Domande (di moda)

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Grazie a “la Repubblica” le domande sono tornate di moda. Ed è un segno di decadenza morale che si debba inquadrare come trend qualcosa che dovrebbe essere naturale.
Chiedere è umano, non farlo è umanamente preoccupante.
Comunque, ecco le mie domande. Fatene quel che volete.

  1. Com’è possibile che un dittatore venga in Italia a dare lezioni di storia e di democrazia?
  2. Su quali basi una facoltà universitaria ha proposto per quel dittatore una laurea honoris causa in giurisprudenza?
  3. Perché a Niccolò Ghedini devo pagare lo stipendio di parlamentare quando ha già quello che gli versa il presidente del Consiglio (che a sua volta è pagato da me)?
  4. Perché il logo per promuovere l’Italia nel mondo non è scritto in italiano?
  5. Quale mente insana può ritenere che una legge che imbavaglia i giornali sia fatta nel nome del popolo?
  6. Quali sono, se ci sono, le ragioni intelligibili del senatore Enzo Galioto sulle ruberie dell’Amia di Palermo?
  7. Come si fa a spiegare a un amministratore pubblico/esponente politico che quando un privato cittadino gli rivolge una domanda, lui è tenuto a rispondere per il semplice fatto che chi gli sta parlando è il suo datore di lavoro?

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

22 commenti su “Domande (di moda)”

  1. Ieri sera ad Annozero Santoro ha fatto a Ghedini, in studio, la domanda n. 3. Lui non ha praticamente risposto.
    La domanda n.7 l’hanno fatta a Galioto, in un filmato girato a Palermo. E lui è scappato dentro un negozio, insieme a una specie di guardaspalle urlante e minaccioso in pantaloncini corti e ciabatte da mare.
    Però sull’Amia ha risposto Ghedini, dicendo che il governo, con Bertolaso, ha risolto il problema. Quello dei sacchetti per strada. Il buco di bilancio però gli è sfuggito…
    Consiglio a chi non l’ha vista di guardare la puntata. Illuminante.

  2. Io non riesco più a seguirli i dibattiti in TV. Non sopporto più i sorrisini di scherno (parlate parlate tanto noi siamo maggioranza democraticamente eletta) e le voci pigolanti che coprono le parole degli interlocutori.

  3. Forse è meglio approfittare. Fino a quando qualche trasmissione dissonante esisterà ancora. Tanto sarà per poco.

  4. Raccogliamo migliaia e miglia di firme contro il bavaglio alla stampa, organizziamo qualcosa subito.

  5. Un testo breve e pregnante, zeppo di firme, da mandare al più presto a Napolitano.

  6. Io ci sto. Facciamolo!

    @Abbattiamo: sono d’accordissimo con lei. Un Santoro in gran forma, quello di ieri sera ad Anno Zero. Ghedini, raccapricciante. Mi ha ricordato in alcuni momenti il Gary Oldman nel conte Dracula di Bram Stoker.
    Castelli… vabè, è della Lega. Che altro dire.

    Ma una parola in più la spenderei per Elisa Alloro, detta “la meritevole”.
    Se mi capitasse di incontrarla per strada, e se non fossi la contessa che sono, credo che la prenderei a colpi di zeppe (che in questi casi sono più efficaci di un tacco 12).

    p.s. oggi sono un o più indignata di ieri, e sicuramente meno di domani.

  7. L’unica buona notizia è che Cuffaro, Cintola, Romano e Vizzini sono indagati.
    Mi sono resa conto che quando pronuncio certi nomi mi suonano come parolacce. Tipo: sei un pezzo di Cuffaro. O: testa di Cintola.

  8. Ho un’altra domanda: dato che nelle foto di Zappadu ce n’è una in cui Berlusconi inscena un suo finto matrimonio con una papina, circondato da altre papine-damigelle, un rimbambito del genere è ancora in grado di fare il presidente del consiglio?
    E ancora: adesso cosa ci toccherà sapere? Che ci sono le foto in cui simulava il Festival di Sanremo con le papine-cantanti? O Giochi senza frontiere con le papine-atlete?

  9. Scusate, qualcuno sa come si fa a firmare l’appello di Repubblica? C’ho provato, ma non ci sono riuscita.

  10. – In quale Facoltà si è laureato Berlusconi?
    – Nella facoltà di non rispondere!

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