è molto contento!

  3. Se il signor B fosse siciliano la traduzione verbale del gesto e del viso sarebbe: “minchia, michelle, ma si ppi ddavèru ‘na gran fimminùna…”; meno male che i gesti si sono limitati a quello… forse perché c’era il marito…

  4. L’ho notato anch’io. La faccia di Obama è fin troppo chiara.
    La gestualità di quello è di rara volgarità.
    Non mi permetterei mai di presentarmi così ad una donna. Ma io sono una persona educata….

  5. A quanto pare Michelle Obama avrebbe baciato sulle guance tutti i leader mondiali. Povero ometto.

  6. Obama non è affatto felice. Michelle vorrebbe porgere un arto meccanico. Lingua mortal non dice quel che LUI sentiva in seno.Che pensieri soavi, che cori, che speranze, o Silvio mio!
    E ora mi inginocchio pentita di aver sfruttato un grandissimo poeta.

  7. vigliacca non mi firmai, perciò mi scuso e saluto.
    p.s. ma chi bada ora alla barca di Cammarata???

  8. Ho conosciuto Berlusconi durante una cena organizzata da Armao al teatro massimo qualche anno fa,ci è stato presentato,insieme a me altre signore,e lui cominciò a raccontare barzellette inopportune né divertenti,ovviamente risate a crepa pelle,io me ne andai disguatata…

  9. A proposito di Obama. Più che mai in forma smagliante il nostro “premier” durante la festa pidiellina (Ansa, ore 18,25): ” Vi devo portare tanti tanti saluti da un signore che è abbronzato e si chiama, si chiama… Barack Obama. In spiaggia vanno in due perché è abbronzata anche la moglie Michelle”.
    Con questa battuta il premier Silvio Berlusconi apre il suo discorso alla Festa del Pdl a Milano.

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