Il buio del parcheggio

lampione a lutto
Da Flickr, foto dell'autrice

di Cinzia Zerbini

“Signora, ci posso dire due parole?”
Mi giro e mi investe un’ondata di couperose attaccata a una faccia che sta sotto un cappello con la scritta Forza Palermo. Rosa e nero.
”Io ci volevo dire, signora, che lei dice sempre: ho pagato stamattina. Ma ora sono le sette di sera e lei ha la macchina posteggiata dalle 9. Perciò lei ha pagato mio zio Michele e non me”.
Lo guardo. C’è un freddo cane nel piazzale accanto alla piscina comunale di Palermo. Di fronte alle tre torri, sede di centinaia di poliziotti. Il vento gelido mi fa volare anche il fondotinta.
“Scusi – rispondo – Cosa vuole dirmi? Devo pagare anche lei? Quindi devo contribuire al mantenimento della sua famiglia con due euro al giorno?”
“Noooo, signora non ci sto dicendo questo. Ci volevo dire che magari può capitare che nell’ora in cui mio zio se ne va e arrivo io, magari, che ne so, uno ci può strisciare lo sportello, magari uno va indietro con la macchia e ce la può investire. Io ce lo volevo dire… Quindi lei deve pagare chi trova all’uscita”.
“Quindi – chiedo e mi stupisco che con questo freddo mi escano ancora le parole dalla bocca – lei mi sta dicendo che se non pago trovo la macchina distrutta?”.
“Noooo signora. Non ci sto dicendo questo. Ci volevo dire che noi siamo venti anni che siamo qui e ci conoscono tutti.  Io ce lo volevo dire perché può capitare che la macchina resta scoperta”.
Mi faccio forza per non piangere e gli chiedo. “Scusi, ma secondo lei questo è un discorso etico? Lei lo sa cos’è l’etica? Io non sono tenuta a pagarla, né lei a controllarmi la macchina.  Le sembra giusto che io devo andare a lavorare anche per lei? Va bene. Siccome qui lei è il padrone e mi minaccia io la macchina qui non la metterò più”.
Finisco la frase e penso ai commenti dei miei amici quando racconterò l’accaduto: ”Ma che dici  al posteggiatore… se conosce l’etica?”
“Signora, faccia finta che io niente ci dissi. Lei lo sa per quanto lavoro io qui, al freddo? E poi io che ci posso fare se il sindaco Cammarata, ‘u governo, non mi dà il lavoro?”.
Mi allunga la mano. “Una buona serata”.
Fuggo via piangendo.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

28 commenti su “Il buio del parcheggio”

  1. Bella la storia, toccante, emotiva, tristemente reale quasi come un film di De Sica. Bella anche la foto: ti invito a creare un blog, un newsgroup, un’accolita di pazzi, un chessoccosa e chiamarlo “Il secolo dei lumi” ;)

  2. Io li odio. Ci vorrebbero le ronde. Solo che da noi, con la scusa, si sostituirebbero ai posteggiatori. Brava.
    @leonardo: altro che De Sica, questi non hanno niente di straziante nè commovente e non rappresentano nessuna verità storica. Non vengono dalla guerra, vengono dalla nullafacenza e dal pensiero mafioso. A Maggiorani avevano rubato la bicicletta. Il maggiorani della situazione è la persona perbene che va a posteggiare. Sono decenni che ce li sciroppiamo a Palermo, certi parassiti. Sono dei piccoli estortori. E basta.

  3. Cara Cinzia, ma come ti è venuto in mente di parlare di etica? Non era meglio una sana “etilica”? Molto bello e vero il reportage.

  4. Si, Cinzia è davvero sconfortante pensare che da venti anni questa forma di estorsione abbia trovato la legalità per esercitare diritto. Quasi per usucapione.
    Questa è la vera disfunzione.
    Cert, a parlargli di etica sei stata fantastica e umana!
    Brava.

  5. Un amico canadese di passaggio in Sicilia rimase sbalordito, o meglio sconvolto, all’idea che un automobilista dovesse pagare i posteggiatori per difendersi… da loro stessi. Era (giustamente) un concetto che non riusciva proprio a capire.

  6. Venite in piazza Spinuzza, dove ci sono i controllori ufficiali dei parcheggi Apcoa (credo sia un appalto del Comune), con tanto di gilettino impermeabile con logo dell’azienda, a passeggio con i parcheggiatori abusivi. I primi controllano se sul parabrezza hai apposto il biglietto elettronico che ti dà diritto al parcheggio, i secondi, sotto gli occhi dei primi, ti chiedono il “pizzo” quotidiano. Se tu segnalassi la cosa ai vigili urbani, accorrerebbero subito: a prendere il caffè coi primi e a dividersi gli euro coi secondi.

  7. Sono dei mafiosi che gestitscono un sacco di soldi. Ogni giorno questi signori guardagnano fior di euro e nessuno li ferma mai. E’ uno schfifo.

