I colori del G8

barak e michelle obama

de La contessa

Ho guardato le immagini del G8 più e più volte, e ancora non capisco: perché Michelle Obama continua a scegliere il giallo per le occasioni più importanti che la vedono protagonista (elezione del marito, G8…)? Perché si ostina a esaltare le forme e le dimensioni da matrona presidenziale, invece di smorzarle con toni più pacati e decisamente più adeguati?
E ancora: perché le due mogli-supplenti del premier italiano, Carfagna e Gelmini, hanno optato per un total look nero stile “vedove inconsolabili”, sotto il sole cocente de L’Aquila?  E perché hanno concesso a quell’antipatica di Carlà di conquistare il titolo di première dame meglio vestita in una kermesse a metà tra la sagra e il live-aid (sebbene il  completo bianco con camicia nera, lo avrei lasciato senza troppi rimorsi a Tony Manero)?
Sulle altre wags, dico solo: Dio(r) perdoni loro, perché non sanno quello che fanno.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

9 commenti su “I colori del G8”

  1. Cara Contessa,
    il giallo in effetti è eccessivo. Anche un colore scuro, nero e blu, però, povera Michelle, avrebbe sortito un effetto ton sur ton oppure Jacqueline Kennedy prematura. Quanto alle nostre ministre in nero, per carità… Non le ho viste sotto il sole cocente dell’Aquila ma in visita dal Papa con le wags in servizio permanente effettivo: anche stavolta abbigliate con la stessa impronta vedovile. D’accordo, erano in Vaticano, ma Benedetto, al loro confronto, sembrava la Wandissima. Questa Carlà, poi, sarà pure la meglio vestita, ma sempre così grifagna anche quando sorride, sempre così perfettina francesina, mai osare una collana di turchesi a grani irregolari, mai un sandalo salmone con tacco basso (3 cm) color oro, mai un abitino di georgette di seta tinta unita indaco o caffellatte. Una tristezza, Contessa mia. Delle first lady da baraccopoli, in sintonia col 6.3 di magnitudo, buone da incorniciare in un Sinudyne portatile 14 pollici.

  2. Contessa, ne ho vista una grassottella, afro, con un gran cappello nero, che scendeva da un’ammiraglia e che secondo me era scappata dal funerale di Michael Jackson e non aveva avuto il tempo di cambiarsi in aereo. Me ne recupererebbe l’identità?

  3. Contessa, concordo con lei. Nessuna delle ladies era first, sul piano dell’abbigliamento. Delle due ministre col cilicio sotto l’abituccio nero dimesso, per carità, non ne parliamo. L’unico vestito che ho trovato adeguato era uno di Michelle Obama, bianco, che ha usato – credo – a Roma. Vorrei spendere una parola per la mamma di Michelle, in casaccona e pantalone giallo (pure lei!): il taglio (deforme) era quello della classica tenuta da chirurgo.

  4. Carlà sarà pure la meglio vestita e ha sempre avuto classe, ma quel tripudio di ballerine Tod’s – che ogni tanto abbandona per qualche stivale da cavallerizza, Hermes, ovviamente- alla lunga stanca. Troppo bon ton, a volte, è sinonimo di codardia e di provincialismo.
    A me invece Michelle piace così com’è. Non avrà un fisico adatto per indossare Chanel haute couture, ma con quel sorriso le si perdona tutto.

  5. Michelle mi sta simpatica. Carlà mi corrisponde a una soluzione di sale, aceto e yogurt versato in gola alle sei di mattina con un imbuto.

  6. La moglie di Alemanno sembrava la protagonista di un film di Tim Burton.

  7. Contessa, io l’adoro. Quanto vuole per farmi da consulenete personale? Faccio una gran fatica ad occuparmi dei miei abiti, poi leggo lei e tutto mi sembra semplice e lampante. Almeno una consulenza online…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *