Oggi alle 18 se siete a Palermo e se passate dal Foro Italico, entrate al Kursaal Kalhesa. Si presenta Le stanze di Mogador di Gian Luca Favetto (Edizioni Ambiente). Il libro è inserito nella collana Verdenero, il noir contro l’ecomafia, che riunisce vari scrittori italiani, tra cui Tullio Avoledo, Giancarlo De Cataldo, Carlo Lucarelli, Loriano Macchiavelli, Francesco Abate, Massimo Carlotto, Piero Colaprico, Giacomo Cacciatore, il sottoscritto e molti altri.
Io accompagnerò Favetto nella sua presentazione. E giuro che non suonerò, anche se qualcuno ha infamato i musicisti includendomi nella categoria.
A quando “suono, ma non parlo”? Sarebbe carino sentirti suonare, Gery.
Posso testimoniare: Gery suona meravigliosamente bene la chitarra.
Caro D’Artagnan, concordo.
L’unico che non ha mai assistito alle performances di Gery musicista sono io: dovrò riparare quanto prima!
Aneddoto
Fine anni ’70: una tre giorni del jazz siciliano organizzata da quel pazzo di Claudio Lo Cascio al Politeama di Palermo. Si esibisce Enzo Randisi, buonanima, al vibrafono (stupendo) con una giacca damascata onestamente improbabile anche per quell’epoca. Subito dopo lui, in una spiazzante alternanza antropo-ideo-sociologica, nonché musicale, ecco quello straordinario pianista, performer, sovvertitore/rilettore di spartiti (ma nella vita raffinato ebanista) che è Piero Costa. Si presenta da Piero Costa, ovvero straordinariamente “sfardàtu”. Prende posto allo sgabello davanti alla tastiera. Una voce dal loggione fa tremare il teatro: “COSTAAA, FATTI ‘MPRISTARI A GIACCA RI ENZU RANDISIIII!!!!”.
Non vorrei che Gery fosse a corto di giacche d’un certo tono…
Neanche con lo smoking affittato da Pipi sarei degno di un palco.
Caro Gery, sai che puoi sempre contare su di me per la scelta del look. In realtà, ci rimarrei malissimo se non lo facessi!
In verità neanch’io ho mai avuto l’onore di ascoltare Gery dal vivo…