Professione precario

Illustrazione di Gianni Allegra
Illustrazione di Gianni Allegra

Sono tempi difficili. Migliaia di lavoratori, per colpe di chiunque tranne che proprie, hanno perso il lavoro. Il precariato è diventato il mestiere ufficiale. E nel segno di una crisi che tutto avvolge e molto nasconde, ci si piange addosso rimanendo immobili.
Ancora una volta – del resto questo è un blog, mica un servizio pubblico – devo citare un’esperienza personale.
L’altro giorno mi ha chiamato un’amica, direttore di un mensile che fa capo al più importante gruppo editoriale italiano. Lei mi ha esposto i suoi dubbi sul futuro dell’editoria. Abbiamo parlato dei nostri rispettivi progetti (i suoi molti più rilevanti dei miei), poi mi ha fatto una domanda: “Conosci persone che sappiano scrivere e che abbiano voglia di lavorare?”.
La sua domanda è stata la conferma a un convincimento che ho segretamente coltivato, in questi ultimi anni: una buona porzione di questa crisi di occupazione è figlia della mancanza di professionalità.
Il discorso vale ovviamente per i mestieri in cui la specializzazione ha un valore pari alla duttilità del lavoratore (che, per essere chiari, può decidere di mettere a disposizione la propria esperienza in cambio di un compenso riveduto al ribasso per evidenti fattori congiunturali).
Quasi un anno fa ho firmato la lettera di dimissioni da un’azienda per la quale ho lavorato ininterrottamente dal 1984. Non avevo un altro lavoro che mi attendeva, mi ero semplicemente rotto le scatole di un sistema che ritenevo scriteriato. Sono della linea di pensiero che tende a derubricare le scelte a semplici scommesse. Sono stato fortunato: oggi lavoro col massimo della libertà, guadagno il giusto (anche un po’ meno) e continuo a preoccuparmi per il futuro esattamente come facevo vent’anni fa.
Un parte, solo una parte, dei disoccupati di questo Paese sono figli (e purtroppo anche seguaci) dell’assistenzialismo che governo e opposizione tendono ad alimentare nel segno di un populismo che poco ha a che fare con la soluzione del problema. Gli aiuti una tantum, le elargizioni su larga scala che sulla porta di casa si traducono in spiccioli non portano a niente di utile.
Probabilmente già domani saremo costretti a cambiare ottica: lavori a progetto, massimo rendimento, sperando in una coltura intensiva dei talenti e nella responsabilizzazione al cento per cento. E’ una missione che riguarda ognuno di noi, senza colori politici né pregiudizi.
Non so quanto il nostro Paese sia pronto.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

53 commenti su “Professione precario”

  1. Quando Freud scriveva, il precariato non esisteva come problema esistenziale.Pertanto il passaggio citato da D’Artagnan, pur se interessante e del tutto condivisibile(ho amato il mio lavoro e quindi so di cosa parlo), oggi mi sembra alquanto anacronistico.Per il precario sarebbe quasi drammatico provare ad amare il “proprio”(quale?)lavoro;alla frustrazione del lavoro a breve termine si aggiungerebbero il dolore ed il rimpianto per un fugace amore intensamente vissuto.
    Credo che,comunque, volontà,perseveranza e intraprendenza alla lunga(speriamo non troppo lunga)la vinceranno

  2. Ragazzi, da precario costante vi invio il nostro inno! saluti Marco

    Primo maggio, festa dei lavoratori? Beato chi un lavoro ce l’ha oggigiorno.
    Così la pensa Daniele Babbini, che a conferma della sua innegabile ironia, ci scherza sopra, perché altrimenti – come recitava uno dei capolavori della commedia all’italiana – “Non ci resta che piangere”!
    E proprio il primo maggio esce il suo singolo “Precario”, tratto dall’album “Sono cose che succedono”, canzone che affronta un argomento delicato col sano sorriso sulle labbra di chi sa sdrammatizzare le avversità della vita.

    Tra il serio e il faceto non mancano le frecciate: “Voglio un posto garantito, mi devo iscrivere a un partito?” recitano i versi della canzone. Un suono vintage anni 80 che omaggia Franco Battiato, è lo sfondo che fa da contrappunto a un testo alla Daniele Silvestri: questa è “Precario”.

    Quando il pop non ha complessi di inferiorità, diventa un genere di spessore. Daniele Babbini è un cantautore che va oltre gli stereotipi e i luoghi comuni, e lo dimostra a suon di composizioni, fiero di essere un artista pop, che scrive musica leggera a testa alta, assumendosi appieno le responsabilità di quello che canta. Sono cose che succedono è il nuovo album del cantautore, scritto in gran parte a quattro mani con Gatto Panceri. Questo capitolo della carriera di Daniele Babbini vede la luce sotto la guida di Gianni Errera per la One E Music con la distribuzione in tutta Italia della EMI.

    “Sono cose che succedono” è un diario di bordo in cui Babbini parla di sé mettendosi a nudo su un materasso fatto di sonorità elettroniche a tratti quasi techno, a tratti più hard rock, senza rinunciare a spruzzate di sana malinconia disegnata a suon di ballad.

  3. Guardate il video “Precario” di Daniele Babbini su you tube.

    vita è fugace …bisogna essere versatili… intanto assistiamo a scene di proteste sui
    TG nazionali a causa della crisi economica la quale ha coinvolto molte nazioni come sappiamo.

    Precario, tratto dall’album Sono cose che succedono, canzone che affronta un argomento delicato col sano sorriso sulle labbra di chi sa sdrammatizzare le avversità della vita.
    Tra il serio e il faceto non mancano le frecciate: “Voglio un posto garantito, mi devo iscrivere a un partito?” recitano i versi della canzone. Un suono vintage anni ‘80 che omaggia Franco Battiato, è lo sfondo che fa da contrappunto a un testo alla Daniele Silvestri: questa è Precario.
    Attualmente Daniele Babbini sta continuando in diverse iniziative umanitarie. A lui viene affidata il ruolo di Direttore Artistico, insieme a Giacomo Dati, del nobile progetto “ULTIMA FERMATA VIAREGGIO”, con lo scopo di raccogliere fondi a favore delle vittime del disastro ferroviario del 29 Settembre 2009. Il progetto ha coinvolto alcuni artisti del panorama nazionale che partecipano con un loro brano.
    Daniele Babbini ambasciatore dei Diritti Umani. Il 12 settembre 2009, partecipa al concerto per i Diritti Umani a Fiuggi, convivendo il palco con altri artisti noti come i Sugar Free, Neja, Antonino e tanti altri.
    Il video Precario è in rotazione su Music Box..

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