  8. IL BUIO DELLA MENTE

    “In sicilia abbiamo tre ppiaaghe: l’etna, la siccità ma la piaga più ggrave di tutte….il ttraffico!
    (Da Benigni in Johnny Stecchino)

  9. Pur non sognandomi di identificare i posteggiatori come “la” piaga di questa città, penso però che siano una piccola vergogna emblematica. Un’amministrazione che non riesce (o poco si impegna) ad arginare un malcostume che può sembrare anche inoffensivo o secondario ( e fastidioso in ogni caso), probabilmente non ha i numeri né la volontà per debellare forme di malcostume ben più gravi. E ci leverei il probabilmente. Io mi pongo sempre il problema dell’immagine che diamo di noi a chi arriva da altri posti più civili. Se fossi un finlandese o un tedesco, di fronte a un omuncolo che mi chiede soldi per non spadroneggiare a mio danno su qualcosa che non gli appartiene, non crederei ai miei occhi. Penserei di essere capitato in una terra di matti o di selvaggi, dediti a oscuri rituali. Pare fesseria, ma ci facciamo davvero una figura ignobile. La cosa che mi disturba di più, ripeto, è che questi accattoni (con tutto il rispetto per i mendicanti che, poverini, si limitano a porgerti una mano) sono dei microcosmi ambulanti di logica mafiosa. Degli uomini-sandwich della mafiosità. E dire che con qualcuno ci ho fatto anche amicizia, se così si può dire… e sono pronto anche apprezzare l’uomo che sta “dietro” il posteggiatore, ma solo se spogliato del ruolo di zecca minacciosa.

  10. Per dirla tutta, questo piacevolissimo colloquio si è svolto sotto l’attento controllo di un tizio che dentro una mega – mercedes ascoltava, fumando, le note di una canzone napoletana. Credo che m’abbia fatto l’ecografia e la risonanza magnetica. Facendo un breve calcolo, penso che la Famiglia dello zio Michele solo in quella piazza guadagni almeno 500 euro al giorno di estorsioni. Perché di questo si tratta. La prima tentazione è stata quella di dargli un calcio, poi ho pensato che no, mai e poi mai la mia dipartita avrebbe avuto come colonna sonora Gigi D’alessio.

  11. @cacciatorino come ti puoi aspettare che l’amministrazione argini il “malcostume”? L’amministrazione E’ il malcostume.
    Al finlandese che viene un paio giorni in visita meglio non provare a spiegare la nostra mentalita’ tanto non capirebbe. Non è meglio che torni a casa con il ricordo di una passeggiata sul lungomare dopo avere gustato un ottimo pane&panelle?

  12. @silvia: io purtroppo (o per fortuna) non considero la “nostra mentalità” anche mia. E mi vergogno davanti al finlandese. Sul fatto di rassegnarsi, non ci sto. Già rifiutare l’idea (a fare la guerra ai posteggiatori non posso, non ho i mezzi, forse sono un vigliacco, ma in ogni caso non mi va di prendermi una coltellata e vedermeli uscire dal carcere o rimpiazzati sul posto di lavoro due giorni dopo) senza considerarla inevitabile (endemica) è un punto di partenza. Sull’amministrazione-malcostume non ho dubbi: basta votarne una migliore. Ma qui dovrei entrare nella testa di legno di migliaia di nostri concittadini che se ne sbattono del finlandese.

  13. Lo sceriffo Gentilini sta per essere allontanato dal comune di Treviso. Avrà del tempo libero…

  14. Strepitosa Zerbini. Me la immagino proprio quella faccia. Uguale a mille altre che popolano ogni angolo occupabile della città. La couperose, però, più che l’etica, mi sembra il nocciolo della questione…
    Ritorna dal tuo parcheggiatore e attingi perle di saggezza.

    P.S. Bellissimo il blog con le foto. Ho riso tanto.

  15. Cinziuccia, dal tuo racconto è evidente che passi troppo poco tempo al lavoro e troppo a spasso per Palermo, visto che la macchina la lasci alle 9 e la riprendi alle 7 di sera: Ti propongo quindi di iniziare alle 5 e staccare alle 22. Nel qual caso non troveresti nessun posteggiatore a parlarti di etica. Comunque, il racconto è simpatico come la persona attaccata alla mano cui era collegata la penna che l’ha scritto. Ad maiora
    Max

  16. Il racconto proverei a ambientarlo sulla luna:l’atmosfera è già surreale… e poi gli potresti tirare una pietrone lunare, o mandarlo in esilio nella galassia soffiandogli in faccia.
    Le lacrime senza forza di gravità non esistono.
    Quindi non piangeresti.

  17. e tu… per un euro hai rischiato di andare all’altro mondo con la colonna sonora di d’alessio???
    immagino già i tuoi familiari dietro il carro ke cantikiano tutte quelle belle canzoni…
    io al tuo posto gli avrei dato un pugno di euro e sarei fuggita a gambe levate… altro ke parlar di etica…
    ;-)

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